Come (non) è cambiata la Virtus Bologna da Banchi a Ivanovic: i numeri
Una piccola occhiata ai numeri della Virtus Bologna prima e dopo l'arrivo di Dusko Ivanovic: cosa è cambiato dalla gestione Banchi?
Virtus Bologna, il confronto tra le gestioni Luca Banchi e Dusko Ivanovic
Lo scriviamo subito: il campione di partite giocato sotto la guida di Dusko Ivanovic è assai ridotto, ovvero 4 partite (abbiamo contato anche la gara con la Stella Rossa nonostante il coach montenegrino fosse arrivato a Bologna appena ventiquattrore prima e non abbia potuto sedere in panchina).
Tuttavia, visto che un cambio di tendenza c'è stato - con Banchi la Virtus era 2-11 e con Ivanovic è 2-2 (o 2-1, che dir si voglia) - eravamo curiosi di vedere se questa inversione di senso fosse comprovata dai numeri o provenisse dalla sfera delle intangibles, quelle cose che le statistiche non possono misurare e che, in ordine sparso, possono prendere il nome di “fiducia”, “ambiente” o, banalmente, “fortuna”.
Bene, iniziamo a dare un'occhiata. Si precisa che i dati messi a confronto sono relativi prima dal round 1 al 13 di Eurolega e poi dal 14 al 17.
La Virtus prima si prendeva 37.2 tentativi di media da due punti con il 53%; ora con Ivanovic se ne prende 42.8 a partita e li segna con il 57%.
Più tiri da due punti, meno triple. E infatti prima i tentativi a partita erano 24.8 (con il 32%), ora sono solo 21.5 (con il 29%: solo il Fenerbahçe ha fatto peggio in questo arco di tempo con il 26%). Non cambia nulla ai liberi: 21.9 (78%) contro il 20.0 attuale (79%).
I rimbalzi catturati passano da 32.4 a 33.3 di media; gli assist a partita sono in aumento (da 17.8 a 19.5), le palle perse rimangono più o meno uguali (da 11.7 a 11.0).
Cambiano offensive rating e difensive rating? Sì, ma comunque per riequilibrarsi. La Virtus ha ora un offensive rating migliore (da 110.1 a 116.5), ma un difensive rating peggiore (da 117.4 a 120.8).
Cos'altro? Un'occhiata i numeri degli avversari. Con Banchi segnavano con il 54% da due e con il 37% da tre, ora tirano rispettivamente con il 56% e il 35% (a quasi parità di tentativi).
Scende il numero dei rimbalzi concessi (da 38.4 a 36.0 a partita), in netto aumento il numero degli assist rivali (da 16.5 a 20.8) come sono diminuite le palle perse forzate (da 12.2 a 10.5). Quindi prima gli avversari giocavano peggio e vincevano, ora giocano meglio di quanto facessero e perdono? A quanto pare.
La Virtus Bologna è davvero cambiata da Banchi a Ivanovic?
No, in linea di massima la Virtus non è cambiata nel passaggio di consegne tra allenatori. Lo dicono i numeri.
Di sicuro una nuova tendenza è quella di giocare più internamente, cercare più canestri “semplici” da due punti, attaccare il ferro e tirare meno dall'arco, o tirare da fuori solo quando il tiro è ad alta percentuale.
Anche quelli che sostenevano di vedere una difesa migliore, in realtà hanno visto una difesa che ha un difensive rating peggiore.
Allora cos'è cambiato? Perché con un allenatore il record era pessimo e con un altro è intorno alla nobile soglia del 50% di vittorie e sconfitte?
Ovviamente il cambio di allenatore, come sempre accade, porta nuovi stimoli, nuova energia e un cambio di inerzia. Alcuni giocatori si sono sentiti più responsabilizzati, hanno avuto più spazio, hanno sentito di avere la possibilità di ripartire da zero (avere una fresh start come dicono gli anglofoni) e hanno giocato con maggiore fiducia.
E qualcosa è cambiato a livello mentale. La Virtus prima arrivava ai finali in volata - e ribadiamo come questo sia naturale per una squadra che non ha la forza di vincere nettamente una partita - e aveva l'incubo o quasi la certezza di perderli, entrata ormai in un vertice negativo.
Ora invece la Segafredo pensa e crede di poterli vincere quei finali. I successi contro Baskonia e Barcellona sono lampanti in questo senso.
E sono lampanti anche in un altro senso, ovvero limitatamente alla fortuna. Sul finale rocambolesco a Vitoria non c'è bisogno di aggiungere nulla, mentre i catalani hanno avuto un tiro con metri di spazio (quello di Parker) quando invece i vari Napier, Grant, Guduric e Hayes-Davis avevano segnato triple con mani in faccia e difese perfette, decretando numerose delle sconfitte della Virtus di Banchi.
Cosa concludere? Che la Virtus è più o meno sempre la stessa. E che non immaginiamo, con questi interpreti, di vederla tanto diversa, nonostante il lavoro di Ivanovic sia appena iniziato.
E poi, per parafrasare un film di Woody Allen, è sempre meglio essere fortunati che talentuosi.