Pensieri sparsi dopo il round #20 di Eurolega
Round #20 in archivio e round #21 in arrivo: ecco i pensieri sparsi emersi dall'ultima settimana di Eurolega:
- La più ampia striscia vincente attualmente attiva è quella dello Zalgiris: 4 vittorie. Contando anche il fatto che sono 6 vittorie nelle ultime 7 uscite: sconfitta solo contro Monaco nel Principato di 2 punti e poi tutte vittorie contro Real, Bayern, Fener, Virtus, Olimpia e Stella Rossa. Vittorie prestigiose e decisive in ottica playoffs. Questi ultimi, ormai, sono sogno sempre più concreto: addirittura, ad oggi, i lituani sono ad una sola vittoria dal primo posto. Impensabile ad inizio anno. Il merito va ad un'organizzazione davvero solida, ben costruita e ben allenata. Dopo la tegola Keenan Evans, è arrivata anche quella Isaiah Taylor. Il giocatore prontamente preso per sostituire Evans rimarrà ai box per circa tre settimane: tutto quindi sulle spalle di Lekavicius in cabina di regia per mantenere la barra dritta. Ma ormai Kaunas non ci sorprende più.
- 10 punti, 2/2 dall'arco, 3 rimbalzi e 13 di PIR in poco più di 13 minuti di utilizzo: questi i numeri di Achille Polonara alla prima alla Zalgirio Arena. Se c'era un posto perfetto per l'italiano per rilanciarsi dopo la deludente parentesi turca quello era la Lituania. Qui l'ex Baskonia trova una delle tifoserie più calde d'Europa (e sappiamo quanto l'azzurro possa beneficiare di questa circostanza), un sistema di gioco in cui può inserirsi molto bene e a cui può aggiungere dinamismo e ritmo, spazio e minuti per tornare ad essere qualcosa di più di un semplice gregario. In relazione al nome di Polonara c'è stata, come ben tutti sanno, la lunga telenovela legata a un suo approdo alla Virtus Bologna: ecco, secondo chi scrive, tra le due non c'è dubbio alcuno su quella che era la situazione migliore per Polonara. Ovvero Kaunas, e di parecchio.
- Il Panathinaikos è squadra senza capo né coda: si sperava che quest'anno fosse l'inizio di un'uscita dal torpore degli ultimi anni. Niente di tutto ciò: la partita giocata a Bologna dagli uomini di Radonjic è una delle peggiori dell'anno e probabilmente la più emblematica. Squadra confusionaria e sconclusionata: a vederli giocare i giocatori sembrano sconnessi gli uni con gli altri, isolati in isolamenti - scusate il gioco di parole - che sono la cartina al tornasole della disorganicità del gruppo. Come scritto, Bacon è l'emblema di questo roster: talento puro e grande scorer, ma assai poco dotato di leadership. E i giocatori del Pana sembrano questo: tanti giocatori talentuosi messi insieme che non riescono a comunicare. Si parla di una imminente aggiunta di Shabazz Napier. Due pensieri a riguardo: l'aggiunta sembra quantomai tardiva. E poi non è l'ennesimo giocatore di grande talento, fortissimo nell'uno contro uno, ma che come dote primaria non ha quella di mettere in ritmo i compagni?
- Parlando invece dell'altra greca, l'Olympiacos, siamo su un pianeta completamente diverso. I reds, ad oggi, sono la migliore squadra d'Europa: che vuol dire anche la squadra che esprime la pallacanestro migliore. Lo hanno dimostrato nello scontro diretto per il primo posto in classifica contro il Real Madrid: gara dominata in lungo e in largo e l'impressione che da una parte, al netto del roster sensazionale, ci sia qualche problema strutturale, mentre dall'altro lato c'è un giocattolo semplicemente perfetto. Se l'Oly arriva sano nel momento decisivo dell'anno quest'anno può realmente pensare di alzare quella coppa tanto ambita.
- In apertura di articolo abbiamo parlato della squadra che ha la più ampia striscia aperta di vittorie. Ora parliamo di una delle due che ha attualmente attiva la striscia di sconfitte più lunga, ovvero 4. Stiamo parlando del Baskonia - l'altra squadra è l'Olimpia Milano, di cui si è già parlato diffusamente. Striscia negativa a cui si aggiunge la sconfitta in Liga patita contro Obradoiro dopo che i baschi non perdevano da 8 turni in territorio nazionale. Spiegazioni? La squadra che ci ha illuminato fino a qualche settimana fa sta crollando? Niente di tutto ciò. Semplicemente anche per i baschi sono arrivati gli infortuni e un leggero calo fisiologico dal punto di vista fisico. Tutto normalissimo: ai nastri di partenza, infatti, il Baskonia era una squadra data al di sotto dell'ottavo posto in quella tonnara in lotta per i playoffs. Tradotto: ha un roster relativamente corto, pensato non per arrivare in fondo all'Eurolega. E' normale che non appena arriva qualche infortunio, più o meno pesante, il Baskonia non ha le stesse riserve del Real Madrid e allora il calo di qualità negli interpreti si fa sentire. La stagione basca in ogni caso rimane per ora sensazionale e non abbiamo dubbi che basterà poco perché rialzino la testa. Nel momento in cui scriviamo, però, arriva la notizia che Pierria Henry dovrebbe lasciare la squadra di Vitoria: cosa francamente incomprensibile per ora e che cambierebbe parecchio le ambizioni del gruppo di Penarroya. Situazione da monitorare.
- Chiudiamo col Bayern Monaco. Quella in Turchia contro l'Efes è una vittoria trinchieriana se ce n'è una: resilienza, ordine ed efficacia d'esecuzione. L'impatto che l'allenatore italiano ha sui giocatori che passano dalle sue mani è sempre di più auto-evidente. La crescita di Winston, Jaramaz e Obst è sotto gli occhi di tutti. L'evoluzione di giocatori come Weiler-Babb, Rubit o Hunter è altrettanto esemplificativa. Proprio su quest'ultimo vogliamo soffermarci. Il giocatore dopo aver lasciato il Maccabi aveva pensato al ritiro: Trinchieri lo chiama, lo convince a sposare la causa del Bayern e il veterano classe 1986 gioca una stagione ad altissimo livello. Ma non basta, perché quest'anno sta facendo anche meglio, se possibile, dopo essersi reinventato anche tiratore da tre punti a 36 anni, dopo non esserlo stato per tutta la carriera. Con l'Efes il suo tabellino dice 18 punti, 4/6 dall'arco (!), 9 rimbalzi e 22 di PIR. In stagione sta tirando con il 48.8% da tre punti con 43 triple tentate, quando prima di arrivare al Bayern aveva segnato in tutta la sua carriera in Eurolega solo una tripla su 15 tentativi. Altro capolavoro trinchieriano.