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La Serbia è la prima semifinalista della #FIBAWC2023. Battuta nettamente la Lituania, ora attende la vincente della sfida tra Canada e Slovenia. Bogdanovic stellare.

La #FIBAWC2023 ha la sua prima semifinalista: la Serbia ha superato la Lituania 87-68 ed attende di conoscere la propria rivale che uscirà dalla sfida tra Canada e Slovenia in programma domani.

Le premesse per una sfida molto interessante c'erano tutte. Una delle uniche due squadre imbattute nella competizione sino ad ora contro chi, in fondo, ha sbagliato solo una gara contro l'Italia. E numeri, per entrambe, eccellenti.

I lituani sono arrivati sino a qui con un quasi irreale 46% dall'arco e 44,2 rimbalzi catturati a gara, entrambe statistiche in cui hanno dominato nelle prime 5 gare del torneo, mentre i serbi con 100,4 punti di media, sono stati secondi solo agli USA ed hanno tirato dal campo col 55%, primi proprio davanti a Lituania e Stati Uniti.

78,8 per la squadra di Pesic e 75,4 per quella di Maksvytis il numero di possessi per gara.

Le due squadre sono state finora le migliori a livello di OFFENSIVE RATING (LTU 127,9 e SRB 127,4), seconda e quinta per DEFENSIVE RATING (SRB 95,0 e LTU 98,2), nonché, di conseguenza, in cima alla classifica nel NET RATING (32,4 SRB e 29,7 LTU).

Hanno impressionato poi gli 1,17 punti per possesso offensivo serbo, mentre il dato lituano si ferma ad 1,11, comunque notevole.

Va detto che questi numeri devono necessariamente tenere contro delle avversarie affrontate sinora dalle due squadre: Egitto, Messico, Montenegro, Grecia e Stati Uniti sono complessivamente un test molto più probante per i baltici rispetto a Cina, Portorico, South Sudan, Italia e Repubblica Dominicana, avversarie dei balcanici.

Ovviamente ciò che faceva più rumore prima della palla a due era la grande impresa proprio dei baltici contro gli americani, quel 110-104 giunto dopo un dominio quasi imbarazzante nella prima perte di gara. Molto più agevole il compito serbo nell'ultima uscita: regolata una Repubblica Dominicana che in fondo si è rivelata molto meno competitiva di quanto si credesse.

Il successo della squadra di Pesic certifica un cammino che è stato di costante crescita in questo mondiale. In fondo i balcanici sono mancati solo per un dozzina di minuti contro gli azzurri.

LA GARA

La Lituania scatta dai blocchi al solito fortissimo, mantenendo la mano rovente dall'arco. Valanciunas, Brazdeikis e due volte Sedekerskis ripercorrono le orme del glorioso sentiero percorso contro gli USA con un 4/4 cui però la Serbia risponde con equilibrio e senza scomporsi.

25-24 il primo quarto ed è evidente la vocazione offensiva di entrambe le squadre.

Scopriamo con piacere che Bogdanovic e Guduric possono giocare assieme, diversamente dall'incomprensibile alternanza contro l'Italia, ed è propio "Bogi" a suonare la miglior musica serba: saranno 18 per lui metà gara, con 6/7 da due e 2/3 da tre. Versi di poesia cestistica che solo lui sa comporre.

Impressiona il dato dei cosiddetti "points in the paint": 34-16 serbo, con Milutinov positivo (9+4) e globalmente meglio di Valanciunas.

Un paio di leggerezze serbe fanno sì che il divario non sia decisamente più ampio. Il 5/14 da 3 lituano non è malaccio, ma l'inizio era stato da 5/6, poi 0/8 e questo pesa nell'economia della pallacanestro baltica. Gli uomini di Pesic tirano 3/9 da oltre l'arco (2/3 Bogi, 1/6 gli altri), ma sono letali da due con un notevole 17/27 (63%).

L'asse Bogdanovic-Milutinov pare funzionare molto bene e le contromisure rivali possono poco. 49-38, massimo vantaggio, a metà gara.

Alla ripresa c'è un tanto ovvio quanto debole tentativo lituano di rientro, ma alcune scelte terribili sul pick and roll mandano in ritmo Stefan Jovic che mette tre triple in grado di spaccare la gara. Manca energia difensiva agli uomini di Maksvytis e dopo 30' il vantaggio serbo si estende sul +18 (73-55). La percentuale serba da due vola al 66%, quella da tre arriva l 41% ed allora si fa veramente dura restare in gara, soprattutto se subisci sempre ben oltre 20 punti per quarto. Servirebbe un miracolo alla Lituania.

Miracolo che non arriva, diversamente dai titoli di coda, il cui testo è firmato Petrusev con le due triple dell'82-57. E' finita qui, il resto è accademia.

LE CHIAVI

Ovviamente la percentuale lituana dall'arco: 5/6 iniziale e squadra in partita pienamente, dopodiché un 4/22 che stoppa completamente l'efficacia offensiva.

I punti nel pitturato: 48-24 che è dominio per Milutinov e compagni. Non ingannino i soli 9 punti del centro ex Cska, l'impatto è stato fondamentale.

La totale insipienza difensiva degli uomini di Maksvytis, andati sotto individualmente contro chiunque. Anche le scelte sul "pnr" non hanno fatto impazzire. Concedere il 63% da due ed il 41% da tre non ti lascia speranze a questo livello.

Anche offensivamente il divario è stato clamoroso: i baltici segnavano 96,4 punti per gara mentre oggi si sono fermati a 68. E qui c'è grande merito della difesa serba, ottima nel togliere l'aria sul perimetro e capace di annullare i rifornimenti verso Valanciunas, tenuto a 11 punti e 4 rimbalzi (0 offensivi) con solo 5 tiri dal campo.

Jokubaitis, sino a qui splendido, è stato schiacciato dal grande impatto dei pari ruolo rivali, nonostante un tabellino da 13 e 9 assist.

MVP

Bogdan Bogdanovic, semplicemente strepitoso per esecuzione e lettura del gioco.

Che sia uno in grado di metterla contro chiunque è chiarissimo da tempo, ma ciò che impressiona di più è la capacità di scegliere sempre la cosa giusta in un perfetto equilibrio tra tiri e penetrazioni. Gioca da Dio da solfa giocare da Dio i compagni.

Il tabellino finale dice 21 con da 7/9 due e 2/4 da tre. Non è nulla rispetto al peso di ogni sua giocata.

Niente male un po' tutti i suoi compagni, con una menzione d'onore per Stefan Jovic, il killer del terzo quarto, e Filip Petrusev, l'uomo che ha chiuso definitivamente la gara e che già non aveva fatto male nella prima metà gara. 17+6 in 17' per lui, con un solo errore dal campo e 3/3 dall'arco.

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