Brescia è Davide, l'Olimpia Golia. Schock biancorosso a Torino
Il primo upset delle Final Eight è servito, Brescia fa secca l'Olimpia
Un'altra pagina nera di una stagione maledetta per le scarpette rosse, l'Olimpia perde i quarti e saluta la Coppa Italia, variando la propria espressione di gioco su di un pendolo che oscilla tra il mediocre e il pessimo.
Festeggiano così gli uomini di coach Magro per 75-72, trionfando con merito e rappresentando il tipico upset che in una Final Eight non può mai mancare.
Le impressioni sulla Caporetto biancorossa nei punti di Eurodevotion.
Difesa, attacco e i quarti centrali
L'Olimpia la perde in difesa e la cestina in attacco. Lo specchio, opposto e contraddittorio, è quello dei quarti centrali.
I quarti centrali sono infatti epitome della gara delle rispettive rappresentative, dopo i primi 10' ancora interlocutori e prima degli ultimi tutto sommato equilibrati, seppur favorevoli negli episodi chiave ai biancoblù.
Il secondo quarto è trionfo bresciano (25-10), fomentato dalla docile ed imbelle difesa proposta dalle scarpette rosse, il vero peccato originale della sfida, anche perché fortemente ingiurioso e irrispettoso del DNA di questa squadra. E' anche l'attacco, comunque a battere in testa più del dovuto e ad aggravare la situazione.
Dopo un primo quarto di discreta condivisione del pallone, l'Olimpia non riesce a trovare un vantaggio e attacca senza convinzione e soprattutto senza la più pallida idea di quali possano essere i punti deboli di Brescia da colpire, quali gli spazi da puntare e attaccare. Nella nostra preview avevamo indicato come fondamentali per Milano la capacità di controllare il ritmo e di attaccare con pazienza ed acume, niente di più diverso da quello che è accaduto, specialmente nel secondo quarto.
La ripresa ha però visto un risollevarsi della prestazione biancorossa, con un doppio rimbalzo della parabola discendente difensiva e offensiva. La morsa dell'EA7 si è stretta e finalmente gli uomini di Messina sono tornati in partita, riuscendo a creare e convertire i tiri giusti, convertiti da Datome e da Baron. 14-0 e poi vantaggio recuperato a 23'' dalla fine del terzo (26-11 il parziale complessivo).
Le scarpette rosse si sono quindi riappropriate del match e hanno tentato l'allungo con il +5 agli albori degli ultimi 10', ma è durato poco, pochissimo. Una fase di partita di bruttezza rara ha tenuto in equilibrio il risultato, finché i ripetuti errori milanesi non hanno concesso al team di Magro di imboccare la corsia di accelerazione nella volata finale.
Persa di Napier nell'avanzare verso la metà campo, tiro aperto di TLC sbagliato, fallo folle dello stesso francese su ADV: le tre istantanee che condanneranno l'Olimpia alla cicuta torinese.
Brescia, Davide e Golia
Diceva un mio caro amico che il fascino della Coppa Italia sono proprio gli stravolgimenti, i ribaltamenti, gli shock, perché la gente infondo, se deve schierarsi dalla parte di Davide o Golia, sceglierà sempre Davide. E gioiranno quando sarà lui a vincere.
A tifare Golia non c'è gusto, e allora da questo punto di vista Brescia ci ha regalato l'ennesimo capitolo nella lunga lista delle pagine di epica dello sport che hanno animato la storia delle Final Eight.
L'impresa stavolta è più roboante per il rumore dell'illustre caduta che ha provocato, più che per la brillantezza della prestazione offerta. Intendiamoci, Brescia ha conseguito un successo meritatissimo e prestigiosissimo, ma è stato quasi fin troppo facile martoriare nel primo tempo una difesa così tanto disattenta, quanto incredibile vedere la sequela di orrori prodotti dai biancorossi in tema palle perse.
La tenuta psicologica è però stata a tutti gli effetti di quelle ferree, che solo degli eroi epici sono in grado di presentare. A partire dall'approccio, dalla convinzione e dalla personalità, non facili da sfoggiare dopo 6 sconfitte consecutive, per chiudere con la durezza di replicare e risorgere dopo la controffensiva biancorossa.
