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Paris 2024, Team USA è oro olimpico. Dopo il bronzo della Serbia, gli americani devono essere la loro migliore versione per battere una Francia che ci ha provato fino alla fine.

Ore 21.30, si parte. La Francia dimostra subito perché più di ogni altra squadra può stare in campo con team USA: nessuno riesce così a pareggiare la fisicità americana. Wembanyama sembra esserci, ma i francesi perdono troppi palloni banali, regalano le transizioni rapide che piacciono ai statunitensi e tirano male da tre. Collasso istantaneo? No, dopo un quarto è solo -5.

Questo perché il riuscire a pareggiare la propria fisicità e a segnare canestri in area e sulle seconde occasioni dice tantissimo. Booker è l'uomo che segna degli americani; LeBron quello che decide le sorti della sua squadra, come sempre. Tutto gira intorno a lui. Come tutto gira intorno a Yabusele per la Francia: eccezionale per pericolosità al tiro e intensità di ogni giocata. E' suo un poster sensazionale su ... nientemeno che LeBron James! Roba da raccontare ai nipotini.

USA, come al solito, è fenomenale dall'arco: 9/20 all'intervallo. La Francia è 3/13. I padroni di casa stanno facendo poche delle cose che servirebbero per vincere: tirare molto bene da tre e evitare palle perse. Nonostante ciò, dopo 20', è "solo" -8. L'impressione è che, se i francesi correggeranno nel secondo tempo le cose sopracitate, potrebbero giocarsela. C'è bisogno dei tiratori; c'è bisogno delle triple.

Il copione non cambia, i beniamini di casa fanno troppa fatica in attacco e la partita sembra andare alla deriva. Poi, dal nulla, salgono in cattedra Evan Fournier e Nando De Colo: il cuore dei campioni. Quel vecchio adagio non vale solo per gli americani. E allora, prima degli ultimi 10', c'è ancora spazio per il sogno, sotto solo di sei punti, davanti agli dei del basket.

Sembra tutto finito, ma la tenacia e lo spirito di sacrificio francesi sono encomiabili, comunque vada. L'esuberanza fisica di Yabusele, la voglia di lottare di Wemby, le letture di De Colo: la Francia arriva a -3 a 3' dalla fine. Non ci sono vittorie facili per gli USA in queste fasi conclusive, non ci sono domini, ma partite che si decidono agli ultimi possessi.

Alla fine la vince lui, Steph Curry: quattro triple fenomenali, una dopo l'altra, che tagliano le gambe alle inesauribili speranze francesi. Questi ultimi non mollano fino all'ultima sirena, dimostrano di essere la migliore squadra dopo team USA, ma davanti a un fenomeno non c'è nulla da poter fare. Quattro canestri uno più illogico dell'altro, fuori equilibrio, lanciando in aria la palla, a modo suo, decidendo la partita, prendendosi l'oro che tanto voleva e decidendo l'Olimpiade. Il finale è nel segno di Steph Curry.

L'apporto dei gregari. Devin Booker sugli scarichi nel primo tempo, il solito Jrue Holiday da tuttocampista, un Anthony Davis monumentale in difesa nel secondo tempo. Poi, Steph Curry, tremendamente inarrivabile, con quelle giocate finali per cui non esistono aggettivi. 50% dall'arco e 29 assist: con questi numeri - mantenuti per tutto il torneo - si vince sempre.

Dall'altra parte un Guerschon Yabusele fantastico, che ha guerreggiato contro chiunque, senza timori reverenziali e che è stato l'attacco francese (20 punti) con Wemby (26) che ha giocato la partita migliore della sua Olimpiade. Un'Olimpiade che, alla fine, è stata positiva, anzi positivissima per i padroni di casa: alla fine conta il finale. Ci sono state le avversità, ma dalla fase finale la squadra di Collet ha trovato la quadra e l'identità che le mancava.

Gli USA hanno vinto, ma facendo più fatica del previsto. Serbia e Francia sono stati ossi duri, battuti solo nei finali di partita con le giocate dei campionissimi. Quei campionissimi (LeBron, Steph, KD) che a Los Angeles con tutta probabilità non ci saranno e allora tutto cambierà. La differenza l'hanno fatta loro e non gli altri. E' un altro oro, ma forse il monopolio terminerà a breve.

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