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Dal primo tempo da incubo all'overtime, l'Olimpia strappa gara 1

Le scarpette rosse erano a un passo dalla sconfitta, ma con i propri talenti principali sono riusciti a riacciuffare le VuNere all'ultimo e a tramortirle nel finale.

Il primo episodio delle finali di LBA è appannaggio dell'Olimpia, che trionfa per 86-75.

Il primo tempo

L'inizio della gara non è certo dei più brillanti, con entrambe le squadre che centrano il ferro con relativa frequenza e faticano a trovare chiavi per imporsi sulla partita. Le paludi dell'inizio delle finali sono talmente dense che basta un piccolo scatto della Virtus per aprire una forbice già rilevante nella sfida.

La Virtus sgasa e nel nome di Shengelia conquista un 6-0, che diventa presto un 9-2.

Da lato Olimpia, solo Napier prova a prendere punti per i suoi, lo fa in penetrazione con caparbietà. Sembra per lunghi tratti l'unica risorsa milanese per tagliare in due la difesa bolognese. Ma se le scarpette rosse sono già nel primo quarto al "Napier contro tutti", è chiaro che c'è un problema.

La squadra di Messina non trova nulla in attacco, lontanissimo dalla minima fluidità e creatività. Così, Bologna cavalca una normalità offensiva e tiene le redini della gara. Non serve spiccare, basta applicarsi ed eseguire contro un'Olimpia decisamente non all'altezza della situazione.

Il primo assist biancorosso arriva dopo 16', l'Olimpia prova ad abbracciarsi a Shields, ma senza troppo successo. L'Olimpia fa 7/20 da 2 e 1/9 dall'arco in tutto il primo tempo, una delle peggiori performance stagionali. Se non la peggiore.

Un mesto airball di Shengelia oltre il ferro dall'arco chiude un primo tempo di poche luci e tante ombre. La Virtus fa il minimo sindacale e guida con merito.

Terzo quarto

Dopo l'intervallo, in campo inizia a vedersi un'altra Olimpia. Milano ritorna sul parquet nelle vesti di una finalista scudetto vera e propria, aumenta i giri della difesa, l'applicazione e la grinta. Napier segna e si tira dietro una squadra che cresce in termini di presenza mentale.

L'Olimpia difende alla morte, si spende e concretizza. La tripla di Shields scardina Bologna e la Virtus rincorre. È tenace e finalmente beneficia dei lampi di Belinelli, che, fossero arrivati prima, avrebbero trasformato il primo tempo in un dominio incontrastato.

Le scarpette rosse hanno l'inerzia in mano e fanno confezione di un sorprendente 29-15 con cui riscuotono il proprio orgoglio. Il 16-3 che viene costruito nel cuore del terzo quarto da Milano è programmatico rilancio e segnale di presenza.

I finali

Perché saranno due, diversi, conclusioni di momenti molto distinti. In apertura del quarto quarto, Lundberg lancia il grido bolognese in apertura di ultimo quarto e prova le ribellione, ma le VuNere inseguono e subiscono triple convinte dalla squadra biancorossa.

L'Olimpia è presente e sempre più vogliosa a rimbalzo offensivo, dove raccoglie e ricicla palloni importanti nel finale di quarto. Non riesce però a trovare chiavi offensive di sistema, si blocca un po' cerca nicchiando un Mirotic che non è in partita.

La Virtus si lancia e detona con Cordiner che spalanca l'area e strappa il ferro dal tabellone. La squadra di Banchi sembra essersi ripresa in mano lo spirito del tempo.

L'equilibrio non abbandona la sfida, finché due genialità di Shengelia sui tagli arrembanti di Cordiner premiamo la Virtus - il primo non convertito, il secondo sì - mostrando linearità di manovra e decisione nell'incertezza. L'Olimpia rimette palla a metà campo, in un amen Napier trova separazione proprio da Cordiner, grazie all'aiuto di Melli e secca le speranze bolognesi. È overtime.

E l'overtime viene scritto in linguaggio nordico con un filo di brezza del nord. Shavon Shields è principesco e i primi 5' decisivi di queste finals partono e finiscono con il suo nome. 9 punti in 5' del 31 consegnano il primo episodio della battaglia. È solo l'ennesima breve storia della banalità del talento.

Photo credit: Olimpia Milano e Virtus Bologna X

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