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L'avvio furibondo del Partizan, il risveglio inatteso del Real Madrid, una battaglia senza esclusione di colpi e infine la vittoria blanca: i madrileni con forza volitiva vincono 80-82 gara 3 e rimangono vivi nella serie rimandando il discorso a gara 4 di giovedì.

La gara

La prima notizia è che Tavares gioca. L'inizio del Real è horror: tra palle perse e difesa inesistente in meno di due minuti è 9-0 Partizan. Una squadra è decisamente in campo, l'altra affatto. Mateo prova a cambiare qualcosa con la zona e Madrid inizia a entrare in ritmo anche in attacco andando sul -4. Ma i ritmi si alzano, la transizione difensiva dei blancos non funziona e i serbi trovano triple aperte in modo da tornare in un attimo al +10. La confusione degli ospiti torna ben presto e il Partizan continua a punire i blackout avversari: il 32-19 di fine primo quarto è già chiaro. Il Partizan è ancora energia pura; il Real va d'inerzia.

Inizia il secondo quarto e la certezza è sempre una: Smailagic dall'arco è una sentenza. La difesa blanca è una difesa fantasma: tra tagliafuori mancati e letture assenti i serbi segnano 41 punti in appena 13' minuti di gioco, mentre l'unico che tra gli ospiti continua a lottare strenuamente, come in gara 2, è Rudy Fernandez.

Da qui la gara si ribalta completamente: l'attacco serbo non segna più e gli ospiti riescono finalmente a cavalcare i mismatch con Tavares. Madrid trova fiducia e inizia a difendere più forte e attaccare con molta più contezza. All'intervallo è 48-43, ma ora c'è equilibrio, dal punto di vista dell'energia in campo prima che nel risultato.

I ritmi continuano ad essere alti; il Real arriva a -1, ma i serbi non vogliono abdicare dalla conduzione della partita. Ma il vantaggio madrileno arriva sulla tripla di Hezonja del 53-54: a 15' dalla fine la partita può prendere una piega diversa. La zona del Real continua a creare problemi all'attacco serbo e l'inerzia ora potrebbe essersi realmente spostata. Anzi, pare ribaltata: è la retroguardia Partizan ora ad accoppiarsi male in difesa e a perdere palloni in attacco. Ma in qualche modo sopravvive: trova dei tiri importanti, rimane a galla, e il -3 a fine terzo quarto è quasi un affare.

Il Partizan riparte meglio, attacca il ferro con convinzione e ritrova il pareggio. Seguono tanti errori causati dai ritmi alti, ma anche per una frenesia e per una tensione di nervi che inizia a mostrare i suoi effetti. Mentre le difese prevalgono sugli attacchi e nessuno riesce veramente ad imporsi, Tavares continua a giganteggiare sotto canestro.

Ma nel momento dei campioni dall'altra parte viene fuori James Nunnally che segna una tripla in palleggio delle sue. A poco più di 1'30" dalla fine è 77-77. Step-back e tripla di Williams-Goss che fa un canestro da campione a 30" dalla sirena! Sulla replica Nunnally non trova il pareggio e dopo gli ultimi rocamboleschi secondi il Real Madrid si prende gara 3 ed è ancora vivo.

Partizan Real Madrid

Il Partizan fa (quasi) l'impossibile

Difficile chiedere di più al Partizan che ha giocato, a tratti, una partita commovente. Togliere i due giocatori migliori ai serbi vuol dire non solo depotenziarli decisamente ma anche limitarne anche le rotazioni. Cosa che invece non accade al Real che, come sappiamo, vanta un roster lunghissimo.

Nei primi 15 minuti la squadra di Obradovic è veramente perfetta: nonostante tutti i limiti attacca con grande energia ed efficacia, e difende con enorme fisicità e precisione. Poi le difficoltà di rotazione sono lampanti per i serbi e allora un calo fisico ma anche di esecuzione è normale che arrivi. A quel punto i padroni di casa potevano lasciarsi sopraffare dall'ottima reazione madrilena, condotta con la qualità dei loro innumerevoli uomini.

