Monaco, ma che combini? Sconfitta con un Maccabi encomiabile
Clamorosa sorpresa a Belgrado dove un Maccabi con mille problemi vince la terza gara di fila contro un Monaco incomprensibile.

Tre tiri liberi di Mike James dopo un fallo di Roman Sorkin sanciscono il +6 ospite (82-88) con 1'52" sul cronometro dell'ultimo quarto.
Un Maccabi, resiliente come pochissimi altri, che al massimo aveva toccato il +5 all'alba della gara (25-20) si trova spalle al muro ma, appunto, non molla.
Il Monaco si trastulla su un vantaggio mantenuto, seppur con uno scarto massimo di 9 punti, per moltissimi minuti e crede semplicemente che sia tutto in ghiaccio. Ma non è così.
La squadra di Spanoulis si butta via con una serie di possessi di pessima fattura mentre i rivali tornano a contatto con due liberi ed una tripla sempre di quel Sorkin che è forse il giocatore più sottovalutato dell'intera manifestazione, prima che Jokubaitis metta i due punti del sorpasso approfittando di praterie inaccettabili nell'area monegasca.
89-88 a 31" dalla sirena, fallo di Trevion Williams, Jaiteh in lunetta: o su 2!!!
Levi Randolph invece non trema, 2/2 dopo il fallo di Mike James e 91-88. La tripla del fenomeno nativo di Portland trova solo il ferro e la frittata della squadra del Principato è completa: 91-88 il finale a favore degli israeliani.

Monaco, urge interrogarsi
Potremmo stare qui a parlare di tante cose ma la realtà è che il Monco non convince mai al 100%.
Negli ultimi 2'25", dopo la tripla di Jordan Loyd per il + 5 (80-85) la squadra di Spanoulis si è affidata solo a conclusioni di Mike James, escluso il tentativo di Jaiteh chiusosi col disastro in lunetta.
Ci sono responsabilità del giocatore, che in questo caso accentra troppo, dopodiché vale uno sguardo generale a chi esegue male, nascondendosi e non fornendo nessun appoggio al proprio leader. Responsabilità quindi condivise, in cui conta anche ciò che arriva dal pino.
105-90 è la valutazione di squadra per gli sconfitti, che hanno tirato meglio da due (51,4% contro 39,6%), da tre (41,2% contro 30,8%), hanno preso più rimbalzi (42 a 36), hanno servito più assist (21 a 15) e dato più stoppate (4 a 1). Ci sono però 18 perse contro le 6 del Maccabi e 6 giocatori che ne hanno buttate al vento almeno 2.
In un contesto di statistiche comunque così favorevole come può uscirne una sconfitta?
Presentando la sfida Spanoulis ha detto che serviva “essere squadra come la settimana precedente”: ecco, nulla di tutto ciò.
Questa squadra ha tutto per essere la prima alternativa alle due greche ed al Fener, nettamente le migliori della competizione, ma per farlo deve interrogarsi su gare gettate al vento come questa, come quella di Milano o come quella persa malamente in casa contro il Partizan.
Essere squadra, appunto, e per esserlo serve continuità e condivisione di quelle responsabilità da parte dell'intero gruppo. Mike James risolve mille problemi, ma se diventa l'unica soluzione nel momento chiave quando tutti gli altri spariscono allora diventa inutile anche una gara da 26 con 8 assist, 9/17 al tiro e 4 falli subiti.

Maccabi da “standing ovation”
Solo quello, una lunga e strameritata “standing ovation” per chi lavora da due stagioni in un contesto assurdo in cui fare sport è l'ultima preoccupazione ed in cui le porte girevoli del roster sono l'unica certezza.
«Essere sopra o sotto non conta, non guardiamo al punteggio e non togliamo mai il piede dall'acceleratore». Le parole di Trevion Williams sono perfette per spiegare lo spirito di una squadra che arriverà anche nelle ultime posizioni ma che sta dando lezioni a tante altre.
«Il Coach insiste sempre: giochiamo duro incuranti di cosa accade», prosegue l'ex Berlino. Ecco, in questa situazione tanti avrebbero mollato da tempo, il Maccabi di Oded Kattash no. E' un grande allenatore, forse qualcosa di più.
Nella lega in cui #everygamematters nessuno lo interpreta come questo manipolo di uomini naviganti tra incredibili difficoltà.
