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Il derby di Belgrado è sempre un qualcosa di speciale, e la sfida di ritorno di ieri sera, dopo quel tiro di Nedovic che aveva gelato i tifosi del Partizan alla Stark Arena, non ha fatto assolutamente eccezione.

Lo spettacolo è stato, probabilmente, più sugli spalti che in campo, ma è anche normale così in una partita dall'altissima tensione e peso specifico.

Il Partizan si impone per 78-79 e aggancia la Stella Rossa a 10 vittorie e 11 sconfitte, rendendo la classifica ancora più corta di quanto non lo fosse già.

TUTTI I LIMITI DELLA STELLA ROSSA

Ciò che è emerso chiaramente dal derby del Pionir è che la Stella Rossa, dopo l'ascesa incredibile dall'arrivo di coach Ivanovic, comincia ad essere studiata a dovere dagli avversari ed iniziano ad esserle tolte molte soluzioni offensive.

Il Partizan di Obradovic, infatti, rischia qualcosa (anche perchè azzerare il rischio è impossibile) su Vildoza e Nedovic, oggettivamente in un grandissimo stato di forma, e toglie tutte quelle soluzioni alternative ai due pilastri della Stella Rossa. Abbastanza esplicativi sono i 49 punti segnati dalla coppia biancorossa sui 78 totali, col solo Dobric come altro giocatore in doppia cifra (sono solo 4 i giocatori che hanno segnato più di 2 punti in totale).

A questo si aggiunge una (conseguente) pessima fluidità offensiva, che ha portato a dover attaccare molto spesso negli ultimi 6 secondi dell'azione senza aver creato nulla, dovendo sperare nelle invenzioni di Vildoza e Nedovic appunto.

Petrusev è l'unico che si salva sotto canestro (8+10), se non altro per energia, ma l'impressione è che tutto il pacchetto lunghi della Stella Rossa sia andato in grandissima difficoltà contro la fisicità e l'atletismo dei pari ruolo del Partizan.

Martedì la sfida delicatissima a Bologna contro la Virtus, reduce dalla brutta prestazione di Monaco di Baviera.

UN PARTIZAN MOLTO DISCIPLINATO

La più grande differenza tra il Partizan di inizio stagione e quello attuale è sicuramente la capacità di stare dentro il piano partita anche nei momenti di difficoltà e lontano dall'appoggio del proprio pubblico.

Ieri sera una grandissima dimostrazione di tutto ciò, avendo sempre la lucidità per attaccare spalle canestro i mis-match favorevoli e di punire dalla lunga distanza quando la difesa collassava in area. In più, encomiabile lo sforzo nel lottare sotto i tabelloni da parte di Lessort e soci, che perdono sì la lotta sotto i tabelloni, ma solo a livello puramente numerico, perchè nel quarto periodo garantiscono possessi cruciali al Partizan, poi trasformati in canestri.

Da sottolineare le prove di Leday (20 punti), certamente non noto per essere un cuor di leone, e di Dante Exum, che sembra essere l'uomo su cui Obradovic fa affidamento più di chiunque altro, venendo ripagato da un 20+4+5 dell'australiano che gli vale il premio di MVP della partita senza alcun dubbio.

In generale, una prova di orgoglio e durezza mentale mica da ridere, che rigetta definitivamente gli uomini di Obradovic alle porte dei playoff, sperando di poter giocarsi le chance finali in casa davanti ai 18.000 della Stark Arena.

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