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La prima di Eurolega della nuova Virtus è amara: l'Efes passa alla Unipol Arena dopo una gara equilibrata che ha visto prevalere i turchi nel quarto periodo.

Non una gara tecnicamente eccelsa quella vista a Casalecchio di Reno. Molto fisica, fatta di muscoli e tante sportellate, mentre tante sono state le palle perse da entrambe le parti così come basse sono state le percentuali al tiro dall'arco.

Alla fine la vincono gli uomini di Mijatovic: ha vinto, banalmente, la squadra che ha commesso meno errori. E che nel quarto quarto ha beneficiato delle scariche offensive dei suoi esterni.

Ripercorriamo i momenti salienti della gara con qualche spunto rapido che possa andare oltre la cronaca.

  • Mijatovic parte con Larkin, Poirier, Smits e Nwora in panchina. L'intensità difensiva dei turchi, per fisicità, impressiona fin da subito. Stanley Johnson da ala piccola è enorme: sarà un cliente bruttissimo per tanti attaccanti.
  • Inizia male la transizione difensiva virtussina; il time-out di Banchi ribalta l'energia in campo. Parziale di 12-0 Virtus: la palla viene ribaltata meglio sul lato, la difesa trova le misure, e soprattutto l'intensità delle giocate si è invertito.
  • L'impatto di Diouf: ottimi show difensivi, mobilità, propensione al ferro e soprattutto grande attenzione in ogni giocata. I suoi minuti tra primo e secondo quarto sono stati ottimi. Al contrario il capitano Marco Belinelli sembra ancora lontano dall'ottimale condizione fisica.
  • Ritmi bassi? Meglio per Bologna. L'Efes se non corre fa meno male, i lunghi faticano a trovare vantaggio nell'uno contro uno, mentre la Virtus riesce a condurre il gioco e a tenere in mano il pallino dell'incontro.
  • A fine primo tempo rimane una gara di muscoli, sportellate, fisicità: giocata più sui lunghi che sugli esterni. Oturu e Smits i migliori da una parte; Shengelia dall'altra. L'equilibrio regna all'intervallo dopo un vero e proprio braccio di ferro.
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  • Solito terzo quarto Virtus? Sì. Tanti punti facili concessi, palle perse, intensità ridotta e 0-11 di parziale. In una gara così equilibrata può voler dire dare agli avversari un vantaggio poi difficilmente recuperabile.
  • Morgan vede il campo per la prima volta a terzo quarto inoltrato. Entra e cambia l'inerzia: ridà fluidità all'attacco bianconero che trova tiri molto più aperti e quindi riacciuffa l'Efes nel punteggio. Molto più incisivo anche il secondo stint di Belinelli. Il nuovo vantaggio virtussino passa tutto dalle mani dell'ex London Lions.
  • 56-57 Efes: seguono una tripla di Beaubois e due consecutive di Larkin, tutte e tre senza nemmeno toccare il ferro ovviamente. Due esterni del genere sono capaci sempre di vincere una partita o orientarla significativamente come in questo caso.
  • Banchi forse insiste con dei quintetti a scarsa propensione offensiva con in panchina contemporaneamente Morgan, Clyburn e Tucker. L'impressione, però, è che nel finale servano l'estro e il talento per rintuzzare l'ennesimo allungo turco.
  • Mijatovic, nei momenti cruciali, va con i giocatori dello scorso anno: Thompson, Larkin, Beaubois, Willis e Oturu. Pochissimi minuti per Stanley Johnson; Jordan Nwora quasi per nulla utilizzato nel secondo tempo. Ha vinto la continuità.
  • MVP: Daniel Oturu. 14 punti, 9 rimbalzi, ma soprattutto una presenza fisica costante che è stato un rebus per i lunghi della Virtus. Emblematica la situazione in cui Shengelia prova a dargli una spallata, ma lui non si sposta di un millimetro.

Percentuali e palle perse

Come si diceva sopra, tante palle perse e poca continuità sia da una parte che dall'altra parte. E' pur sempre la prima giornata.

La Virtus fa 18 perse e 14 assist: impossibile vincere con questi dati, se poi viene aggiunto anche il 25% dall'arco. L'Efes non fa poi così meglio (13 assist e 13 perse), ma è sufficiente per vincere la contesa.

Entrambe le squadre sembrano lontane dalla condizione fisica migliore. La Virtus, tra le due, sembra quella più indietro proprio perché ha molti giocatori in momenti di forma diverse: alcuni sono ancora evidentemente acciaccati o poco brillanti. Senza contare che Grazulis non è ancora disponibile così come Cacok e quindi il numero di lunghi disponibili si assottiglia.

Le fatiche dell'attacco Virtus, i meriti della difesa Efes

Sono i due aspetti, consequenziali ovviamente, che hanno più influenzato la partita. La difesa turca è stata di grande livello: la fisicità del team di Mijatovic ha spesso asfissiato la fluidità dell'attacco virtussino che, spesso, ha dovuto forzare, dovendosi scontrare contro i corpi avversari.

Ovvio che tutto funziona peggio se il tuo prima terminale offensivo, Will Clyburn, è in serata no e non segna nemmeno un punto. Morgan ha cambiato l'inerzia della gara nel terzo quarto, ma i turchi sono stati bravi a togliergli le penetrazioni al ferro. Tucker ha visto poco il campo, Belinelli è lontano dalla condizione migliore.

La Virtus ha provato ad aiutarsi, è riuscita per lunghissimi tratti a stare in partita e a provare a vincere contro una squadra enorme fisicamente, ma, ad oggi, la condizione fisica globale non permette altro. La gara di settimana prossima contro l'Asvel sarà già importante per mettere ulteriore benzina nelle gambe provando a portare a casa la vittoria.

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