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Impossibile riassumere o condensare quello che è stata gara 4: la sostanza è che la Virtus Bologna vince anche la seconda gara consecutiva e pareggia la serie sul 2-2. In che modo? Dominando per 33 minuti, andando sul +18 e poi subendo una rimonta pazza e incomprensibile dell'Olimpia. A quel punto l'impossibile diventa possibile, l'Olimpia prende l'inerzia e potrebbe anche vincere. Ma perde l'attimo e dopo due supplementari di errori e stanchezza vince Bologna.

Una partita da cardiopalma, e questa volta non è davvero una formula di rito. La sala stampa, però, come in ogni caso, impone freddezza e lucidità: capacità di metabolizzare in pochi minuti quello che è successo in 50 folli minuti di partita per tentare di dargli una forza vagamente razionale. Proprio per questo coach Messina si prende il tempo necessario e, dopo qualche minuto extra comprensibile, arriva in sala stampa.

Al suo arrivo, lo sguardo del coach dell'EA7 non può che essere rammaricato: per la non buona partita disputata e soprattutto per l'enorme occasione mancata. E infatti esordisce così: "Dispiace perché abbiamo mancato una grande occasione. Siamo stati poco lucidi nel supplementare dopo aver ripreso la partita; avevamo l'inerzia e invece abbiamo sbagliato qualche tiro completamente aperto, siamo andati poco vicino a canestro e in generale abbiamo ridato vita alla Virtus che in quel momento era sicuramente più nervosa di noi".

L'impressione infatti è che la grande opportunità l'Olimpia l'abbia mancata nel primo supplementare in cui si è trovata +2 e non è riuscita a dare il colpo di grazia agli avversari. "A parti inverse, e con temi diversi, è il dispiacere che penso abbiano provato loro a Milano a gara 2. Quindi ora siamo pari e giocheremo da noi fra un paio di giorni".

La prima domanda è sulle condizioni di Hines, uscito malconcio dopo un colpo alla spalla. "Ancora nessuna informazione. Gli faranno gli esami domani". E subito dopo una domanda ovvia per quanto diffusa tra chi popolava la sala stampa: pesa di più il pensiero di aver riaperto in pochi minuti una partita da -18 o l'amarezza di aver sciupato questa occasione? "Dobbiamo giocare fra 48 ore, non credo sia il caso di fare nemmeno tanta filosofia". Insomma il messaggio è che è inutile piangere sul latte versato. Sacrosanto.

Poi, come succede in questi casi, le domande si diradano, nessuna si sente di porre domande tecniche dopo un sali e scendi così emozionale che, inevitabilmente, ha lasciato in secondo piano gli spunti tecnici. Noi stessi volevamo porre questioni legate strettamente al gioco, ma dopo una gara di questo tipo, tutto lascia il posto ai nervi, alla psicologia e a cose affini. Ora è il turno di Scariolo.

Sorridente? No, è sempre il solito don Sergio: ponderato e concentrato. Ma non si lascia scappare una battuta che fa sorridere tutta la sala stampa quando l'addetto stampa Virtus informa riguardo l'apertura dei biglietti per gara 6: "Bene, un altro incasso, che ce ne bisogno". Appunto, risate diffuse.

Poi sulla partita: "Siamo felici per questa vittoria e per aver pareggiato la serie. Credo che abbiamo giocato 33' ad altissimo livello, anche più di quanto mi aspettassi. Così come abbiamo commesso degli errori infantili dopo il massimo vantaggio: quando si esagera con le celebrazioni si perde concentrazione. Abbiamo perso qualche palla banale, abbiamo accelerato qualche azione banale, abbiamo perso un pizzico di attenzione in difesa. Tuttavia devo ammettere che è ammirevole che la squadra, dopo aver perso l'inerzia, l'abbia ritrovata con sforzo e volontà. Grande vittoria contro una grande squadra. Loro hanno tanti campioni, quindi è normale che hanno questa capacità di non demoralizzarsi noi".

Poi aggiunge tra il serio e il faceto: "Speriamo che ci ricapiti la prossima partita di essere sopra di 18 per vedere se manteniamo la concentrazione. Ma sono sicuro che la prossima sarà una partita diversissima. Ogni partita è una storia nuova".

La prima domanda che poi arriva è su come la Virtus sia riuscita a riprendere l'inerzia nei supplementari. "Prima siamo rimasti attaccati con le unghie e con i denti: se il gap si fosse aperto di 4 o 6 punti mentalmente sarebbe stata una montagna ripidissima da scalare. Poi abbiamo smesso di giocare con la fretta in attacco e abbiamo recuperato controllo cambiando il quintetto con chi era più tranquillo".

Poi, dopo il tanto e giusto parlare di psicologia e controllo mentale, abbiamo provato a ripotare il coach sulle questioni tattiche. Di 8 tempi giocati in questa serie la Virtus ne ha vinti praticamente 6 dimostrando di giocare una pallacanestro migliore; Milano, dal canto suo, ha sempre avuto una grande presa mentale sulle partite. Dopo quello che è successo in gara 4 qualcosa è cambiato anche da quel punto di vista?

"Penso che le due squadre arrivino a gara 5 in posizione simile, si entra in una mini-serie a tre partite. Si dice che più la serie si allunga più s'avvantaggia la squadra forte. Noi ci siamo guadagnati il diritto di giocare un'altra partita in casa, però non dobbiamo guardare in là. Loro hanno questi grandi giocatori che nel quarto quarto possono cambiare tutto e quindi saranno altrettante partite di grande equilibrio".

Niente trionfalismi, ma ancora quello sguardo guardingo e ragionatore. Coach Scariolo non si scompone e guarda avanti. Ma sa che gara 5 è il cosiddetto pivotal game, che la pressione ora è su Milano e che un'eventuale vittoria virtussina sarebbe un mattoncino tanto tanto importante.

Sala stampa Virtus Messina Scariolo
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