Invece i bianconeri non hanno mai mollato e sono arrivati fino alla fine a giocarsi la vittoria con una prova che ha decisamente dell'eroico. Il trionfo finale e un incredibile 3-0 nella serie non arrivano per una questione di dettagli e di episodi: se il Partizan avesse vinto questa partita nessuno avrebbe potuto dire nulla.

I rimpianti sono per una fase difensiva che, in alcuni momenti del secondo tempo, ha concesso qualcosa di troppo, e per un attacco che contro la zona madridista ha sofferto tremendamente. 41 punti segnati nei primi 13 minuti; solo 39 in tutto il resto di partita, ovvero 27 minuti. Un dato eloquente che dimostra come la difesa ospite abbia alzato il livello da metà secondo quarto in poi.

La prova di Nunnally è stata quella di un capitano; quelle di Madar e di Smailagic di due giovani che sono cresciuti in modo esponenziale in un anno, che hanno imparato ad essere decisivi ai playoffs e che stanno giocando una serie di altissimo livello. Come tutto il Partizan: dai primi riferimenti fino ai gregari.

Avrebbero vinto con Punter e Lessort in più? Per noi decisamente sì. Giovedì può bastare un Lessort in più? Ancora sì, visto che stasera la differenza più significativa l'ha fatta quella montagna chiamata Walter Tavares.

Il Real Madrid non si arrende: Tavares e Mateo gli artefici della vittoria

Sì, sono di Walter Tavares e Chus Mateo le due grandi firme sulla vittoria blanca di gara 3. Con subito dopo Williams-Goss, autore di quella che è stata senza dubbio una delle sue migliori partite della carriera.

Il Real, in generale, gioca un primo quarto da bandiera bianca, poi, si risolleva con le giocate dei campioni e le idee del suo allenatore. Un risveglio che fino ad allora sembrava impossibile, ma che, infine, è arrivato: meglio tardi che mai.

Grandi meriti, come detto, vanno a Chus Mateo. Quando tutto sembrava stesse affondando, il coach degli ospiti cambia completamente il piano partita e prova a dare una scossa tattica ed emotiva alla partita. Difesa a uomo quando non si fa canestro e difesa a zona quando si segna per fermare il flusso offensivo del Partizan: una soluzione che funziona perfettamente e a cui i serbi non troveranno mai veramente l'antidoto.

Una mossa che ha permesso a Madrid di ritrovare fiducia e speranza, due cose che se alimentate possono fare tanto e infatti hanno riacceso la squadra. Poi tutto non sarebbe funzionato senza lo straordinario apporto di Tavares che, con un ginocchio malandato, gioca quasi 36 minuti registra 26 punti, 11 rimbalzi, 3 assist, 3 stoppate e 41 di PIR. Senza Lessort era normale che fosse il rebus irrisolvibile di Obradovic e così è stato: praticamente immarcabile.

Gli altri grandi meriti vanno a Williams-Goss, uno dei grandi snobbati fra gli esterni madrileni. Eppure da qualche settimana e stasera più di ogni altra volta ha dimostrato di un essere un playmaker che sa mettere ordine, che è in grado di mettere grande presenza difensiva e che, soprattutto, sa segnare anche canestri pesanti. I suoi 22 punti sono staffilate letali alla partita.

Le note negative sono Musa e Hezonja: il primo completamente fuori dalla serie e ciò rimane un mistero, il secondo scollegato dalla partita e spesso disfunzionale nonostante i 14 rimbalzi. Gli unici che non hanno partecipato a una riscossa blanca che ha mosso tutti gli interpreti e che ha ridato vita a una squadra che sembrava morta.

Attenzione: il Real Madrid è vivo e la serie è ancora tutta da decidere.

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