Paris 2024 ci regala la finale tra Francia e USA. Due semifinali diverse che hanno premiato gli uomini di Collet e di Kerr: sabato alle 21.30 si assegna l'oro con ovvi favori del pronostico per gli americani, però i transalpini sono l'avversario peggiore.

Venerdì scorso è stato un massacro, ben oltre l'85-71 finale. Lille ha fischiato i propri beniamini, presi a schiaffoni al limite dell'umiliazione da una Germania perfetta. La Francia sembrava finita lì, dopodiché in pochi giorni Collet (sì, quando allena elogiamo anche lui!) ha confezionato il miracolo contro il Canada, con una serie di scelte decise un poco aiutate dalle circostanze (mini guaio fisico per Gobert, le polemiche di Fournier...).

Ecco quindi alla resa dei conti, con i tedeschi favoriti perchè giocano meglio da ormai tre anni abbondanti, ma con i transalpini che hanno tutto per essere uno squadrone.

L'inizio è ancora shock per i galletti: 2-12 con gli avversari che sono semplicemente perfetti, ma l'anima di Eurolega francese è pronta ad esplodere nuovamente. 5 di Cordinier e 4 di Lessort per il 16-18. Herbert ferma la gara. La Germania non si scompone, esegue anche con le seconde linee ed è avanti 25-18 dopo 10'.

Cordinier è favoloso ed evita ai suoi un serio rischio di crollo in apertura di secondo quarto. Minuti brutti da entrambe le parti, si perdono occasioni sia di fuga che di rientro per diversi possessi. La Germania si blocca completamente e si esaurisce nei palleggi di Schroder: a metà gara è 33-33 coi tedeschi che hanno segnato 8 punti nei secondi 10'.

Teutonici irriconoscibili anche dopo il riposo lungo: 23-17 transalpino senza fare cose stratosferiche, a parte Yabusele che gioca un periodo senza senso, a testimonianza che sono i giocatori di Eurolega a trascinare Collet.

Mancano i Wagner per Coach Herbert, Schroder è in proprio e vale molto meno, sul 63-53 sembra tutto finito ma il cuore dei campioni del mondo è grande e si arriva ad un finale tiratissimo dopo una tripla proprio di Franz, il Wagner che è mancato di più. Dalla lunetta arriva un errore pesantissimo di Schroeder, Cordinier può chiuderla e lo fa. Nessuno lo merita più di lui. La Francia è in finale, 73-69.

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A costo di essere impopolari resta l'impressione che questa nazionale transalpina abbia veramente troppo a livello di talento, fisicità ed atletismo per non andare in fondo ed essere minaccia anche per Team USA. Gioca bene? No, dovrebbe farlo ma è troppo forte.

La Germania sbaglia una gara chiave dopo quasi due anni e si giocherà la terza medaglia in tre competizioni dal 2022: solo applausi, in piedi.

Sorpresa? Più che altro magia dello sport. A pochi secondi dalla fine della gara col Giappone i francesi erano di fronte ad uno dei più clamorosi fallimenti della storia del gioco, soprattutto dopo un Mondiale come quello asiatico. Ora si giocano l'oro e, lo diciamo, per noi restano la miglior squadra per potersela vedere con gli americani. Ecco, magia.

Ore 21, tempo di SERBIA-USA. Stephen Curry, dopo le difficoltà delle prime partite, parte con 11 punti in poco più di tre minuti. Subito fuga a stelle e strisce? Niente affatto. La Serbia parte con sfrontatezza, senza alcuna paura, pioggia di triple, il punteggio è appunto da NBA ed è 25-17 serbo poco dopo la metà del primo quarto. Dopo 10' è addirittura +8: partire bene era l'unica via per avere una possibilità per gli uomini di Pesic.

Tripla di tabella di Micic (segnali?), la Serbia continua a fare la sua partita, mentre gli Usa sono vagamente frastornati. La reazione americana è a sprazzi e aleggia un certo nervosismo (LeBron su tutti). I balcanici proseguono la loro missione, finché ne hanno. L'eroe è Aleksa Avramovic: 15 punti, 4/6 dall'arco, ma soprattutto la benzina di un attacco che vuole correre e attaccare in velocità gli avversari. All'intervallo è +11: spiraglio di impresa?

Tutti si attendono la sfuriata statunitense, ma non arriva. La Serbia continua a giocare con intelligenza, muovendo bene la palla davanti e difendendo forte dietro. Si arriva all'ultimo quarto con il vantaggio intatto e USA alza le marce. A 7'19" dalla fine il quarto fallo di Jokic con gioco da 6 punti americano cambia gli equilibri: di lì s'innesca il rientro a stelle e strisce capitanato da un Curry scatenato e dalle scorribande del solito LeBron. C'è il sorpasso, i serbi lottano, tornano a -3, ma ormai la partita ha cambiato padrone e l'America salta, gioisce, si gode la finale.

37 minuti di illusione serba, poi la zampata dei campioni. Onore alla Serbia che ha giocato una gara al limite della perfezione e avrebbe meritato la vittoria. Jokic e Bogdanovic (17+20) eroici, Avramovic in versione killer, sprazzi del migliore Micic, Milutinov e Petrusev con un gran lavoro difensivo e a rimbalzo. 22 assist e 7 palle perse: difficile fare di meglio.

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USA ha gigioneggiato per lunghi tratti, con la solita sicumera e la solita sicurezza che prima o poi avrebbero vinto la partita. Così è stato. Qualche fischio a favore ha aiutato. Poi il talento dei campioni. Soprattutto quello di uno Stephen Curry che era stato criticato per tutto il torneo per poi sfoderare una prova da 36 punti con 9/14 dall'arco e 8 rimbalzi. Poi LeBron (tripla doppia da 16+12+10) e Embiid che ha segnato canestri importanti. Nessun bel gioco - non facciamoci ingannare -, ma solo sconfinato talento dei singoli.

La finale è esito naturale per una squadra destinata all'oro. Ma attenzione: come abbiamo già indicato più volte, la Francia è la squadra che più può infastidire gli statunitensi, soprattutto per fisicità. Non ci stupiremmo di vedere Cordinier, Batum, Yabusele e Wembanyama a lungo in campo insieme, con Lessort subito dopo.

Sabato, 21.30, FRANCIA-USA. Sarà tutto come da copione oppure no?

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