Nunn è di ghiaccio, il Pana sorride, ma la Virtus ritrova la sua veste migliore
Serata di gala alla Segafredo Arena, stracolma per l'ormai abituale "sold out", il quinto consecutivo che è risposta di un popolo che arde di passione verso il gioco più bello del mondo.
In città c'è il Pana, oggi uno degli avversari più duri che si possano incrociare, reduce da un 10/4 da inizio anno che include W prestigiosissime contro rivali come Monaco, Fenerbahçe, Real Madrid, e Barcellona. Praticamente tutte le prime della classifica sono cadute sotto i colpi degli uomini di Ataman, con l'eccezione degli arcirivali cittadini dell'Olympiacos, ferita ancora aperta per i "greens" viti gli esiti stagionali sino ad ora.
Bologna arriva dall'ora più buia e vuole, deve ricominciare a vedere quella luce che ha brillato per tanti mesi, almeno sino alla sosta delle coppe nazionali. Gli ospiti vogliono uno dei primi quattro posti, perché un fattore campo come Oaka può fare tutta la differenza del mondo.
LA GARA
Inizio di una fisicità esorbitante, la Virtus inizia con la giusta aggressività, ma il Pana è sontuoso, oltre la perfezione. 6/6 dall'arco e 6/7 da due sono dati incontrastabili: il +10 è risultato immediato. Grant e Sloukas segnano qualsiasi cosa gli passi per le mani: momenti di onnipotenza. La Segafredo ha il merito di resistere, lottare e rimanere sotto la doppia cifra. La tendenza greca deve e dovrà cambiare. 28 punti segnati in un quarto per i greens, dato più che eloquente.
L'intensità anche difensiva è impressionante, il Pana vola presto sul +17, con merito. I rimbalzi offensivi sono un altro aspetto in cui i greci stanno scavando il solco. Zizic e Polonara danno grande energia e brio in entrambe le metacampo, le vu nere aggrediscono meglio le palle vaganti e si riavvicinano. Ma si accende anche Nunn e sono guai, con le percentuali che non si abbassano. La Virtus però è encomiabile e con uno sforzo notevole contro la grande difesa ospite rimane aggrappata alla partita. Gli animi si scaldano e Lessort si prende un antisportivo su Belinelli. Ma è 39-51 all'intervallo.
La Virtus rientra con gli occhi di fuoco, vuole fare un'altra folle rimonta, condotta da un Belinelli trascinante. E le vu nere tornano sul -6 dopo tempo immemore, con l'Arena che si infuoca. Difesa ruvida e transizione: sono queste le chiavi del grande terzo quarto bianconero. Sloukas trova ancora delle giocate da campione assoluto. Ma Bologna è viva, combatte e chiude il terzo quarto solo a -6.
L'energia virtussina diventa straripante, ringhia su ogni pallone e torna a -1. Nel momento difficile ancora Sloukas a dire la sua: canestro e fallo in attacco subito. Ha smorzato l'inerzia bianconera che commette 4 perse consecutive sanguinose. Ma è tempo di Lundberg ed è tempo di pareggio a quota 69: 5 minuti di battaglia totale. La tripla di Dobric illude la Virtus, poi un pizzico di fortuna e la mano letale di Nunn regalano la vittoria al Pana all'ultimo secondo.
LE CHIAVI e MVP
Il Pana ha toccato il 75% all'arco nel primo tempo; poi calato al 42.3% com'era normale che fosse. Ma a fare la differenza sono stati i rimbalzi offensivi: 14. Di cui alcuni decisivi, come quello nel finale di Grigonis che ha ritrovato il pareggio proprio quando la Virtus sembrava poter prendersi la vittoria in seguito alla tripla di Dobric.
La Virtus nel secondo tempo è cresciuta in modo esponenziale, ha tirato meglio dall'arco, ha ritrovato una grande difesa e ha registrato 21 assist: la qualità offensiva è tornata ad essere notevole. Solo 13 gli assist dei greci, ma sappiamo come la pallacanestro di Ataman abbia un'impostazione diversa. Che ha trovato una dimensione solidissima, che pare lanciata verso la fase finale della competizione.
La rotazione dei greens è stata di otto uomini, anche se quelli realmente impiegati da Ataman sono stati sei. Sono i sei prescelti del coach turco che, già da molti mesi, ha asciugato nettamente i minutaggi della squadra.
Sloukas (20) è stato trascinatore per tutta la partita: giocate decisive, pesantissime, canestri impiccati da grande campione, senza farsi mancare anche un po' di trash talking. Nunn (16), invece, ha chiuso la partita, con la consueta facilità che ha di fare canestro, assorbendo i contatti e trovando sempre in penetrazione la via giusta.
Ma l'MVP è proprio Sloukas: leader tecnico ed emotivo della serata. E lo sarà anche nei prossimi mesi. E' stato ricoperto di soldi per questo.
Così fa male, ma la Virtus è tornata
Il primo tempo sembrava un dominio incontrastato; una superiorità netta da parte del Panathinaikos. Ma la Virtus aveva dimostrato fin da subito un'energia diversa, una voglia e una capacità di lottare diverse rispetto alle ultime uscite.
Quando le percentuali ospiti sono scese ad essere qualcosa di meno di paradisiache, le vu nere sono tornate sotto, hanno alzato la difesa, portandola ad essere la base essenziale della rimonta: 51 punti subiti nel primo tempo, 30 nel secondo.
Da lì è scaturita un'ottima transizione offensiva, unitamente a una circolazione di palla che è tornata a brillare e a fare male anche a una difesa solida e organizzata come quella dei greci. Così è arrivata la consueta rimonta della Segafredo Arena che ha fatto tremare i polsi al Pana che, però, allo stesso tempo, da grande squadra (meritatamente seconda in classifica) ha saputo comunque prendersi la vittoria.
Belinelli (17) e Shengelia (19) sono stati i due trascinatori, Pajola è stato eroico: eccezionale nei suoi interventi difensivi. Ma tutta Bologna ha avuto una faccia diversa: energica, aggressiva, famelica di vittoria. Le gambe sono tornate a seguire la testa e questo, anche se può sembrare retorico, deve lasciare il sorriso a squadra e tifosi. Perché se ritorna la condizione fisica, possono tornano il gioco che per mesi ha illuminato l'Europa, le vittorie e anche i sogni.
E' arrivata la quinta sconfitta consecutiva, ma la Virtus ha ritrovato la sua veste più bella, quella che le permette di lottare e vincere contro le regine del ballo.