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Il Monaco domina contro l'Olimpia Milano di Ettore Messina. Complice un primo tempo da dimenticare, i campioni d'Italia non danno mai l'impressione di poter rimontare: finisce 93-80.

Primo tempo da comparse e il Monaco scappa

La prima sconfitta dell'Olimpia all'esordio europeo della stagione si è compiuta nella prima metà di gara. Troppe palle perse banali, una netta sconfitta a rimbalzo e una generale confusione mascherata dalla voglia e dal carisma di Zach Leday, unico a provare a tenere a galla i suoi. Milano va a riposo sotto 47-26. Accenni di reazione si notano all'inizio del terzo quarto, quando Ricci prende il posto di Causeur in quintetto, ma vengono prontamente ricacciati indietro dalla mancanza di continuità difensiva dell'Olimpia. La sensazione è che Milano non sia ancora in grado di affrontare a difesa schierata questo tipo di fisicità e organizzazione. L'ultimo a mollare è Armoni Brooks che ha fatto intuire che tendenzialmente è uno che da tre punti è in grado di accendersi in un amen. L'Olimpia arriva fino a -9 quando già è troppo tardi, Monaco di un altro livello nella difesa a metà campo e nella gestione dei possessi importanti.

Olimpia Milano, è solo una questione di energia?

Milano concede 11 rimbalzi offensivi, soltanto nella prima metà di gara. La differenza di stazza tra le due squadre è reale, ma non può essere l'unico denominatore comune di questa enorme differenza, anche se sicuramente ne ha a che vedere. Le difficoltà degli esterni di Messina in difesa sul perimetro possono testimoniare la mancanza di un vero e proprio leader in quel ruolo, quello che era Devon Hall e che Milano cerca in Shields e Bolmaro, ma con scarsi risultati. La scelta di raddoppiare Mike James è risultata vincente per limitare lo scorso MVP dell'Eurolega (forse limitato anche dalle non perfette condizioni), ma ha spalancato le porte all'MVP di questo esordio europeo: un chirurgico Alpha Diallo. L'Olimpia ha perso il confronto col Monaco prima di tutto dal punto di vista dell'energia, fisica e mentale. E' presto, anzi prestissimo, per giudicare i roster e la loro efficacia, ma in un'Eurolega caratterizzata dalla presenza di lunghi fisici e di grossa taglia ed esterni di immenso talento, un primo piccolo campanello d'allarme può essersi acceso a casa Olimpia.

Cosa succede quando l'Olimpia Milano non riesce a correre?

L'Olimpia Milano di Ettore Messina si è presentata nella sua ennesima nuova versione, con l'obiettivo di migliorare l'atletismo e la verticalità. E' stato fatto non solo abbassando l'età media della squadra, ma anche e soprattutto andando alla ricerca di realizzatori potenzialmente letali in campo aperto e lunghi perfetti a ricevere e andare al ferro. Quando, però, la difesa biancorossa non riesce ad essere efficace, si fa fatica a correre e aprire il campo. Riaffiorano, così, i fantasmi del passato e rimane ancora poco chiaro a chi vengano affidate le chiavi del gioco della squadra. Dimitrijevic sembra molto più a suo agio a crearsi il tiro, piuttosto che a trovare soluzioni per gli altri e Bolmaro è andato in estrema difficoltà, quando l'aggressività del Monaco è aumentata. Messina, dopo la grandissima vittoria in Supercoppa, ha dichiarato di essere andato alla ricerca di una coppia di esterni che gli ricordasse Rodriguez-Delaney, ma la lucidità e l'esperienza tattica del Chacho risultano ancora un lontano ricordo.

Olimpia Milano, il bicchiere mezzo pieno

In una serata da dimenticare, c'è comunque qualche nota positiva da tenere in considerazione. Innanzitutto, in una serata in cui la coppia leader Shields-Mirotic ha prodotto 19 punti, prendendosi soltanto 12 tiri, Milano è riuscita a salvare la dignità nel secondo tempo e perdere di sole 13 lunghezze. Armoni Brooks ha mostrato segnali confortanti dal punto di vista offensivo, anche se dall'altra parte ha lasciato più dubbi che altro. L'Olimpia ha pagato anche la serataccia di Bolmaro e la confusione di Dimitrijevic e Nebo, giocatori chiave per l'EA7. Insomma, in sintesi, non abbiamo assistito nemmeno ad un briciolo della migliore versione della squadra di Messina. Solo il tempo rivelerà se la prima partita della stagione europea è stato un puro e semplice passaggio a vuoto. Quello che rimane è l'amarezza di un approccio mentale e fisico debole, inaspettato dopo il passo falso di Trieste.

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