La Virtus fa fuori l'Olimpia dall'Europa: Milano finisce nel peggiore dei modi
Alla Segafredo Arena la Virtus Bologna spegne le ultime speranze di playoff in Eurolega dell'Olimpia Milano: le vu nere dominano il sesto confronto stagionale.

La Virtus Bologna spegne le ultime speranze residue di playoff in Eurolega dell'Olimpia Milano. Alla Segafredo Arena non c'è mai partita: scendono in campo una squadra motivata a riscattarsi e un'altra abulica che si gioca ancora un posto nell'Europa che conta.
Invece è la Virtus ad essere sembrata la squadra che lottava per la post-season, mentre l'Olimpia quella già da tempo fuori dai giochi. Paradossale.
Il racconto della partita
L'approccio alla partita dell'Olimpia è ancora drammatico e va sotto 9-2. I limiti offensivi della Virtus sono noti e le vu nere non hanno la forza di capitalizzare: il primo quarto è quindi un mix di nervosismo, metro arbitrale ondivago e attacchi bloccati. Si sente il peso della partita, meno la bellezza cestistica. Poi, assieme a una difesa asfissiante e perfetta, sale ancora l'offensiva di casa e dopo 10' è un netto 22-9: Milano è finita nella trappola preparata da Ivanovic.
Il copione della gara non cambia con le scarpette rosse che sembrano incapaci di uscire dalla gabbia virtussina: la prima tripla arriva dopo 15'. Arriva una piccola reazione milanese all'interno di un primo tempo, però, interamente controllato dalla Virtus. Le ultime sequenze sono ancora giocate meglio tecnicamente e mentalmente dai bianconeri che vanno negli spogliatoi sul 44-29, merito di un grande sforzo difensivo.
Al rientro Bologna è ancora migliore e va addirittura sul +21, con un Akele strepitoso, prima in difesa e poi anche in attacco. Di questo ragazzo si dovrà parlare. Milano proprio non riesce a opporre una reazione: in questo momento della stagione è una squadra senza energie. Allora la Segafredo dilaga, si esalta e chiude il terzo quarto sul 65-42.
Il quarto periodo è praticamente garbage time: la Virtus vola sulle ali dell'entusiasmo in una partita che può rilanciare i bolognesi verso il finale di stagione dopo un periodo difficile, mentre Milano conferma di essere in crisi e senza più batterie in questo inizio di aprile. Finisce 90-70 nel tripudio della Segafredo Arena che torna a togliersi una bella soddisfazione.
Virtus Bologna, da qui si può ripartire
Finalmente una grande risposta da parte della Virtus. Una partita giocata al massimo per 40 minuti.
Tutto parte da una difesa centrata, fisica, asfissiante e votata al sacrificio. Poi, da lì, si innesca anche l'attacco che riesce a correre e a trovare subito vantaggi grazie a un'ottima presenza a rimbalzo. Il 36-25 nella battaglia sotto le plance è dato cruciale: le vu nere hanno avuto più energia e voglia di lottare e sporcarsi le mani. Da quei rimbalzi sono derivate tante transizioni vincenti.
Ma è lo spirito a essere stato quello giusto. Lo stesso che poi ha contagiato positivamente tutti gli aspetti del gioco. Questi 12 (forse 11, vista la marginalità di Holiday) sono i prescelti per l'ultima parte di stagione. Stasera hanno risposto più che “presenti".
Difficile assegnare il premio di MVP. Morgan (16) finalmente è stato letale in attacco, Shengelia e Clyburn hanno come al solito dettato le giocate offensive, ma soprattutto va fatto un plauso a un Nicola Akele che sotto la guida di Ivanovic è cresciuto esponenzialmente e si è ritagliato un ruolo importante in questa squadra, a tutte le latitudini. Questa sera ha offerto una prova difensiva impressionante e tarantolata; soprattutto per come ha tolto dalla partita uno come Mirotic.
Questa Virtus piace. Forse è davvero la volta buona che Bologna ha trovato la sua identità.

Olimpia Milano, è possibile affrontare così una gara del genere?
Ripetiamo la domanda: è possibile affrontare in questo modo una gara cruciale per la sopravvivenza delle speranze di play-in? A maggior ragione sapendo a posteriori che l'Efes ha fatto il colpo a Belgrado.
Milano, invece, di fatto non scende in campo a Bologna. Spaesata e mai capace di offrire anche solo una sequenza di buone giocate in 40 minuti di partita.
E' vero che la squadra è arrivata a questo momento della stagione quasi priva di energie (le ultime gare di Eurolega, scarse di brillantezza, lo dimostrano) e che gli infortuni sono diventati veramente tanti. Ma questi due fattori non possono essere un alibi: l'organico a disposizione era più che sufficiente per vincere o almeno giocarsela contro Bologna.
Il problema è che si è subita una umiliazione, proprio perché, oltre alle scarse energie, è mancato totalmente l'approccio giusto a livello mentale.
Sono emblematici i soli 5 punti di Nikola Mirotic. Silenziato da Akele, fantasmatico, morbido: avrebbe dovuto portare l'Olimpia in spalla e invece si perde al primo tratto del sentiero. Shields non fa di meglio e anche Mannion, invece, di mettere ritmo all'attacco, sbatte ripetutamente contro il muro bianconero.
Ma, aspetti tecnici a parte, è proprio l'atteggiamento milanese ad essere stato incomprensibile in una serata così importante.
E' il terzo anno sotto la Madonnina senza post-season in Eurolega. Solo Alba e Asvel hanno fatto lo stesso. Urgono riflessioni.
