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Il terzo derby d'Italia della stagione questa volta vede uscire vincente l'Olimpia Milano 82-80: la Virtus rientra dal -12, ma nel quarto quarto prevalgono i biancorossi.

Le chiavi della partita

I numeri della partita non ci dicono tanto. Percentuali molto simile dall'arco (39,3 v 38,5 %), miglior rapporto assist/palle perse che è della Virtus (20/15), così come la contesa a rimbalzo (36-30).

Insomma, ai numeri non sembra che sia stata l'Olimpia a vincere la partita. A fare la differenza, in una partita giocata su due punti di differenza, sono il numero dei liberi tentati (quasi a parità di percentuale): 11 per la Virtus, 20 di Milano.

Poco altro. Lo spartito della gara è stato chiaro: per l'Olimpia era vincere e morire. Il resto dipendeva dalla prestazione della Virtus che è arrivata al forum 48 ore dopo il Maccabi e chiaramente sulle gambe. Al progressivo calo fisico degli uomini di Banchi, quelli di Messina hanno potuto con intelligenza vincere la gara.

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Milano, una vittoria che è ossigeno puro

Perdere oggi e andare poi venerdì a Barcellona sarebbe stato un incubo per Milano. Arriva quindi una vittoria che è ossigeno puro e che dimostra come nell'ultima settimana la squadra si sia rianimata almeno dal punto di vista mentale e caratteriale.

Poi la pallacanestro rimane quello che è, con tutti i problemi strutturali, soprattutto in fase d'impostazione, di cui si è parlato anche troppo. Ma il ritrovato senso d'urgenza, come direbbe coach Messina, permette di lottare e di metterci il corpo, trovando spesso alcune ottime difese e qualche buon attacco consecutivo.

Certo, i limiti della squadra rimangono evidenti e limitanti - quel parziale di 2-17 a fine terzo quarto, sinistramente simile a quello col Partizan, poteva costare la partita -, ma questa volta, complice una Virtus che non ha saputo azzannare la gara alla giugulare quando era il momento (dopo la tripla di Smith), il dramma non si è consumato.

Shields opaco, ma ancora trascinatore nel finale. Hall con diversi canestri e difese decisive, Flaccadori importante, Melli vera pietra miliare della vittoria.

Tutto bene, quindi? No, niente affatto. Ma una sconfitta sarebbe stata drammatica e avrebbe voluto a dire qualificazione alla Coppa Italia seriamente a rischio. Chissà che questa W non dia ora morale al gruppo.

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Virtus, una sconfitta nell'economia delle cose

Chi conosce questo gioco sa che una squadra come la Virtus che ha dato tutto nel doppio turno per battere due avversarie come Barcellona e Maccabi, oggi avrebbe potuto perdere con molta probabilità.

Due partite di quel calibro e di quella caratura hanno richiesto uno sforzo fisico e mentale importantissimo. Recuperare nel giro di 48 ore per affrontare la nemesi biancorossa al meglio era cosa pressoché impossibile.

Così è stato. Un primo quarto adrenalinico ha visto poi una Virtus normalmente calare e comunque riuscire a lottare e sfiorare il colpaccio, nonostante spesso le gambe non riuscissero a seguire la testa. Quella testa che pensa già alla gara col Baskonia per difendere il terzo posto in Eurolega e che è consapevole della grande coesione, nelle non poche difficoltà (anche di rotazione), di cui ha dato prova oggi.

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