L'Olimpia continua il cammino positivo dell'ultimo mese di Euroleague

Dopo la batosta delle Final Eight di Coppa Italia, le scarpette rosse tornano alla stagione di Euroleague, che, come da un paio di partite a questa parte, sta cautamente sorridendo. Il 78-76 concretizzatosi negli ultimi dieci secondi è il terzo risultato utile consecutivo per l'Olimpia.

Un Pana in cerca d'identità, a pochi giorni dal trauma contro l'Olympiacos e della separazione da Radonjic, non si è dimostrato abbastanza coriaceo da strappare il successo in trasferta.

Olimpia batte Pana - Eurodevotion

Il racconto dal Forum della sfida in classico stile Eurodevotion.

L'inizio, l'attacco biancorosso e un vantaggio costante

L'approccio alla gara non è stato brillantissimo per l'Olimpia, che ha cominciato subendo una maggiore lucidità ospite, il Pana gioca sui vantaggi offensivi chiari a disposizione, tanto di Papagiannis su Hines, quanto dei propri esterni su Datome, riuscendo a dettare il ritmo della gara nelle prime battute.

Le scarpette rosse si reggono sull'eroismo del loro leggendario centro, sulle iniziative di Napier e sulla personalità del campione sardo, ma i greci sembrano avere qualcosina in più. Non serve molto, però, perchè l'inerzia cominci a mutare, il gioco inizia a venire appoggiato sotto, in particolare a Nik Melli, che viene cercato molto proficuamente in avvicinamento al ferro.

L'attacco biancorosso trova una buona riuscita nella fluidità d'espressione, nella velocità di movimento del pallone, consentendo nel corso del secondo quarto un vantaggio che bene o male sarà conservato per tutto il match di lì in avanti.

Senza riuscire mai davvero a scrollarsi gli avversari di dosso, l'Olimpia guadagna però una leadership tecnica ed emotiva sulla gara. A cominciare da un'anima battagliera e bellicosa sotto i tabelloni, rappresentata dalla grande foga a rimbalzo offensivo, intensamente collettiva. Nel 40-28 a rimbalzo conclusivo, c'è un 14-6 nelle carambole offensive più che determinante.

A questo si unisce, dopo il contributo di Melli, quello di un indemoniato Brandon Davies, utilizzato molto più per degli stint da ariete in post, che con grande volume d'impiego, secondo un intento che ha anche spiegato Messina nel post-gara. 16 punti in 17' di grande prorompenza spalle a canestro, l'americano ha giocato con cattiveria ed è riuscito a mettere in difficoltà ogni difensore opposto dal neo-coach ateniese Serelis, da Papagiannis a Williams, per motivi diversi in affanno a frenarlo.

L'Olimpia è anche aiutata da una più che discreta riuscita dall'arco, così arriva con tutti i migliori auspici sopra elencati alla volata conclusiva del match.

Un finale turbolento

Proprio in occasione della sfida d'andata con il Pana era stato estremamente evidente quanto i problemi di questa squadra fossero messi a nudo in tutta la loro drammaticità nei finali di partita, la serata di ieri ha ironicamente riproposto un contesto simile, che ha visto l'Olimpia però uscirne a testa alta.

Bisogna dire che il fallo che ha mandato in lunetta Melli è sembrato un poco generoso e la gestione dei minuti finali è stata salda a livello mentale, non così particolarmente brillante dal punto di vista tecnico-tattico. I biancorossi hanno trovato il modo di spuntarla, dopo aver concesso sconsideratamente ai greens l'occasione di rimettere tutto in discussione.

Detto questo, l'Olimpia ha intascato un successo comunque decisamente meritato, per quanto si è visto sul parquet, al di là del rischiato ribaltone all'ultimo secondo. Bacon manca prima una tripla potenzialmente spacca-partita, poi l'aggancio sul possesso finale, con una conclusione nient'affatto semplice tentata dall'ex Magic contro Tonut.

