F8: la solidità della Reyer stende l'orgoglio di Pistoia
La Reyer non fa sconti e non concede a Pistoia di cullare il sogno semifinali: le F8 degli oro-granata continuano con quello che è lo scontro titanico contro Milano, quelle dei bianco-rossi finiscono con un ko che - però - lascia la consapevolezza di averci provato e di aver creato qualche grattacapo a quella formazione che 72h fa aveva dominato il match di campionato al Taliercio. Una vittoria meritata e mai in discussione nel secondo tempo per la squadra di Spahija.
Sono sette i giocatori in doppia cifra nel secondo quarto di finale della Inalpi Arena di Torino, con la Reyer che ne ha 23 dal solito infermabile Tucker, 13 con 13 rimbalzi di un devastante Kabengele ed 11 da un Wiltjer che ha spaccato il terzo quarto con 9 punti personali. Pistoia ha 20 punti dal "piccolo" funambolo Charlie Moore, 14 da Ogbeide, 13 da Varnado e 10 di Wheatle. Finisce 86-71, con Venezia che vola dunque in semifinale.
La partita
Partita equilibrata per 20', con i bianco-rossi di Brienza che approcciano alla grande la partita: Ogbeide è un fattore e porta i compagni avanti di 7 lunghezze con Spahija costretto al time out dopo 4'. Tessitori, Kabengele e Tucker però rimettono in carreggiata gli oro-granata, che riescono a chiudere avanti di 3 lunghezze sul 19-16.
Nel secondo quarto si accendono Varnado e Moore: Pistoia lotta con unghie e denti soffrendo l'impatto devastante di Kabengele ma mettendo continuamente in apprensione la difesa di una Reyer che va a strappi, che perde qualche palla di troppo e che non fa mai canestro da oltre l'arco. All'intervallo lungo è 36-34 per la formazione lagunare
Nel terzo quarto entra in scena Wiltjer, che inizia a martellare in post e spacca l'equilibrio. Il canadese trova supporto da Casarin e fa volare gli oro-granata molto presto sul +10, ma un paio di fiammate toscane rimettono tutto in equilibrio e sul +5 lagunare. Si rispondono Moore e Wiltjer, ma è Kabengele al rientro in campo a spaccare la partita del tutto con il +11.
Nell'ultima frazione la squadra di Brienza prova a restare nel match con Wheatle, il solito Moore e Varnado, ma deve alzare bandiera bianca alle triple di Tucker, alla fisicità di Kabengele ed ai canestri della staffa di Brooks. Finisce 86-71 per la squadra di Spahija, che stacca il pass per le semifinali e raggiunge Milano.
Reyer, Kabengele e Tucker due armi di distruzione di massa
Due armi di distruzione di massa. Mfiondu Kabengele e Rayjon Tucker sono due giocatori che potenzialmente possono deflagrare in qualsiasi momento, facendo saltare per aria l'equilibrio oltre che le difese avversarie. Il corazzato esterno americano ed il lungo canadese hanno combinato per 36 punti, 21 rimbalzi e 49 di valutazione.
Devastanti, non c'è altro termine per descrivere Kabengele e Tucker nel match dei quarti di finale della Reyer contro Pistoia. Un match per certi versi scorbutico e non spettacolare, soprattutto nel primo tempo e nella metà campo offensiva. Gli oro-granata hanno sofferto la pressione pistoiese, perdendo qualche palla di troppo (7 al 20') e non costruendo con grande qualità in attacco, pur impattando molto bene in difesa.
Nel secondo tempo cambia marcia la squadra lagunare: il gioco in post basso di Wiltjer apre la scatola bianco-rossa, che salta definitivamente per aria con il rientro in campo di Kabengele. Costruire meglio in attacco porta a tiri aperti, che se sbagliati possono portare a rimbalzi offensivi, vista la differenza di atleticità e fisicità. Muovere la difesa, portare fuori i lunghi e pasteggiare nel pitturato, questa la chiave fondamentale per determinare il successo.
Le accelerazioni al ferro di Tucker sono una delle armi più devastanti della Coppa Italia: l'esterno americano per fisicità è troppo superiore a qualsiasi pari ruolo pistoiese, un fattore cruciale con il #59 che assalta l'area spesso e volentieri trovando 5 falli subiti, 8 tiri liberi e soprattutto 12 punti nel pitturato. Un giocatore di categoria superiore, che vuole conquistare Torino.
Pistoia, l'amore e la passione della sua gente valgono da soli le F8
Amore, passione, determinazione, carattere. Pistoia ha raggiunto con grande merito le F8 di Coppa Italia e si è giocata le sue carte al meglio contro una Reyer che - oggettivamente - è più forte, più profonda, più talentuosa e più fisica. I bianco-rossi hanno provato in particolar modo nel primo tempo a mettere tanta pressione sui portatori di palla lagunari con Willis e Moore, ma hanno sofferto l'esplosività dirompente di un Rayjon Tucker potenzialmente ingiocabile a questi livelli.
Coach Brienza ha oggettivamente fatto il possibile con un Varnado a mezzo servizio e con Willis ed Hawkins impalpabili, evanescenti e mai dentro al match: per reggere l'urto contro la squadra di Spahija serviva la miglior prova dell'intero roster oltre ad una prova non brillante della testa di serie numero 1, come effettivamente è stato nel primo tempo.
Kabengele e Tucker sono i due che hanno spezzato l'equilibrio e quei giocatori che hanno fatto il vuoto rispettivamente tra gli esterni e tra i lunghi. Riuscire a contenerli è difficilissimo per chiunque, figuriamoci per la pur organizzata e volenterosa squadra toscana, che è partita ad inizio stagione con l'obiettivo di salvarsi.
C'è - però - una cosa che la Pistoia targata Brienza è riuscita a riconquistare con il passare del tempo negli ultimi anni, ossia l'amore viscerale del suo popolo. Una scalata che li ha riportati insperatamente in Serie A, culminata con queste F8 comunque ben giocate, al meglio delle proprie opportunità. L'amore, la passione di un popolo che si è mosso in massa per spingere la squadra bianco-rossa. I 300 "rossi" sono il successo più grande per una squadra che ad inizio stagione nessuno avrebbe pronosticato come ottava a metà stagione. Un amore che - a San Valentino - il cuore pulsante del tifo pistoiese ha evidenziato, invadendo Torino: per una piccola ma bella realtà questo è il successo più grande.
Foto credit Reyer