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Barça vincente in gara 1 di finale grazie ad una prova di squadra notevole. Real troppo legato ai suoi solisti.

Barça e Real, Real e Barça, sempre loro, comunque loro, fortissimamente loro.

Ennesima sfida decisiva che mette di fronte le due superpotenze spagnole e la vera magia di questa rivalità è che pur essendo qualcosa di quasi scontato, conserva in ogni occasione un fascino unico, come se fosse la prima volta.

11 finali in 12 anni per i madridisti, con la sola eccezione della "bolla" 2020 a Valencia, 6 titoli ed una continuità che non pare esaurirsi mai, dall'era Laso a quella, forse nascente, di Chus Mateo.

Quinta di fila per i blaugrana, 15 presenze in finale nelle ultime 17 edizioni: solo nel 2017 (quarti) e nel 2018 (semifinale) i catalani non si sono giocati il titolo.

L'anno scorso fu un netto 3-1 "blanco" nei giorni convulsi della vicenda che colpì Pablo Laso. Si arrivava dopo la semifinale di Belgrado in cui prevalsero le stesse "merengues", poi sconfitte dall'Efes.

Quest'anno stesso copione per quanto riguarda l'Eurolega, con la bella differenza del titolo vinto dai madrileni, ma l'impressione è che il Barça sia molto più in palla rispetto a 365 giorni fa.

Ottimi Playoff per entrambe, con una sola caduta casalinga prontamente riscattata in una semifinale chiusa sul 3/1 giocando una grande pallacanestro contro Malaga e Joventut.

Nell'analisi che precede queste gare fatta da ACB, si sono correttamente ricordati diversi punti, a partire dal Tavares devastante della Supercopa, come peraltro alle Final 4, al Laprovittola "on fire" nei due successi in Liga.

Il Chacho si è dimostrato un fattore nelle gare decisive della stagione, tra Kaunas ed i Playoff nazionali, al contrario di quanto era parso nelle altre contese stagionali.

La percentuale da tre dei catalani è eccellente, quasi incredibile, in questi Playoff: 45,39%, impossibile non considerarlo un fattore.

La battaglia a rimbalzo sarà un'altra chiave: oggi il Real supera il Barça mediamente di 6 carambole, con un Tavares che viaggia a 10 di media nei Playoff. Yabusele ed Hezonja hanno dato una grande mano in questo senso.

L'impressione, prima della palla a due, è che Madrid possa piazzare zampate importanti con diversi dei suoi singoli protagonisti potenziali, mentre i rivali blaugrana abbiano assolutamente bisogno di una coralità di rendimento per prevalere.

Ma eccoci al campo ed allora gara 1 va al Barça col punteggio di 97-88. 1-0 e ci si rivede al Palau domenica alle 1830.

LA GARA

Il grande dubbio della vigilia, in pieno "caso Mirotic" si dissolve alla presentazione delle squadre: la gente bluagrana si schiera con il montenegrino, ovazionato sia ad inizio gara che quando Saras lo toglie a risultato acquisito. Fischiano le orecchie della dirigenza catalana.

28-23 dopo un primo quarto che la dice lunga sul talento in campo e sugli attacchi, nonché su qualche amnesia difensiva di troppo. Scatto firmato Tavares, rimonta al ritmo delle triple di Sanli.

Appare il Chacho, cambia tutto. Il ritmo offensivo "blanco" è completamente differente, arrivano triple e nuovo coinvolgimento di Tavares: si va al riposo sul 47-50.

Il terzo quarto ci ricorda che anche la difesa è e sarà un fattore in questa serie. Fisicità alle stelle, pochi punti ed un quadro generale che diventa più favorevole ai blaugrana. 63-61 ad aprire gli ultimi 10', dopo un periodo da 9/21 ed 2/11 combinato per le due squadre.

Il Real fa fatica e Chus Mateo schiera i pretoriani della vecchia guardia, ma non basta. Scatto firmato Abrines per il 74-64.

Madrileni che sembrano al tappeto sull'80-70 ma non si sono ancora fatti i conti con Llull, che li riporta a meno 5, tuttavia il Barça tiene e la porta a casa meritatamente.

E' stato un "partidazo"? Sì, splendido nelle sue diverse anime.

LE CHIAVI

A volte le statistiche ti complicano la vita se devi capire qualcosa di una gara.

22/36 da due per i catalani, ovvero un ottimo 61%, mentre i rivali vanno sotto il 50%, fermandosi a 19/39. Eccelsa percentuale madridista dall'arco, con un sontuoso 12/19 che vuol dire 63% grazie, soprattutto, al 4/4 del Chacho. 12/29 e 41% per i blaugrana, a conferma del dato medio dei Playoff oltre la soglia del 40%.

Ma se vogliamo trovare le due chiavi reali della gara dobbiamo guardare ai 22 assist contro solo 5 perse degli uomini di Jasi. Se il Barça ha questi numeri e nasconde la sua debolezza principale, diventa ingiocabile.

Aggiungiamo il 31-26 a rimbalzo, che ha cambiato le carte in tavola rispetto alle previsioni, ed è tutto molto chiaro.

11/12 il rapporto assist/perse dei campioni di Eurolega: differenza abissale rispetto al controllo rivale. Sintomo di una qualità di squadra che è stata molto a favore dei padroni di casa.

MVP

Laprovittola sparacchia un po' (4/13 dal campo) ma è glaciale in lunetta (10/10) e distribuisce 6 assist.

Non si può dimenticare l'ottima prova di Oscar Da Silva, entrato nelle rotazioni dalla porta principale dopo una stagione di adattamento ad un livello che non poteva conoscere, e di Sertac Sanli. +16 e +13 rispettivamente i plus/minus dei due. Meritevole il 14+7 di Mirotic in una serata che poteva essere assai complicata.

Tra gli sconfitti serve sottolineare ancora una volta i due "Sergios", mentre Tavares (15+7) cala molto nella seconda parte di gara, dopo un inizio dei suoi.

SALA STAMPA

Jasi è raggiante, sicuro ed orgoglioso: «Non avevano dubbi sulla reazione del Palau e sull'appoggio che avrebbero dato a Mirotic come alla squadra. Conta solo come rispondiamo in campo. Tavares? Gli abbiamo reso difficile la vita intorno al nostro canestro».

Chus Mateo indica tre situazioni decisive per la sconfitta: «La scarsa vena offensiva del terzo quarto, aver perso la battaglia a rimbalzo e qualche regalo di troppo ai liberi».

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