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Alessandro Pajola è sinonimo di palla recuperata. I numeri raccolti nelle prime otto partite di Eurolega lo rendono il migliore degli ultimi 15 anni in questa speciale categoria statistica e in ritmo per infrangere il record all-time della Virtus tenuto dal leggendario Manu Ginobili, risalente all'ormai lontano 2001.

I due recuperi artigliati nella vittoria di giovedì sera contro Valencia gli hanno permesso di riempire la casellina del box-score per l'ottava volta consecutiva nella sua stagione da rookie in Eurolega. E anche il career-high di tre steals, griffato in tre occasioni finora, è un traguardo destinato a essere migliorato a breve.

Alessandro Pajola nella partita tra Virtus Segafredo Bologna e FC Bayern Monaco

4.8 recuperi per 40 minuti, nessuno come Pajola

I numeri, d'altronde, non mentono. Pajola ha collezionato 17 recuperi in 8 partite, pari a una media di 2.1 a gara. È secondo in questa categoria alle spalle di Thomas Walkup (2.4), ma se proiettiamo le cifre sui 40 minuti otteniamo una classifica capovolta. L'efficienza difensiva di Pajola è pari a 4.8 recuperi per 40 minuti, un ritmo infernale che nessun altro giocatore è mai riuscito a tenere negli ultimi 15 anni di Eurolega.

Nemmeno John Brown (3.6), che l'anno scorso fu il primo a infrangere proprio quel record stagionale di Manu Ginobili prima di vedere le sue statistiche cancellate per l'esclusione delle squadre russe. E nemmeno Shaun Stonerook, totem della Montepaschi Siena degli anni d'oro, quella dal sistema difensivo semi-inviolabile. L'ex-biancoverde si colloca al terzo posto nella classifica storica, a quota 3.7. Secondo, dietro Pajola, un insospettabile Sinan Güler, capace di toccare le 3.8 nel 2018-19, sua ultima stagione in Eurolega con il Fenerbahçe.

Alessandro Pajola in difesa contro Parker Jackson-Cartwright nella partita tra Virtus Bologna e Asvel Villeurbanne

Pajola uomo-chiave del sistema difensivo di coach Sergio Scariolo

La qualità difensiva di Pajola è ormai testata e consacrata anche al massimo livello. Anche nella sua stagione da rookie assoluto in Eurolega. Ed è proprio questa sua qualità che sta permettendo alla Virtus di consolidare quel sistema difensivo necessario per riaffermarsi in un campionato da cui manca da oltre una decade. Nelle ultime due gare, vinte entrambe, le Vu Nere hanno concesso 59 punti. La linea di tendenza tracciata da coach Sergio Scariolo si sposta sempre più verso la cura dei meccanismi e delle alchimie nella metacampo difensiva. L'attenzione sulla difesa a uomo è scrupolosa. E la zona 3-2, riproposta dopo l'esperienza positiva con la Spagna, sta cominciando a mietere vittime anche nell'Europa che conta.

Ed è questo il motivo che spinge il coach della Nazionale spagnola a dargli minuti importanti. Pajola sfiora i 18' di utilizzo a partita, nonostante sia sempre subentrato dalla panchina e abbia una media punti appena superiore a quella delle palle recuperate: 2.4 contro 2.1. In quattro gare su otto ha totalizzato più recuperi che punti realizzati. Eppure la sua importanza negli equilibri di squadra è totale.

Alessandro Pajola in difesa su Dante Exum nella partita tra Partizan Belgrado e Virtus Bologna

Pajola-Teodosic, una coppia perfetta per la second-unit

Pajo ha ormai soppiantato Nico Mannion, relegandolo a uomo da brevissimi scampoli o garbage-time. Il confronto tecnico fra i due sorride chiaramente al figlio del grande Pace. Ma la chimica costruita con Milos Teodosic, compagno di reparto da quattro anni, è perfetta per la costruzione di una second-unit complementare al suo interno. E in grado di sostenere con piena forza il tandem titolare composto dai più scafati Daniel Hackett e Iffe Lundberg. Pajola, in questo momento, è insostituibile. Semplicemente perché non esiste un giocatore con le sue stesse caratteristiche, perfette per il ruolo che gli ha ritagliato coach Scariolo.

Se dovesse proseguire su questi ritmi, e nulla lascia intendere il contrario, Pajola toccherebbe quota 71 palle recuperate complessive a fine stagione. Un bottino enorme, superiore, come dicevamo, a quello registrato da Manu Ginobili nella prima annata dell'Eurolega moderna (62), quando la Virtus Bologna allora targata Kinder e allenata da Ettore Messina vinse il titolo battendo Vitoria nell'unica serie di finali giocata nella storia. Il rookie che batte la leggenda. Fiaba pura.

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