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Valencia festeggia la vittoria

Quella che era la gara di cartello della nona jornada di Liga Endesa si trasforma in uno show assoluto di Valencia e in un'umiliazione cocente per il Baskonia.

Finisce 116-91 per la squadra di Pedro Martinez che gioca a un ritmo da far girare la testa e vanta un attacco strabiliante per movimento della palla e varietà di soluzioni.

Dall'altra parte, però, c'è un Baskonia in crisi di risultati (soprattutto in Liga) e di identità. Chi è il leader della squadra? Perché Howard sembra il cugino scarso di quello visto nelle scorse stagioni e anche Moneke rende nettamente al di sotto delle attese? E, soprattutto, rimane la certezza che questa squadra è davvero troppo carta per affrontare la doppia competizione.

Baskonia-Valencia, l'andamento della partita

La partenza taronja è subito forte (7-15 dopo nemmeno 5'), poi qualche palla persa di troppo e qualche attacco sterile (gli unici della partita) portano al controparziale basco sancito dalla doppia tripla di Sedekerskis sul finale di quarto che porta al 25-25.

Da lì è monologo ospite, con gli uomini di Pedro Martinez che sono semplicemente perfetti, aiutati anche dai pochissimi falli fischiati contro (nel secondo quarto l'unico fallo valenciano arriva a soli 8 secondi dalla fine). Il 40-51 con cui si va all'intervallo non racconta pienamente il controllo di Valencia sulla partita.

E infatti nel terzo quarto i taronja straripano e portano i baschi dentro un frullatore da cui non escono più. La squadra di Laso non trova soluzioni e contro-mosse a una pallacanestro vorticante. Valencia segna la bellezza di 36 punti nel solo terzo quarto e sfiora ripetutamente addirittura il +30 di vantaggio.

Dal 25' circa, in poi, è praticamente garbage time e, sinceramente, una cocente umiliazione per i padroni di casa che in Liga dovevano trovare continuità, soprattutto in casa, e invece proseguono la loro discesa nel personale gorgo. 

Il tabellino di Baskonia-Valencia

La bellezza del Valencia Basket di Pedro Martinez

Valencia conduce una gara perfetta dall'inizio alla fine: un'intensità pazzesca per tutti i 40'. La palla che non si ferma mai più di 3 secondi nelle mani di un giocatore, la ricerca costante del tiro migliore e una certezza assoluta in quello che viene fatto in campo.

Non c'è nessuna forzatura, ma sempre la ricerca dell'uomo più libero e del tiro a più alta percentuale. Si vince e si muore di collettivo. E, soprattutto, senza mai tradire la propria identità: correre, correre, correre, e muovere vorticosamente la palla. 

Sette uomini in doppia cifra, dai 18 di Sestina ai 10 di Costello e Puerto. 48% dall'arco (19/39 … 39 triple tentate sono veramente tante), ma soprattutto 28 assist e solo 6 palle perse. Sono numeri che rasentano la perfezione.

Montero è il motore della squadra, Jones sta rientrando al meglio e c'è una perfetta batteria di tiratori da servire: Puerto, Sestina, Ojeleye e Costello. Avere dei lunghi mobili e tiratori è fondamentale a questo tipo di pallacanestro a cui si aggiunge la verticalità vicino al ferro di Brimah.

Vedere Valencia è uno spettacolo. Ma, del resto, non avevamo dubbi a riguardo sin dall'annuncio di Pedro Martinez.

I problemi del Baskonia: qualcosa va cambiato

L'anno scorso, nonostante i limiti di profondità e qualità, il Baskonia aveva un'identità chiara, run&gun. Quest'anno non si capisce che tipo di pallacanestro voglia fare la squadra di Laso: l'impressione è che, a ritmi ridotti, anche giocatori come Howard e Moneke rendano di meno e non riescano a trovare la propria dimensione.

Anche perché, esclusi loro due, a parte un Sedekerskis sempre utile e positivo, il Baskonia scarseggia per qualità a disposizione. Forrest è encomiabile per costanza, sacrificio e solidità: forse, ad oggi, è il migliore dei suoi. Dagli altri arriva troppo poco, anche perché, appunto, le soluzioni sono poche e la squadra è troppo poco profonda. Lo diremo fino alla noia, ma è così.

Anche perché ora il record in Liga dice 3-6 ed è molto più vicino alla zona retrocessione che all'ottavo posto. Certo che mancare ancora una volta la Copa del Rey sarebbe grave. Ma i problemi in casa basca sono piuttosto gravi e non si può prescindere dal mercato. 

Sedekerskis al tiro

 

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