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Terza Supercoppa di fila per la Virtus Bologna: la prima con coach Luca Banchi in panchina. E ovviamente questo è tema della conferenza post-partita anche se lui, già immediatamente dopo la sirena finale, alla giornalista che gli dice "si vede già la tua mano" lui risponde prontamente e col sorriso "No, non si vede affatto". Ma su questo torneremo.

Prima, in sala stampa, è il turno di Magro. Tutti, dopo la grande prova di forza contro Tortona, si aspettavano una finale combattuta e una Brescia sicuramente diversa da quella spaesata che è stata completamente schiacciata da Bologna soprattutto nel primo e nel terzo quarto.

"La partita è stata immediatamente in salita" ha esordito il coach bresciano. "Abbiamo provato a speculare sul loro tiro da tre punti ma questo non ha pagato e ha minato un po' la nostra fiducia. La discriminante è stata la capacità di Bologna di creare buoni tiri oltre alla loro fisicità e alla loro difesa". Analisi correttissima: è giusto sfidare una squadra come la Virtus dall'arco ed è ovvio che se quella soluzione entra diventa tutto più facile per una squadra che ha dei lunghi che sanno giocare benissimo in area.

"Poi dal terzo quarto è arrivata anche l'amarezza" ha proseguito. "Il 76% concesso da due punti non può essere un dato accettabile. Poi ci siamo oggettivamente sciolti. La Virtus è squadra in grado di performare, soprattutto nella metacampo difensiva. Abbiamo perso una possibilità e non dico che non è indolore, ma il campionato deve ancora iniziare. Vogliamo ancora giocare queste partite importanti". Di nuovo molto corrette le parole di Magro, uno che a Brescia sta portando la giusta mentalità oltre che risultati e trofei. "Ieri non era tutto bello e oggi non è tutto da buttare".

virtus brescia

E poi è il turno di coach Banchi, già fresco di primo trofeo a pochi giorni dall'inizio della sua avventura bolognese. "C'è grande soddisfazione ed euforia per il primo trofeo. Sento il dovere di ringraziare chi mi ha preceduto, Sergio Scariolo, che ha grandi meriti nell'aver costruito e imbastito il lavoro di questa squadra". Fin dalle prime parole emergono il grande rispetto e la grande signorilità del nuovo coach bianconero, anche fin troppo umile nel non prendersi quasi nessun merito per la vittoria. Ma la classe non è acqua, diceva qualcuno.

"Da parte mia non ho voluto interrompere il flusso e spero che in questi due giorni siamo riusciti a mostrare già un buon livello di coesione e rendimento. Mi è piaciuta la voglia che ho visto già stamane di raccogliere l'opportunità: io sono un po' spettatore non pagante e sto cercando di scoprirli giorno dopo giorno". Ancora, grande umiltà. "Mi rendo conto che ci sono tanti campioni e tanti giocatori promettenti: è semplice quando si hanno giocatori di questo carisma e personalità".

Com'è stato preparare la Supercoppa in così pochi giorni? Innanzitutto una precisazione. "Ho avuto tre allenamenti per prepararla. Dopo la presentazione sono dovuto volare a Barcellona per una riunione obbligatoria degli allenatori di Eurolega e ho perso due giorni di allenamenti: puoi capire la mia frustrazione. L'allenamento l'ho concentrato sulla capacità di selezionare informazioni, poi tante ore con i miei collaboratori per assorbire una struttura costruita da anni che non voglio assolutamente stravolgere". Ancora una volta, quindi, viene ribadito come il lavoro sarà condotto nel segno della continuità di quello che è stato fatto e costruito.

"Non so se sono riuscito nel mio intento; però le partite non sono andate malaccio". E poi scherza su un retroscena: "Ne avevo perse due di finali di Supercoppa: Belinelli me lo ha ricordato. Ma l'importante è sempre esserci l'anno dopo in Supercoppa". E poi ancora qualche parola di elogio ai giocatori che hanno saputo eseguire benissimo le sue richieste. "E' un gruppo sano con una leadership cestistica diffusa con giocatori abituati a vincere trofei. La difesa è nel DNA di questo gruppo. Ma se ci sono volontà e sacrificio si colmano anche i punti deboli. Noi abbiamo futuro giocando sempre con questa volontà".

Chiarissime le indicazioni di coach Banchi: uno che è arrivato da pochissimo sul ponte di comando bianconero ma che sembra già aver conquistato il gruppo di lavoro e la sua emotività. Le facce virtussine erano diverse: inutile negarlo. Più fresche, più determinate e più anche divertite - il che, come ha sottolineato più volte Banchi stesso, non è affatto un dettaglio.

Questo nuovo capitolo della Virtus Bologna parte benissimo e anche i presupposti per fare bene durante l'intera stagione ci sono. Le idee chiare, allo stesso modo, non sembrano mancare in panchina.

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