Paris 2024 al terzo giorno di gara per il torneo maschile. Coach Scariolo con Rudy e Llull trascinano la Spagna. Il Canada va, Francia senza merito , Germania...

Sempre loro, infinitamente loro, eternamente loro! Sergi Llull e Rudy Fernandez guidano la SPAGNA ad una W fondamentale per restare in corsa dopo un esordio contro l'Australia che aveva fatto dubitare moltissimi (chi scrive compreso) sul valore di questa nazionale.

Nazionale che non è quella gloriosa di un ventennio di dominio mondiale, che non ha ovviamente quel talento, ma che oggi si basa sull'emergente leadership tecnica di Santi Aldama (19+12), sulla lettura delle gare seconda a nessuno firmata Sergio Scariolo e su due leggende delle quali purtroppo una è a fine cammino proprio allo spegnimento della fiaccola olimpica.

«Alla fine abbiamo atteso gli ultimi tre minuti per la "box and one", ci abbiamo pensato a lungo se utilizzarla prima ma la scelta è stata quella. Ci è riuscito quasi tutto, compreso il fatto che Giannis non ce ne mettesse 34 o 35. Siamo stati bravissimi nel saper gestire quando raddoppiarlo perchè farlo troppo alla leggera ci avrebbe esposto a rischi altissimi sui suoi passaggi».

E' tutto semplicissimo se te lo racconta Don Sergio, è tutto incredibile se parte di tutto ciò deriva da due campionissimi che quando c'è da segnare canestri importanti sono numeri uno dalla seconda metà della prime decade del millennio.

La GRECIA? Giannis e poco altro ma soprattutto la pesantissima mancanza di una PG che abbia punti e creatività nelle mani. Nel basket di oggi non esiste.19/35 da due ma se togliamo il 12/16 del fenomeno di Milwaukee il resto è 7/19: non ci siamo. L'84-77 iberico è strameritato.

Il CANADA va ai quarti superando l'AUSTRALIA 93-83 in una gara con una marea di cambi di leadership in cui però è parsa abbastanza chiara la supremazia globale nordamericana.

RJ Barrett notevole, SGA dominatore quasi silente, discreta qualità testimoniata dal 18/11 nel rapporto assist/perse (17/18 quello dei Boomers) ed un dato che farebbe sorridere se non fosse clamoroso: Luguentz Dort è +41 di plus/minus in due gare, per un totale di 39 minuiti 44 secondi sul parquet. Il tutto segnando solo 19 punti.

La squadra di Brian Goorjian complessivamente non male, ora può eliminare la Grecia ed assicurarsi i meritati quarti.

La FRANCIA prova ad entrare nella storia dalla parte sbagliata e per quasi 30' ci riesce perfettamente sino a quando YABUSELE non decide che quel -4 sul 51-55 era veramente troppo.

Le giocate del "dancing bear" nel finale di terzo quarto svegliano dal torpore agonistico e tecnico una squadra che resta allenata "così così" da anni, confezionando un 69-64 che pare fuga decisiva.

Hachimura non è d'accordo e con due triple riporta quelli del Sol Levante a meno 2, prima di commettre un secondo antisportivo che sembra chiudere la faccenda. Sono 24 in 28'02" per il giocatore dei Lakers.

I galletti sono avanti 77-72 a 6'23" dell'ultimo quarto e non segnano, con una serie di attacchi inqualificabili, sino alla tripla miracolosa di Fournier per l'80 pari a 49" dal termine. 5'34" di nulla, ma veramente nulla, in un'astinenza che definiremmo "dal gioco".

La stoppata di Watanabe su Gobert è ciò che non avremmo mai pensato di poter vedere. Infedeli!

I giapponesi non mollano, è un assurdo 84-80, poi la frittata con la tripla, immeritata, di Strazel che piazza un 3+1 da pareggio. 10 secondi per gli asiatici, ferro, è "overtime". Lo ripetiamo, immeritato per una Francia inguardabile.

Apre un 2+1 di un Wemby non certo trascendentale, ma è tutto finito, il Giappone non può più nulla e chiude il più grande giorno di rimpianti nella propria storia cestistica. Il tabellone dice 94-90 perchè i francesi han provato a far rientrare i rivali sino all'ultimo. Pazzesco!

I transalpini hanno tutto per essere rivali credibili anche per Team USA ma la mancanza di gerarchie e l'assoluta insipienza tecnica del basket giocato (tradotto, non si capisce cosa vogliamo fare e perchè) li rendono una squadra per certi versi qualunque. Uno spreco senza senso vista la dose di talento, fisicità ed atletismo.

La GERMANIA ha affrontato il BRASILE ed ha dimostrato di avere ormai acquisito una mentalità vincente che le permette di andare oltre le singole difficoltà ed i momenti di bassa attenzione.

86-73 il finale per gli uomini di Herbert, un punteggio che è figlio del 50% da tre verdeoro nei primi 20', che infatti si chiudono sul 40 pari, mentre quando la percentuale dall'arco scende la differenza tra le due squadre emerge in tutta la sua notevole dimensione.

I campioni del mondo sono così qualificati, ma non vi erano dubbi, ai quarti dopo due successi di 20 e 13 punti. Messaggio di solidità a tutte le rivali: può essere la squadra di Franz, di Moritz, di Schroeder o di altri, ma resta sempre una squadra vera, difficilissima da superare.

Mercato, Filip Petrusev torna in prestito alla Stella Rossa
Mercato Eurolega, il Barça completa la sua "grande muraglia"