Milano non ha il livello dell'Olympiacos, che vince 89-68, punendo anche oltre le sue colpe, un'Olimpia discontinua e ancora alla ricerca di certezze, in una serata opaca di Shields e Mirotic.

Vintage Olympiacos

Che la serata non buttasse al sereno, lo rivela l'inizio, 12-2, 8 punti di Vezenkov. L'Oly ritrova una migliore percentuale dall'arco (44% migliorato nel finale) dopo esser entrato con un 21% nella partita. Vezenkov, trova il fondo della retina, si rende immarcabile con i suoi tagli, e i biancorossi greci fanno a capire ai ragazzi di Messina quel che li attende.

Fall, Wright, gemelli diversi. Taglia e stazza il primo, intensità e atletismo il secondo, sono i guardiani del ferro dei padroni di casa. L'Oly produce sequenze superlative sui due lati del campo, e Milano fa davvero quel che può, ma da dentro il perimetro segnare è una chimera. Milano è brava, per almeno tre quarti di partita a rispondere a questi momenti di Olympiacos 22/23, soprattutto con l'ispirazione di Dimitrijevic, falloso al tiro, meglio nel trovare i compagni. Ma contro questo Vezenkov (22+7 rimbalzi), contro questo McKissic (22), questo Olympiacos non può essere sufficiente.

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Mirotic-Shields serata no

10 punti, 3/10 da due, 1/6 da 3. Sono i numeri combinati della coppia più rappresentativa della squadra milanese. Serate storte capitano a tutti, se in combinata, diventa impossibile per Milano, poter al momento competere contro una squadra come quella di coach Bartzokas.

In serate così, rare a dire il vero, come dimostra la vittoria con Parigi, emergono tuttavia le idiosincrasie di questa Milano. Un roster chiamato ad un ritmo più elevato, ricerca della transizione e condivisione della palla. Le caratteristiche di Shields e Mirotic non sono perfettamente coincidenti con quello che la restante parte del roster sembra prediligere, anche in diversi tratti della partita di stasera.

Shields e Mirotic, lungi dall'esser il problema della sconfitta di stasera, ma l'immagine della loro partita, dimostra quanto questa Milano non possa prescindere si dalle sue due stelle, ma altrettanto dalla crescita dell'amalgama dei due con le caratteristiche dei compagni. Un bel rebus per coach Messina, uno dei vulnus delle recenti stagioni, un obiettivo a cui questa Milano dovrà tendere.

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Di ritorno dal Pireo

Il primo stagionale, di quella infernale trappola chiamata doppio turno, può esser una grande occasione per Milano. Le mura amiche contro lo Zalgiris, possono rinfrancare una squadra che torna dalla Grecia con sensazioni particolari.

Di certo una sonora sconfitta, oltre 20 punti di scarto, ma anche alcuni lati positivi da cui provare a prendere forza per costruire una squadra che sicuramente ha tanto di che imparare. Le prove di capitan Ricci, di Diop (14) e la solidità di Leday (16) son segnali incoraggianti. La regia di Dimitrijevic ha vissuto momenti in cui la squadra è riuscita a creare quei vantaggi che troppo spesso son mancati nelle precedenti annate. Da rivedere il dato delle palle perse (16, complice anche una serata molto puntigliosa degli arbitri sui blocchi), ma qualcosa che può diventare più accettabile una volta che l'attacco riesca a produrre di più.

Rimane anche la reazione caratteriale, in almeno 2/3 occasioni, fino al terzo quarto riportandosi fino al -4. Rimane anche la lezione dura, forse fin troppo, che speriamo non faccia vedere tutto nero. Meriti all'Olympiacos, che in attesa di provare ad integrare Fournier (5 con 2/8 dal campo e tanti tentativi di mettersi in partita), ha mostrato per gran parte la sua faccia migliore.

photocredit: Olympiacos BC X

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