Il tutto con ritmo nei momenti migliori, con la capacità di far fluire il gioco dagli esterni ai lunghi, con la lucidità di colpire molto bene dentro al perimetro (61,3%), anche nelle difficoltà da fuori (25%).
I protagonisti del poema dell'aedo Magro? Il dirompente Gabriel, autore di una partita di grande aggressività, il salvifico Massinburg, che è stato arma offensiva di affidabilità, continuità e precisione (16 punti), il pugnace Petrucelli, primo firmatario di giocate di peso specifico decisivo, il prodigioso Burns, chirurgico in più di un caso, e il maturissimo Della Valle, capace di essere molto misurato e di incidere tantissimo anche in una serata di imprecisione al tiro.
Brescia, l'ennesimo Davide con velleità di grandezza. Pesaro sta aspettando.
Il futuro di una stagione
Questa è la prima volta che l'Olimpia perde un trofeo italiano contro una squadra diversa dalla Virtus dalla Coppa Italia 2020, quando a Pesaro capitolò contro la Reyer nel primo anno di Messina. Un dato che simboleggia bene lo status che questo team si è costruito negli ultimi anni, di una superiorità netta e schiacciante sulla quasi totalità delle competitor italiche, al di fuori dell'unica in grado di tenerle testa.
Oggi, una delle residue certezze in fumo. Oggi, l'ennesima cocente delusione di una stagione che non accenna a decollare addensa ancora di più le nubi sulla Madonnina.
La consapevolezza di un fallimento europeo che resta imperdonabile era comunque lenita dalla prospettiva di una stagione italiana che avrebbe potuto conferire comunque la salvezza della stagione ed una conferma di predominio domestico. La terza stella, la realizzazione di una dottrina Monroe tricolore applicata alla pallacanestro, insomma.
Una sconfitta del genere però torna a destabilizzare un ambiente che sembrava avviato ad una progressiva ripresa. Una sconfitta del genere dice molto del perché questa squadra fatichi a trovare la luce. Se in una partita dentro-fuori ti permetti di rinunciare alla tua identità difensiva e, dopo una rimonta fulminea, non dimostri la cattiveria e la fame di strappare la vittoria dinnanzi ad innumerevoli occasioni, innanzitutto strameriti l'eliminazione e, in secondo luogo, devi capire che così non puoi pensare di fare alcunché di concreto per l'ultimo obiettivo realistico rimasto, lo scudetto.
Le responsabilità di Messina e dello staff in una disfatta del genere sono chiare ed evidenti, certe prestazioni individuali sono sintomatiche e preoccupanti. Napier ha rappresentato per larghi tratti del primo tempo unica fonte di gioco offensiva, a prescindere da qualche imperfezione, ma poi ha collezionato tutta una serie di superficialità ed incertezze che sono costate possessi sanguinosi (6 perse). All'Olimpia serve leadership tecnica spiccata e, se Shabazz ha fatto bene a presentarsi in punta di piedi, è necessario che prenda per mano i suoi senza esitazioni.
Davies, come avevamo ricordato primo in usage percentage per l'Olimpia in Lba, si infila la divisa per giocare un secondo quarto orrido e non entrare mai più. Com'è possibile che un riferimento del genere abbia questo rendimento e impiego più o meno conseguente in una partita di questo genere?
Hall, che abbia o no un play vicino, è mediocre dall'inizio dell'anno, Luwawu-Cabarrot fa bene più di una cosa per poi incappare nelle solite follie nell'ultimo minuto di gioco. Chi scrive stima molto il suo profilo tecnico, ma è ormai evidente che, in quanto a QI, il francese è molto indietro, soprattutto nel crunch time è troppo inaffidabile per essere così spesso preteso protagonista.
Alcuni casi emblematici di come l'Olimpia, nonostante i sussulti positivi che ha avuto in stagione, si sia trovata sempre a riguardarsi allo specchio e contemplare problemi molto simili, forse non riuscendo a farlo in profondità, forse non essendosi guardata negli occhi dell'anima nel modo giusto.
La Coppa Italia è crudele a volte, nell'immediatezza distrugge, tuttavia era troppo importante per rilanciare l'annata di magra. Il peso psicologico è ben più incisivo di ogni altro, avendo perso la squadra l'occasione di darsi fiducia. Se non altro da adesso ci sono tre mesi e un solo focus possibile...
Photo credit: olimpiamilano.com e legabasket.it