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Pajola tra le mani dei parigini

La Virtus Bologna incappa in un'altra delusione casalinga in Eurolega, che sa ancora più di beffa. Le vu nere conducono la gara con Parigi per lunghi tratti, sembrano averla in controllo, vanno sul +14, poi nella seconda parte del quarto periodo l'attacco si ferma completamente e arriva come una burrasca la scatenata rimonta francese. Che poi, nella figura del leader TJ Shorts, è implacabile nel chiudere la partita.

E' la quarta sconfitta consecutiva per la Segafredo in Eurolega; la seconda di fila tra le mura amiche dopo quella di mercoledì contro il Partizan.

Parigi che non tradisce mai sé stessa

Partita difficile per i parigini. La Virtus nel loro frullatore sembra starci bene, anzi molto bene. E allora sembra proprio Bologna a mandare in confusione i transalpini e non viceversa.

Il merito degli uomini di Splitter è che non vengono mai completamente meno e, soprattutto, non smettono mai di credere ciecamente nel loro sistema. Shorts fatica più del solito, mentre Jantunen e Hifi sono quelli che mettono spesso canestri decisivi per restare a contatto.

Poi sul 72-60 Virtus, nel 4Q, cambia qualcosa. La Segafredo si ferma, sembra aver finito le energie, i parigini sentono l'odore del sangue e scatenano tutta la loro frenesia e portano, questa volta davvero, nel maelstrom gli avversari.

Da quel momento è parziale da 23-5. E TJ Shorts sale in cattedra e si prende la palma di MVP (16+4+6+3 e 33 di PIR) con dei canestri da campione, superando anche la prestazione balistica da 23 punti di Hifi. 

Il finale, poi, è quasi semplice. Bologna non ne ha più, Parigi ormai è in controllo totale.

Virtus, ancora problemi di stanchezza

Un'altra occasione mancata. E un'altra circostanza in cui sembra necessario ripetersi.

Per lunghi tratti, che corrispondono a tre quarti di gioco, la Virtus gioca un'ottima partita: difesa ruvida e intelligente, e attacco che sa muovere bene la palla e che sa alternare varie soluzioni al tiro, spesso ad alta percentuale. Ma quante volte già abbiamo sentito Ivanovic dire “abbiamo giocato bene 30 minuti, ma le partite durano 40”? 

Anche questa volta la Segafredo arriva scarica nel finale, senza più energie e si lascia travolgere da degli avversari più pimpanti e famelici di lei. Poi il coach, spesso senza macchia, commette l'errore di dimenticarsi in panchina Tucker (sino a quel momento uno dei migliori virtussini in una delle sue best performances sotto le due torri) e di poco adoperare Morgan nel secondo tempo.

Ne consegue che i solito noti - Shengelia, Cordinier e Pajola - arrivano con la lingua di fuori nel finale. E il risultato ovviamente è la sconfitta. Una sconfitta amara perché al termine di una gara condotta emotivamente e tecnicamente per lunghi tratti.

Questa squadra, che arriva programmaticamente stanca nei quarti finali di partita, come potrà affrontare una competizione come la Coppa Italia in cui servono tre partite (vinte) in cinque giorni per alzare il trofeo?

Shengelia schiaccia contro Parigi

 

 

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