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Le parole di coach Luca Banchi, in seguito alla vittoria della sua Segafredo contro il Partizan Begrado. La Virtus mantiene il secondo posto in classifica.

Magia. La parola da usare per descrivere quanto accaduto alla Stark Arena di Belgrado tra Partizan e Virtus è magia. In seguito ad uno dei match più intensi, agonisticamente cattivi e dispendiosi giocati da entrambe le compagini fino a questo momento, la Segafredo ammutolisce ventimila spettatori e si porta a casa la vittoria.

I bianconeri felsinei superano quelli serbi grazie ad una difesa mai disattenta, maschia, dura, e ad un attacco che in nessuna occasione si inceppa o, comunque, soffre particolarmente il lavoro nella propria metà campo degli avversari. Nel post gara, quindi, coach Luca Banchi può lasciarsi andare e mostrare la sua soddisfazione per l'operato dei giocatori che lui stesso sta traghettando attraverso il pericoloso e tortuoso fiume corrispondente alla regular season di Eurolega. “Una vittoria importante" - dichiara a fine partita l'allenatore toscano - "Un ottimo modo da parte nostra per concludere il girone di andata di Euroleague, proteggere la nostra posizione e dimostrare in un ambiente così speciale contro una squadra così forte, che abbiamo la consistenza per competere." Il concetto chiave è contenuto nell'ultima frase: la Segafredo può giocare la prima manifestazione continentale, può competere e può scendere in campo, in qualsiasi campo, con l'obbiettivo di offrire la propria pallacanestro ed esternare i propri concetti.

La guida tecnica virtussina prosegue, poi, esternando i problemi che hanno caratterizzato il match degli ospiti: gli infortuni di Hackett, rientrato, però, per il finale di gara, e Cacok, mai più visto in campo, hanno complicato il lavoro della Vu nera, abile, nonostante tutto, nello stringersi attorno alle proprie certezze e nell'abbracciare il proprio gioco. Dunston entra al posto di un ottimo Cacok, funge da regista aggiunto in mezzo al pitturato e fa valere tutta la sua esperienza, Pajola non si dà mai per vinto, difende forte ed amministra le operazioni, la squadra nella sua totalità copre i buchi lasciati dagli acciacchi fisici con la circolazione di palla, un attacco fluido ed una fase difensiva concentrata e vogliosa. "Voglio ringraziare e congratularmi con ogni singolo membro della squadra e dello staff perché stasera siamo stati in testa per la maggior parte della partita nonostante i problemi che abbiamo sofferto durante la gara con i falli, soprattutto con i lunghi, con alcuni infortuni con Hackett, con Cacok e abbiamo continuato a giocare insieme, per attaccarci l’un l’altro, perché quando affronti il Partizan devi giocare in maniera solida per 40 minuti ed è per questo che la partita è stata decisa alla fine, come ci aspettavamo."

"La cosa più importante è la personalità che abbiamo dimostrato durante tutta la partita e lo spirito di squadra che abbiamo dimostrato durante tutto il match.” Le parole con cui Luca Banchi vuole chiudere la propria conferenza post gara sono esemplificative del momento che la Virtus sta attraversando, ormai, da inizio stagione: la compagine bolognese non è la più talentosa dell'Eurolega, non risponde di un roster da secondo post, ma arriva, nella maggior parte dei casi, alla vittoria grazie ad un grande senso del gruppo e ad una invidiabile coesione all'interno dello spogliatoio. La Segafredo è, chiaramente, un team di sistema, il quale fa della coralità la propria arma migliore, poiché, in assenza del tanto richiesto "go to guy", è fondamentale che l'apporto di ogni singolo si incastri perfettamente con quello degli altri singoli, al fine di creare un meccanismo funzionale, funzionante ed oliato.

Bologna chiude il girone d'andata della Turkish Airlines EuroLeague al secondo posto in classifica e guarda al futuro con grande speranza, poiché gli ingranaggi, giostrati alla perfezione da coach Banchi, non hanno alcuna fretta di rallentare o incepparsi e la squadra ha tutto il diritto di sognare. Vincere, facendo divertire chi ti guarda.

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