Virtus vincente contro l'Alba Berlino. Le parole di Luca Banchi in sala stampa.

E' vittoria per la Virtus Bologna contro l'Alba Berlino nella terza giornata di Eurolega. In un Paladozza gremito di pubblico, i bianconeri felsinei riescono ad imporre il proprio gioco nella prima parte dell'incontro e non si fanno mai rimontare, nonostante la formazione tedesca raggiunga anche la singola cifra di svantaggio nel momento peggiore della Segafredo.


"Abbiamo iniziato molto male, nel secondo tempo siamo andati decisamente meglio. Loro sono capaci di controllare le situazioni e ogni volta che ci avvicinavamo trovavano il modo di contrastarci, ributtarci indietro, ad esempio con i punti Shengelia." Coach Gonzalez apre così la proprio conferenza stampa post gara, dando i giusti meriti alla Virtus e trovando conforto in un concetto che non ci sentiamo di smentire: le Vu nere non hanno, in effetti, mai dato all'Alba nemmeno il modo di pensare ad un possibile sorpasso nel punteggio. E ancora: "Un inizio così non ci ha permesso di rientrare. A rimbalzo siamo stati sovrastati, dobbiamo imparare da questa lezione." La guida tecnica della compagine berlinese si agita man mano che la conferenza prosegue e, incalzato dalle domande dei giornalisti, sputa tutto il rospo, strigliando per bene i suoi.

Spazio anche per qualche dichiarazione relativa alla prestazione di Spagnolo: "Matteo deve trovare se stesso e se stesso nel team, ha solo vent'anni." E poi la chiosa: "Ci mancano i nostri due cinque e questo ci condiziona, soprattutto in Eurolega, dove ci sono tanti big men sotto canestro. Speriamo che Koumadje inizi ad allenarsi con noi sabato."

Di tutt'altro umore, invece, coach Banchi, mai così sorridente ed incapace di trattenere un'evidente soddisfazione riguardo la prova della sua squadra: "Buona vittoria, la seconda consecutiva. Molto bene l’inizio, in cui siamo stati consistenti."

"In attacco e difesa abbiamo controllato il loro talento."- continua l'ex Pesaro - "Era prevedibile che tornassero vicini nel punteggio al rientro dall’intervallo, ci hanno colpiti con i lunghi da fuori, hanno talento, ma noi abbiamo controllato." La parola "controllare" viene ripetutamente utilizzata dal toscano e questo proprio a causa del concetto espresso anche da coach Gonzalez: l'Alba è cresciuta nel corso del match, ha messo in difficoltà i bianconeri, ma la Virtus non si è mai fatta sopraffare.

Poi le critiche: "Abbiamo fatto un passo avanti, ma dobbiamo resistere meglio nei quaranta minuti. Nel terzo e quarto quarto abbiamo esagerato coi tiri da tre, ma ci siamo adattati agli altri, perché erano a caccia dei nostri lunghi e dei nostri giochi in area. Non conta il numero, bensì la qualità: nei due quarti citati abbiamo preso tiri affrettati, dobbiamo prenderli meglio, poi possono entrare o uscire. È caduta la qualità del nostro attacco nel secondo tempo, non abbiamo avuto voglia di andare oltre la prima giocata. Non abbiamo avuto la stessa qualità, nonostante le loro scelte difensive siano rimaste quasi le stesse: loro sono stati più cattivi forse, ma noi dobbiamo avere più continuità nel corso del match." Come detto, il principale difetto della Segafredo, almeno in questo momento della stagione, è la non continuità nell'arco di tutto l'incontro e su questo incide anche la scelta dei tiri, non sempre costruiti al meglio nel momento di massima difficoltà.

Il tiro dalla lunga distanza è la soluzione alle difese che mirano ai lunghi bianconeri: "Succederà per tutta la stagione che tireremo tanto da tre, quindi non venite se non volete quei tiri. Siamo una squadra che corre su un filo logico, ma gli avversari possono reagire." E poi ancora sulla continuità: "A Monaco gli altri non sono riusciti ad alzare la testa; l’urgenza di giocare contro una Top 4 ci ha tenuti sul pezzo, oggi abbiamo dimostrato che non siamo ancora così bravi, precisi, disciplinati per gestire i vantaggi. Dobbiamo lavorare tutti insieme e oggi a tratti ci siamo slegati, scomposti. Se vuoi controllare il ritmo contro squadre che corrono come delle dannate, devi tenerle lì e nel secondo tempo siamo stati meno bravi."

L'allenatore di Bologna, sotto domanda da parte dei giornalisti, si esprime anche sui singoli: "Pajola l’ho sempre apprezzato, lo conosco, è un ragazzo che rappresenta il club e si vede con quale senso di appartenenza indossa questa maglia. Stasera gli ho chiesto di essere quello che da l’imprinting al match, perché riesce a guidare i propri compagni e si vede nell’economia di gioco, con difesa consistente e attacco preciso. Belinelli non ha fatto vedere la palla a Thomas, non concentratevi solo su Pajola. Il loro coach ad un certo punto ha seduto i due playmaker e ha giocato senza, anche questo è stato un segnale." Alessandro Pajola e Marco Belinelli, quindi, i due focus individuali fatti da coach Banchi, il primo su in risposta a domanda mirata, il secondo volontario; il capitano ha svolto un buonissimo lavoro difensivo e chi sta in panchina se n'è accorto, poiché, se si cerca il gruppo, la coralità, il sistema, ciò che accade nella propria metà campo deve essere frutto del lavoro di tutti e quindi ecco Beli che difende forte.

Poi le ultime dichiarazioni: "Come identità di squadra abbiamo giocatori che ci spingono a cercare qualcosa di alternativo ai giochi a due, vedi il pick and roll. Cerchiamo di variare, facciamo una pallacanestro diversa forse da quella che si vede ora." Forse la pallacanestro della Virtus non differisce da quella di oggi, o almeno, è certamente moderna, anche se declinata secondo i dettami di chi sta in panchina.

La Segafredo c'è e ci sarà per tutto l'anno, poiché ha una sua identità. Bisogna solo durare nel tempo.

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