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L'Olimpia annichilisce i catalani nell'ultima gara casalinga in Europa

Nell'ultima recita tra le mura amiche l'Olimpia gioisce e ha ragione di un Barcellona particolarmente spento. I biancorossi salutano così tra i sorrisi una campagna europea da cui avrebbero voluto congedarsi ben più avanti, con il trionfo per 84-76 sugli ospiti catalani.

Olimpia wins against Barça - Eurodevoton

La gara

Le danze dell'Olimpia cominciano al ritmo dei suoi lunghi, la circolazione di palla è efficace e va a trovare con grande puntualità Melli e Voigtmann, terminali sinuosi, che ben si destreggiano in area e sul perimetro, scherzando la difesa dei due pariruolo all'inseguimento, non certo dei fulmini di guerra come Sanli e Mirotic.

I blaugrana, d'altro canto, rispondono attaccando con tranquillità e rilassatezza. Non brillanti, ma portatori di una pacata concretezza, che nasce dalla vivacità di Laprovittola e vive delle staffilate di Kuric. E' il primo e unico momento favorevole agli ospiti, che si troveranno ben presto ad inseguire.

La supremazia catalana a rimbalzo, che si conserverà alla sirena (41-25), è dato di predominio, ma l'attacco di Jasi andrà ben presto ad arenarsi, mancando in fantasia e creatività. Anche sfruttare banali vantaggi fisici, come Satoransky su Pangos, è soluzione troppo poco percorsa, l'Olimpia ci mette ruvidezza e incanala la partita nei suoi binari.

Dopo una prima metà di secondo quarto col freno a mano tirato per entrambe le fazioni, ecco il primo strappo biancorosso sull'uno-due di Melli e Baron. Così i biancorossi beneficiano di quelli che diventeranno 12 assist all'intervallo (21 al 40') con un momentaneo 60% dall'arco; la bomba di Napier sul finire del secondo quarto è timbro dell'acquisita supremazia meneghina.

Dopo l'intervallo è un altro mini-break, stavolta firmato dal folletto ex UConn a rimpinguare il vantaggio domestico, che si innesta su un blackout offensivo del Barcellona alquanto duraturo. I quarti centrali continuano su questi presupposti e vedono lievitare l'autorevole vantaggio biancorosso che vive anche più di qualche giocata che esalta il pubblico. La quarto frazione è garbage time con anticipo esagerato, estrema unzione dell'Eurolega sul Cesare Rubini Court.

"Keep knocking" catalano

Il Barcellona sceso in campo a Milano è una brutta copia, una massa amorfa e imbelle. Dimostratosi del tutto passivo in ogni tornanti della gara, è inciampato dopo un periodo quantomai positivo, beneficiando solo di qualche lampo di Kuric e 'Dinamitola' e del dinamismo di Tobey, nell'abulia dei tanti campioni.

Se mi sembra che questa sconfitta non faccia troppo testo nel percorso catalano, tiene però banco con forza la disputa sulle possibilità blaugrana nel prosieguo della stagione. La squadra è cresciuta molto ultimamente, seppure non abbia mai convinto del tutto durante la stagione. Chi scrive pensa che l'arrivare a fari spenti potrebbe anche portare svolte inattese nel finale stagionale dei ragazzi di Jasi...

Lo stesso allenatore lituano, proprio su questo punto, ha detto che l'atteggiamento della squadra deve essere quello di "keep knocking at the door", di non alzare il piede dell'acceleratore e "darsi l'opportunità di vincere".

Il messaggio è chiaro, da oggi non si può mollare nulla e bisogna costruirsi il percorso con dedizione nei piccoli passi. Possibilmente nel silenzio, con le aspettative addossate a Madrid e Pireo. Jasikevicius si traveste da Bob Dylan e non vede l'ora di provare a 'bussare alle porte del Paradiso'...

La Milano futura

L'Olimpia con questa vittoria chiude la sua Eurolega casalinga, apre quindi la volata finale italiana, con la sfida di Bologna della settimana prossima che più che conclusione di una competizione da tempo finita, sarà incipit della nuova fase incombente.

Milano vince grazie agli ormai soliti protagonisti, guidata nelle realizzazioni da Napier e nell'animo da Pippo Ricci, convincendo in una performance di buona energia contro la big blaugrana.

I giudizi sulla stagione europea sono ormai cosa datata, mentre, così come per il Barcellona, è in vista una sfida esistenziale nelle prossime settimane, momento per cui sarà importante delineare gli uomini con cui andare in guerra.

La squadra ha assunto tratti chiari dalla serie di vittorie e questo dovrebbe contribuire a facilitare le scelte, tema esemplificativo del discorso è il caso di Brandon Davies, fulcro della campagna acquisti e riferimento per buona parte della stagione, divenuto ora marginale, ieri probabile NE senza il problemino del tiratore tedesco. Dalla 'normalizzazione' di Voigtmann è relegato al secondo quintetto, dove conserva delle difficoltà di accoppiamento con l'insostituibile Hines, per questo è stato finora opzione secondaria, con il turnover non potrà che essere arma inutilizzata.

Messina, nel post-gara, interrogato sul centro americano, ci ha tenuto a ricordare la necessità dei soli sei stranieri nelle dispute italiche, lasciando intendere che più di qualche riflessione è già in corso.

Photo credit: olimpiamilano.com ed euroleaguebasketball.net

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