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Alla Segafredo Arena sono stati 40 minuti di grande battaglia e furore agonistico: a vincere è la Virtus Bologna, dopo la strenua resistenza dell'Olimpia.

Vince la squadra che è stata più costante e convincente in questa prima parte di stagione, mentre Milano ha mostra un'ottima reazione e diversi segnali di crescita che, però, non sono ancora sufficienti per prendersi una vittoria.

Il racconto della partita

Parte bene l'Olimpia, facendo subito valere il vantaggio di stazza a rimbalzo e in situazioni di post. Melli e Shengelia si rispondono di tripla, Belinelli punisce sistematicamente dall'arco contro una difesa milanese che sta intasando bene l'area. L'attacco di Messina muove bene la palla, trova buoni tiri e li segna: EA7 avanti 15-20. Non è una Virtus brillante fino ad ora, Milano è migliore ma non ne approfitta fino in fondo. 21-26 dopo 10' con gli attacchi migliori delle difese e un'Olimpia più lucida.

Hines è un fattore: sotto canestro tutti i palloni vengono catturati e trasformati dalle sue mani. La Virtus recupera qualche pallone, trasforma e si rifà sotto; Messina chiama prontamente TO e l'Olimpia recupera energia rimanendo avanti. Dobric firma un break di 4-0 e quindi è parità a 33. Milano trova punti facili in transizione, ma Bologna continua a costruire buoni tiri e Abass trova due grandi triple consecutive che procurano il primo vantaggio virtussino: 43-40. La Virtus gioca un'ottima chiusura di quarto su entrambi i lati del campo e va all'intervallo sul 45-40.

Bologna parte subito con una zona 3-2 per mischiare le carte, ma l'Olimpia riparte bene e ricuce prontamente. Lo continua ad essere uno dei riferimento offensivi milanesi della serata e tutta Milano gioca con intelligenza: 50-54 e inerzia invertita nuovamente. Hackett risponde con un parziale da 8-2, l'intensità si alza e si alternano sorpassi e controsorpassi. Entra Abass e fa 4/4 da tre nello small ball virtussino, rimettendo un passo avanti da quell'equilibrio costante. 65-63 prima dei 10' finali.

Gli attacchi faticano a costruire buoni tiri ad inizio di quarto. La Virtus fa un parziale di 5-0 di pura grinta e va sul +7 e continua a cavalcare un ispiratissimo Lundberg che segna 10 punti in appena 5 minuti. Milano, in un momento di difficoltà, si appella a Mirotic e Shields in attacco, e rimane aggrappata alla partita. Voigtmann trova un parziale da 5-0, Mirotic dall'angolo e allora l'Olimpia è a -3 a 2' dalla fine. Sull'81-79 Lundberg trova una tripla pazzesca dal palleggio e si prende un fallo sull'azione successiva: è l'uomo del quarto quarto virtussino con 17 punti negli ultimi 10 minuti! E allora la Virtus, di voglia, si prende la vittoria 86-79!

E' forse la migliore Olimpia dell'anno, ma non basta

L'Olimpia Milano non gioca una cattiva partita, soprattutto guardando alle prestazioni viste nelle scorse settimane.

La squadra di Messina ha lottato per tutti i 40 minuti, ha giocato ottimi frangenti di gara con un attacco che ha fatto vedere buone cose. Poi, l'attacco, come al solito, si è fermato soprattutto nel quarto quarto e lì non c'è nulla da fare: l'assenza di PG di livello rende questo problema strutturale e difficilmente risolvibile.

La nota più negativa è stata ancora la difesa: troppo disattenta (soprattutto sui tagli backdoor) e troppo labile in diverse circostanze. Non è questa la difesa a cui l'Olimpia ci ha abituato negli ultimi anni, però l'incapacità di mettere anche fisicità con un roster così strutturato rimane ancora un punto da risolvere insieme a una panchina che ha prodotto poco, anzi pochissimo.

Il rapporto assist/perse non è malvagio (18/13), così come il 41.4% dall'arco. Deficitario il 9/16 ai liberi, la non creazione offensiva dell'ultimo quarto e le disattenzioni difensive. Per il resto, Mirotic e Shields hanno risposto da campioni (16+21 punti), Melli e Lo sono state le due migliori versioni della stagione, e Voigtmann e Hines hanno dato contributi importanti.

Non c'è dubbio, quindi, che sia stata una delle migliori versioni dell'anno dell'Olimpia. Non è bastato perché davanti c'è stata una ottima Bologna. Ma dei passi in avanti si sono visti: da qui bisogna continuare però e non tornare indietro.

La partita di Lundberg e Abass: la Virtus vince ancora di voglia e di squadra

Sacrificio, determinazione, voglia, furore agonistico: ormai queste sono quattro prerogative note e imprescindibili della Virtus Bologna di Luca Banchi.

Anche questa sera sono state decisive in una partita assai equilibrata che è stata deciso dalla mentalità bianconera capace di fare la differenza nei dettagli e di salire di livello quando più contava, nel quarto periodo, con delle giocate di grande lucidità.

Per vincere contro una squadra come Milano che poteva chiudere benissimo l'area e in emergenza nel reparto lunghi, era importante tirare bene dall'arco e così è stato: 45.8%. Benissimo anche la gestione dei palloni: 20 assist e 7 palle perse sono un rapporto di grande valore che dimostra la qualità della partita degli esterni virtussini.

L'attacco ha alternato ottimi momenti ad altri in cui la palla si è fermata troppo nelle mani dei giocatori, mentre la difesa è stata decisiva quando c'è stato bisogno di vincere, alzando il tasso di fisicità, ruotando ottimamente e cambiando in modo intelligente. Poi la partita l'hanno vinta anche i due jolly che rispondono al nome di Abass e Lundberg - oltre al solito Shengelia da 14+6.

Lo avevamo scritto ieri: Abass era l'uomo indicato per sostituire Mickey nelle rotazioni. Così è stato e l'arma tattica che lo ha visto in campo da stretch four è stata fastidiosissima per Milano. Abass è poi entrato con la testa giusta e ha preso fiducia tiro dopo tiro chiudendo con 14 punti con 4/5 dall'arco.

Lundberg (19 punti e 5 rimabalzi), poi, uscendo dalla panchina e silente fino al quarto quarto, ha giocato un ultimo periodo da leader e scorer inedito. Ha attaccato costantemente il proprio uomo battendolo e segnandolo, ha segnato da fuori, ha gestito benissimo i palloni che gli sono passati dalle mani.

Una grande rivincita per l'ex Cska che ha dimostrato il suo valore, ma un altro grande segnale da parte della Virtus che ha dimostrato ancora una volta la sua forza di coesione e la compattezza del suo collettivo. Ora non sarà facile gestire forze ed energie in vista della vista di Oaka tra 48 ore, ma il peso specifico della vittoria di questa sera è una grande dose di rifornimento nel serbatoio virtussino.

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Il periodo nero della comunicazione Olimpia, a firma Ettore Messina
L'Olympiacos vince di squadra