La presentazione di Banchi e le parole di Zanetti: in difesa della Virtus e le staffilate a Scariolo
Alle ore 11.30 alla palestra Porelli è iniziato un nuovo capitolo della storia della Virtus Bologna: quello con Luca Banchi come capo allenatore, al cui fianco c'era il patron bianconero Massimo Zanetti. A voler riassumere l'andamento della conferenza stampa si potrebbe dire che, nei fatti, è stata più una conferenza di chiarimento e di precisazioni rispetto a quello che è successo e che non ha funzionato con Scariolo, piuttosto che un benvenuto vero e proprio a coach Banchi. Ma, l'allenatore grossetano, ha già scelta la sua linea: non fragorosa né rumorosa, ma eloquente in quelli che vogliono essere i fatti sul campo.
L'esordio, proprio del proprietario della Segafredo, è stato di elogio per il nuovo coach. "L'ho dovuto prendere: è stato praticamente acclamato a furor di popolo. Lo volevano i tifosi, i social e le piazze". Poi anche l'ammissione dell'altro candidato: "Io avevo parlato anche con un altro grande allenatore che è De Raffaele però tutti volevano Banchi quindi ben volentieri ho raccolto subito il suo sì. Venire alla Virtus deve essere un onore: uno deve venire con piacere per far parte di questa famiglia".
E Zanetti, come già in altre occasioni, si è issato a difensore della Virtus. "Mi sono sentito in dovere di difenderla. La Virtus è la squadra più importante del basket italiano; col maggior numero di tifosi, con più tifosi di alcune squadre di calcio. E non è possibile che la Virtus sia considerata come tante altre".
Poi ovviamente qualche precisazione sul rapporto terminato con coach Scariolo: qualche precisazione che ben presta è diventata staffilata. "Considero Scariolo un grande allenatore che ho difeso fino alla fine anche con i vertici della società. Però a un certo punto tutti gli amori finiscono; qualcosa era successo. Non bisogna dimenticare gli incontri con Toronto o col Real Madrid, quasi che la Virtus fosse una squadra di serie b. Poi: la squadra di quest'anno la trovo fortissima.
Proprio perché l'ha fatta Scariolo con Paolo Ronci: tutti i giocatori presi sono stati presi di comune accordo. E' andato via Teodosic al quale io sono affezionatissimo, però non bisogna dimenticare che nell'ottobre scorso Scariolo voleva mettere da parte sia Teodosic che Belinelli, e per diverse partite non li ha fatti giocare perché per lui erano vecchi".
"Qui al mio fianco ho proprio qualcuno che ha fatto grandi cose con un gruppo privo di superstar NBA. Mentre qualcuno si è lamentato dell'assenza di un realizzatore" con ancora riferimento alle lamentele di Scariolo sulla composizione del roster e sulla mancanza di un go-to-guy, come del resto aveva detto nell'ultima sua conferenza stampa da coach bianconero.
"Poi ecco la cosa che mi ha dato fastidio: sono sei mesi che siamo trattati come fossimo una società di straccioni". E sul fatto che che le divergenze tra Scariolo e la società siano iniziate proprio a febbraio non abbiamo dubbi: anzi, anche noi lo avevamo indicato come inizio della china scivolosa. "In Italia abbiamo il secondo budget con Milano che ha altri obiettivi. Ma abbiamo avuto sempre dei fior di budget. Poi ripeto: il budget di quest'anno è stato voluto da Eurolega e non da noi: io non ho mai detto a nessuno di dover tagliare il budget".
Poi dopo altre rassicurazioni la parola è passata a coach Banchi. "Non nascondo la mia emozione e la mia soddisfazione nel legare il mio nome a un club così prestigioso. Eredito sicuramente una situazione anomala che però non mi ha mai creato alcun dubbio nelle poche ore in cui ho dovuto decidere se fosse opportuno accettare questa sfida.
Sembra difficile innalzare il livello quando si è apparentemente raggiunta l'eccellenza, però è una sfida che sento di voler accettare. Non voglio rappresentare un rallentamento perché non ho partecipato al processo di formazione di questa squadra: penso di avere esperienza sufficiente per capire di dover ricalcare il solco di chi mi ha preceduto e poi imporre la mia visione di gioco".
Dopo un intervento di grande lucidità e professionalità, la perorazione, come insegnano i migliori oratori, è di quelle incisive: "Voglio rendervi orgogliosi di una squadra che sappia farsi apprezzare per impegno, dedizione e voglia di vincere. Nessuno qui si sveglia alla mattina per arrivare secondo".
Ma molto scalpore hanno fatto le dichiarazioni che sono arrivate a latere della conferenza stampa ufficiale, ovvero quelle rilasciate dal patron Zanetti ai media in qualche domanda diretta. "Scariolo forse aveva altri obiettivi. Io ho tenuto botta, però ho dovuto prendere questa decisione. Contro Scariolo non ho nulla: per me è un grande allenatore ma se, a un certo punto, qualcuno non crede più nella società devo fare delle scelte".
Non è tardata ad arrivare la domanda sulla situazione di Lundberg. "Non siamo noi che non lo volevamo più; è lui (Scariolo, ndr) che non l'ha più fatto giocare e voleva mandarlo via dall'anno scorso. Ad aprile gli ho detto che poteva fare la squadra che voleva. Voleva una squadra giovane: ho dovuto mandare via Weems che era un mio prediletto.
Qualcuno non sa che ho trovato Hackett che piangeva fuori dallo spogliatoio perché non voleva farlo giocare perché lo considerava finito. Pure Belinelli e Teodosic erano finiti. Scariolo è un campione, però capisco che ci possono essere state riflessioni diverse. Io ho reagito sugli umori della piazza: gli abbonamenti si erano fermati. Banchi è un grandissimo allenatore e viene qua con entusiasmo: gli è bastata una telefonata".
E, alla fine, come sempre, si è parlato di obiettivi e Zanetti, senza paura, ha parlato di playoff di Eurolega. Infine l'ultima staffilata finale: "Il nostro budget l'anno scorso era il settimo dell'Eurolega. E siamo arrivati quattordicesimi. A buon intenditor poche parole".
Zanetti non ha mai avuto problemi a parlare apertamente davanti alle telecamere, rivelando anche retroscena ignoti e delicati. Ecco, quello che è emerso oggi è che il patron virtussino abbia provato in diversi modi a trattenere Scariolo (che ne abbia grande stima non lo ha mai nascosto) buttando giù anche scelte discutibile, ma poi il malumore del coach bresciano e la spaccatura con la società sono diventati tanto evidenti da prendere una decisione netta e drastica.
Chi ha ragione? Nessuna delle due parti: semplicemente, per diversi motivi, la sintonia è lentamente venuta meno e il percorso intrapreso due anni fa non è più stato condiviso. A essere sbagliati, come abbiamo già fatto notare, sono stati i tempi.
Più di qualcuno, poi, si è impressionato riguardo i toni tenuti da Zanetti nelle parole di oggi. Nessuna sorpresa onestamente: Zanetti è stato sempre un patron dalle parole schiette e decise, senza giri di parole. Dalle staffilate velate di Scariolo nella conferenza stampa del 13 settembre sono arrivate le staffilate meno velate di Zanetti. Botta e risposta. Quello tra Scariolo e la Virtus era un amore finito, parafrasando Zanetti.
Ora sta a Banchi prendere questo gruppo, ridargli vigore, nuovi stimoli e nuove idee, e portarlo verso grandi traguardi. Il coach toscano ha l'umiltà, la qualità e il carattere giusto per guidare il nuovo roster bolognese.