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Shengelia affronta Giffey

La Virtus Bologna gioca una partita quasi senza sbavature e si regala una vittoria contro il Bayern Monaco al SAP Garden: è solo la seconda squadra a farlo in questa stagione.

Nonostante le assenze di Clyburn, Zizic e Akele, la Segafredo di Ivanovic continua a dimostrarsi una squadra capace di lottare contro ogni compagine d'Eurolega. 

Nemmeno 48 ore prima era stata sfiorata la rimonta alla Zalgirio Arena; la prova in Baviera conferma una solidità e una lucidità che le vu nere non avevano mai avuto quest'anno e la cui asticella stanno alzando di partita in partita.

La chiave di Bayern-Virtus: il controllo dei ritmi

All'inizio la partita sembrava un remake di quella di Kaunas con i bavaresi che segnavano qualsiasi cosa e sono scappati presto sul 15-4. Poi la reazione Virtus con un parziale da 16-3 e le vu nere che da quel momento non hanno mai perso il controllo dei ritmi della partita - fatta eccezione per quel parziale Bayern di 10-0 dal 59-71 al 69-71 nei minuti finale che poteva riaprire la partita. Ma Bologna, a differenza della prima parte di stagione, ora ha anche sangue freddo nei finali di partita.

Il gameplan bianconero è piuttosto chiaro: concedere qualcosa in più ai lunghi bavaresi pur di limitare gli esterni che, se accesi, possono diventare incontrastabili e giocare a un ritmo insostenibile per tutti gli altri. 

E allora si accomodi pure Devin Booker, e faccia pure 21 punti. L'importante è che Edwards non entri mai in partita (9 con 1/8 dall'arco), Obst sia asfissiato dalle marcature e Weiler-Babb (2) non replichi la gara offensiva dell'andata. Anche i 14 di Napier così diventano accettabili.

Certo, il 26.8% complessivo della squadra di Herbert è un dato che aiuta a controllare la partita. Ma quella statistica è anche, se non soprattutto merito delle rotazioni difensive virtussine, spesso maniacali e impeccabili.

Nell'altra metacampo la Virtus ha giocato spesso una transizione rapida, ma senza forzare, senza affrettare per forza di cose la giocata e senza prendersi il primo tiro. Correre significa prendersi subito un vantaggio e poi avere pazienza nel tramutarlo nel miglior tiro possibile.

Coach Ivanovic ha preparato la partita alla grande; i suoi ragazzi hanno eseguito al meglio.

Hackett alza il pugnetto

I lunghi decisivi, il lavoro sporco degli esterni

Toko Shengelia torna e si riprende in mano la squadra. Era prevedibile, ma perché sappiamo che giocatore straordinario sia il goergiano. Ne riparliamo sotto.

Poi la crescita Virtus, come detto, passa tanto dalla crescita di Grazulis e Morgan. Il lettone convive in campo alla perfezione con Shengelia e il suo apporto (fisico, perimetrale e mentale) è sempre più decisivo negli equilibri della squadra. Morgan (13), dal suo canto, sta diventando quel motore offensivo che ci si attendeva che fosse. Detta i ritmi dell'attacco, gioca di più con la palla in mano e ha acquisito una sicurezza che gli permettono di fare la differenza. 

Gli altri esterni, poi, fanno il lavoro sporco. In tutti i sensi: il solito enciclopedico Alessandro Pajola, infatti, si macchia anche il viso di sangue e gioca con una vistosa fasciatura pur di portare la nave in porto. Decisiva poi l'aggressività di Hackett in difesa, unitamente a quella tripla che ha pesato come un macigno. Intelligente e importante anche la prova del capitano Marco Belinelli, 8 punti in 4 minuti: fa le sue cose in pochi minuti e porta un mattoncino importante alla causa.

Questa Virtus Bologna non può che entusiasmare i propri tifosi: per come lotta, per come crede nei propri valori, per la sintonia che ha riscoperto e per i margini di crescita che ancora ha. Onore a Dusko Ivanovic per aver trasformato questa squadra. 

Pajola, fasciato, alza il pollice

L'MVP di Bayern-Virtus

Appunto, Toko Shengelia. 20 punti, 6 rimbalzi, 6 assist e 30 di valutazione. E' il punto di riferimento della squadra: tecnico, emotivo, ideale. La palla dentro a lui è il tiro a più alta percentuale della squadra. La sua intelligenza, l'altruismo e il talento sono doti incommensurabili e a questa squadra erano mancate come l'aria.

Il suo rientro dà una dimensione diversa all'attacco virtussino: una dimensione raddoppiata. Ora la squadra di Ivanovic sa correre in transizione, tirare da tre senza paura, ma anche appoggiare la palla in area e creare il vantaggio in quella zona di campo.

Poi, di fatto, cancella dalla gara Voigtmann, fisicamente e appunto mentalmente, tanto che il tedesco non diventa nemmeno più pericoloso dalla lunga distanza. 

Continua il nuovo percorso di conoscenza della Virtus che si prende una vittoria dal sapore dolcissimo. Ora l'Eurolega è fatta di tante soddisfazioni.

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