La vittoria è pur sempre una vittoria e consente a Milano di provare a guardare con fiducia alla propria stagione, ponendosi piccoli obiettivi di partita in partita, senza lasciare che tre mesi di aridità competitiva su tutti i fronti non affossino orizzonti di ogni sorta. L'avversario era scalchignato e orfano di un sistema ancora in fieri, oltre ad essere portatore di una pallacanestro mediocre, ma si tratta solo di considerazioni necessarie a proporzionare il successo, non a sminuirlo.

I protagonisti sono stati svariati. Di Davies e Melli in parte abbiamo già detto, si possono solo spendere due parole sulla scelta di alternare due schieramenti dei lunghi diversi da parte di Messina, uno che prevedesse la compresenza di Melli e Voigtmann e uno che chiamasse in causa Hines e Davies, i due quattro e i due cinque rispettivamente accoppiati. Delle lineups che hanno pagato dividendi, nel bilanciamento difensivo, nelle spaziature nel caso del primo, e che potranno avere un ruolo decisivo nelle sfide del futuro.

Napier ha giocato una buona gara, non sempre perfetta, ma incisiva dei numeri, dimostrandosi ineluttabile sulle triple dalla punta.

Tonut poi davvero ottimo, sia per sforzo difensivo encomiabile, anche su Bacon, ma pure per quella sua speciale caratteristica di essere così travolgente ed esplosivo sul primo passo, specie nell'attaccare i close-out sulla linea di fondo, cosa che ha fatto con convinzione ben più di una volta. Situazione tattica decisamente florida inoltre quando la circolazione di palla vola rapida ed è ben ritmata, come ha molto puntualmente spiegato il coach catanese su nostra domanda.

Partitaccia per TLC, che continua a palesare limiti di scelte e di comprensione delle situazioni, mentre Mitrou-Long gioca una gara molto composta, dove non eccelle, ma non deraglia e conduce a termine il suo compito, quasi nell'ombra.

Nonostante tutto questo, la sfida tra una settimana contro l'Olympiacos sembra e rimane tutt'oggi quanto mai proibitiva.

Il Pana e l'enigma dell'attacco green

Come dicevamo, il Panathinaikos sfidava l'Olimpia in una situazione un po' particolare, dovendo ricalibrare ambizioni e prospettive dell'ennesima annata grigia degli ultimi anni. Infatti i greens si trovano all'incirca in una situazione stagionale simile a quella milanese, seppure aggravata dall'allontanamento di Radonjic.

Quella vista al Forum è una squadra che conserva delle individualità, ma non ha un'impronta tecnica riconoscibile, e che ha presentato più di un difetto sia offensivamente che difensivamente. Il grande momento di incisività ateniese sulla partita è stato quello del quintetto con Williams da cinque, che ha confuso per un più di un'azione la retroguardia biancorossa, con l'americano spesso opportunista a colpire da fuori, portando fuori il lungo dell'Olimpia (Davies).

L'ex Fener, coadiuvato da un impreciso Bacon e da Paris Lee, ha tenuto a galla un Pana che si appiglia spesso alle individualità, ma non sa trarne la giusta abilità d'innesco per la manovra di squadra.

Come abbiamo ricordato a Serelis il Pana è il quarto pace della lega, con un bottino per niente corrispondente al volume di possessi, che ne fa il sedicesimo offensive rating di EL. Ha riconosciuto che la squadra non trova mai il tiro aperto, che alle situazioni di isolamento non genera mai l'extra-pass necessario.

Alle ISO di Bacon (Dwayne), ribattiamo con il pensiero di un altro Bacon (Francis), filosofo del '600, che teorizzò che il sapere era finalizzato al dominio sulla natura: quando e se l'attacco del Pana avrà un po' più di auto consapevolezza, sapienza e sagezza (il nuovo coach ha fissato addirittura a 20 assist a gara l'obiettivo), potrà tradurre la sua azione in dominio del parquet.

L'Efes in casa sarà richiamo all'orgoglio, in un percorso tecnico nuovo tutto da costruire, con pochi grandi obiettivi rimasti ora sul tavolo.

Photo credit: olimpiamilano.com e euroleaguebasketball.net

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