Panathinaikos 2023/24: roster, forza, debolezze ed ambizioni
Panathinaikos in versione "dream team" quello che affronta la stagione 2023/24. Ergin Ataman guida il rinnovamento e le ambizioni infinite del club di Giannakopoulos.
Il PANATHINAIKOS al via della stagione 2023/24 è "la storia" della prossima Eurolega. Un mercato del genere non si vedeva da tempo, e non solo da queste parti: le recenti grandissime difficoltà vogliono essere dimenticate immediatamente. L'Oly non è più solo ad Atene.
Kostas Sloukas è stato il colpo clamoroso, a livello della firma di Ergin Ataman, anche se tecnicamente uno come Juancho non sta dietro a nessuno. Poi Vildoza, Lessort, Guy, J.Grant, Balcerowski, il ritorno di Papapetrou e di Mitoglou, Moraitis e Kostas Antetokounmpo. 11 nomi pazzeschi, senza alcun dubbio, ma una chimica ovviamente tutta da costruire.
A fronte di questa lunga lista di entrate sono state tantissime le partenze, ben 13. Gudaitis, Lee, Wolters, G.Kalaitzakis, Ponitka, Bochoridis, Papagiannis, D.Williams, M.Thomas, Agravanis, Pappas, Avdalas (in prestito) e Chougkaz.
Il roster c'è, ad essere esigentissimi forse manca qualcosina in "4", ora è necessario assemblarlo ed il compito è in mano ad uno che questa lega l'ha dominata in lungo ed in largo.
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pag 2 - IL ROSTER
pag 3 - LA FORZA
pag 4 - LE DEBOLEZZE
pag 5 - LE AMBIZIONI
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La squadra è profonda e completa, il tiratore di cui si parlava come ultima aggiunta potrebbe essere questione da affrontare in corso d'opera, magari si pensa prima al suddetto "4".
G - Vildoza, Sloukas, Moraitis, Jerian Grant, Guy, Grigonis
F - P.Kalaitzakis, Mantzoukas, Papapetrou, Samontourov, Juancho Hernangomez
PF/C - Mitoglou, K.Antetokounmpo, Lessort, Balcerowski
Coach - Ergin Ataman
49 le stagioni di esperienza in Eurolega tra tutti i giocatori, 16 quelle di Coach Ergin.
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LA FORZA
Talento e profondità sono questioni garantite. la leadership è nelle mani di gente come Sloukas e Juancho, l'energia sta in quelle di Lessort.
Aggiungiamo a questi nomi profili del calibro di Vildoza, Papapetrou e Mitoglou, oltre alle grandi attese sui vari Guy, Grant e Balcerowski ed ecco che si fa fatica a non pensare ad una corazzata.
E' proprio la completezza che pare il punto di forza maggiore di questo Pana. Se ne nascono equilibri e gerarchie stabili le cose si fanno molto interessanti.
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LE DEBOLEZZE
Se tecnicamente è difficile pensare a punti di debolezza, è chiaro che una rivoluzione del genere richieda tempo per trovare la chimica giusta.
«Non è mettendo insieme 12 fenomeni che si crea automaticamente la squadra più forte» ci disse un giorno Dimitris Itoudis parlando delle tante stelle del suo Cska, «Serve tempo e serve che quei giocatori stanno bene insieme rinunciando a qualcosa di proprio a favore della squadra».
Ecco, probabilmente la chiave della stagione del Pana sta proprio in questo concetto: il tempo di trovare la chimica corretta.
Tutto ciò avverrà solo attraverso delle gerarchie che si consolideranno gara dopo gara, con il campo a dire "chi sarà cosa" all'interno del gruppo.
La mazzata in Supercoppa nazionale nello scorso weekend ha fatto rumore, ma è ovvio che si tratta di inizio stagione. Già il derby di venerdì che aprirà l'Eurolega delle due squadre ci racconterà qualcosa di più, senza che siano conclusioni definitive. Certo è che nei normali e prevedibilissimi momenti di difficoltà saremo curiosi di vedere quale sarà la gestione del rapporto tra due personalità focose come Dimitrios Giannakopoulos ed Ergin Ataman: molto dipenderà dalla riuscita di questo fortissimo cocktail.
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LE AMBIZIONI
Andare a Berlino per sollevare il trofeo. Ataman lo ha detto chiaramente, in linea con il personaggio. Non ci aspettavamo nulla di diverso, noi come tutta Oaka.
E si torna sempre a quella quota 20 W da superare bene per stare nel gruppo di testa: assicurarsi eventualmente il fattore campo per le sfide che contano sarebbe un vantaggio non da poco.
Vincere anche in patria per ribaltare una situazione che negli ultimi anni è diventata veramente imbarazzante nei confronti dell'Oly pigliatutto.
L'ambizione principale però deve essere puramente tecnica: costruire un sistema di gioco che esalti le tante illustri individualità e ricavi efficacia dalla sua bellezza.
Non sarà replicabile il modello Efes, troppo diverso il contesto e troppo differiti i profili, quindi il compito di Ataman sarà quello di uscire dalla propria recente "comfort zone" e dare impulso ad un ambiente che lo ha accolto come una sorta di messia dopo le tante delusioni degli ultimi anni.