LBA #23: Reyer devastante, Reggio al tappeto senza appello
La Reyer sale a quota 11 vittorie in LBA demolendo Reggio con un primo tempo praticamente perfetto (52-29) riuscendo a dare continuità al successo di Verona giunto dopo un overtime. I reggiani nel secondo tempo trovano la forza di riaprire il match complici le percentuali scadenti dall'arco dei padroni di casa (16%) e qualche palla persa di troppo. 78-69 il finale del Taliercio. Con questo successo i veneziani si portano ad un successo dal settimo posto e due dal quinto.
La partita
Marce alte, la Reyer apre così il suo match comandando il gioco grazie ad un Willis ispiratissimo ed una difesa arcigna. La transizione da difensiva ad offensiva degli oro-granata arriva come un fiume in piena e Reggio non può che naufragare. Watt domina il primo quarto e guida Venezia verso due break terrificanti di 8-1 e successivamente un ulteriore 13-4 che asfalta i bianco-rossi al 21-5 del 7'43". Si scuotono i ragazzi di Sakota riportandosi a -10 al 10' con Strautins e Reuvers, ma è più un episodio che costanza.
L'ingresso di De Nicolao regala ulteriore energia ad una squadra oro-granata che continua a volare nonostante gli ospiti avessero approcciato bene il secondo quarto. Quando Venezia può correre sono dolori: 35-17 con due inchiodate terrificanti di un Willis davvero ottimo. Brooks mette il +19, i lagunari sono un'onda lunga che travolgono gli emiliani, disarmanti in negativo nel complesso del primo tempo da 52-29.
Segna pochissimo la Reyer nel terzo quarto tra errori dal campo (primo canestro dopo 4') e palle perse, Reggio si mette in partita trovando maggior precisione e mettendo attenzione in difesa, poi ci pensano Hopkins, Cinciarini ed Olisevicius a riportare i bianco-rossi a -7 con pure due possessi per il -4. Granger e Tessitori riportano i lagunari in doppia cifra di margine.
Nell'ultimo quarto sono Tessitori e Granger a spegnere ultime velleità degli ospiti, con ottime giocate: Hopkins trova il tempo di implementare il proprio bottino personale in una serata che per i reggiani è disastrosa.
Successo da aggancio ai playoff LBA per la Reyer
Un primo tempo di grandissimo livello basta ed avanza ai ragazzi di Spahija: gli oro-granata spaccano la partita sin dal primo quarto trovando poi la fuga buona nel corso del secondo. Un successo meritato per la Reyer, che approccia la partita dominando a rimbalzo nei primi 20' e - di conseguenza - trovando una marea di transizioni offensive che hanno portato canestri facili da sotto al ferro.
Chiara l'idea di Bramos e compagni: controllare i rimbalzi, asfissiare Cinciarini con una difesa rocciosa e poi scappare in transizione grazie al dinamismo ed alle vampate di Watt e Willis. Sono i due lunghi a dominare la scena nel primo tempo tra schiacciate, appoggi al vetro ed un dominio che va ben al di là di quel che dicono i meri numeri. 17 con 4/7 da 2 ed 1/5 da 3 per il #35 oltre a 8 rimbalzi, 12 con 6/11 dal campo e 8 rimbalzi per il #50. Venezia è onda travolgente, Reggio cede il passo senza un minimo di lotta e senza neanche mettere inensità.
Un primo tempo decisamente ad altissimo ritmo con tanti assist di squadra (De Nicolao e Granger sugli scudi) decide la partita, gli oro-granata trovano tantissimi punti dal pick and roll centrale, realizzato alla perfezione dai due play a disposizione di Spahija e dai lunghi. Un ritmo così alto che poche volte si è visto in questa stagione da parte dei lagunari: correre il campo significa trovare tanti punti facili e prendere fiducia, cosa che decisamente ha fatto male agli ospiti.
Nel secondo tempo le troppe palle perse ed una scarsa percentuale dal campo fa perdere il filo del discorso a Venezia, che però ha il merito di non buttare tutto alle ortiche trovando in Tessitori un grande interprete per il successo: la fisicità del lungo azzurro è determinante a rimbalzo e nel corpo a corpo contro i pari ruolo avversari, giocando sul pick and roll e sulla propria qualità da giocatore di valore.
Parlavamo di coralità: gli assist (22 a 8) sono un'ulteriore chiara e netta differenza tra le due squadre, con gli oro-granata che hanno giocato di insieme e con grande voglia, andando a spegnere le velleità di una Reggiana che ha bisogno di altra presenza per giocarsi le proprie chance di salvezza. Le giocate chirurgiche di Granger in penetrazione chiudono la contesa. Non utilizzato Ray: nelle ultime ore si è vociferato un possibile arrivo di Mokoka, vedremo se questo avrà un suo significato.
Reggio, per salvarsi serve altro
Una salvezza che si fa sempre più complicata per Reggio. Gli emiliani tracollano al Taliercio, distrutti per ritmo, fisicità, coralità e presenza in campo da una Reyer determinata a giocarsi le sue chances di qualificazione ai playoff. La prima differenza è appunto data dal ritmo: gli ospiti giocano un primo tempo senza spirito, senza nerbo e senza attenzione, venendo letteralmente travolti da quella che si può definire onda anomala oro-granata.
La fisicità, il dinamismo e l'atletismo di giocatori come Watt e Willis fa tutta la differenza del mondo, con i due lunghi che ammazzano la partita e controllano a proprio piacimento le varie zone di campo difensive ed offensive, andando a spazzare via i pari ruolo. Giocate al ferro con energia e qualità fanno la differenza: l'atteggiamento passivo bianco-rosso aiuta, ma da parte di Venezia c'è tanta aggressività.
La coralità, questa sconosciuta: certo, con pochi canestri dal campo è difficile immaginare 20 assist, ma chiudere la partita del Taliercio con soli 8 assist di squadra su 55 tiri dal campo (senza considerare i tiri liberi) è dato poverissimo, che non permette a nessuna squadra di vincere partite di alto livello. La presenza difensiva degli oro-granata peggiora la situazione, con gli ospiti che sanguinano davanti agli squali senza riuscire a mettersi davvero in salvo.
La reazione nella ripresa è una logica nell'arco dei 40': per prima cosa, la Reyer non poteva tenere certi ritmi, per seconda cosa la miglior protezione dell'area contro dei lunghi come Watt e Willis è cosa fondamentale se non si vuol concedere loro di banchettare come successo prima. Una reazione che però è solo di nervi e poco di costrutto: lo dimostra l'esser tornati in un amen sotto di 16 lunghezze.
Foto credit: LBA e Reyer