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Malaga vince una gara guidata a lungo ma sempre combattuta contro Murcia e domani se la vedrà con il Real nella finale di Supercopa Endesa 2023.

Atmosfera eccezionale al Palacio de los Deportes per la seconda semifinale di Supercopa Endesa tra i padroni di casa ("anfitrion") dell'UCAM Murcia e l'Unicaja Malaga.

Oltre 7000 spettatori, in un clima splendido per una partita di pallacanestro.

Vince Malaga e lo fa con merito dopo una sfida appassionante chiusasi col punteggio di 74-79.

LA GARA

37-41 per i campioni di Copa del Rey dopo i primi 20' nei quali il grande entusiasmo iniziale murciano è stato spento progressivamente dalla consistenza del sistema di Navarro.

Ad inizio ripresa gli andalusi scappano sul 43-52 mettendo grande pressione sugli avversari, un po' premonì ed un po' spaventati.

La reazione degli uomini di Sito Alonso è furiosa ed in un amen la difesa garantisce il -1. Momenti più emozionali che tecnici, al 30' è 56-60, con Malaga sempre al comando.

Quando per gli andalusi sembra fatta, arriva un clamoroso recupero di Murcia, con Sleva che manca la tripla del pareggio a meno di 30" dal termine.

Un libero (su due) di Alberto Diaz la mette in ghiaccio il risultato e per Ibon Navarro e la sua Malaga è un'altra finale.

Il Real andrà per la "decima" (anche qui...), mentre per l'Unicaja sarebbe la prima in assoluto. Parlare di rivincita di quanto accaduto a Badalona in Copa del Rey a febbraio non è fuori luogo.

LE CHIAVI

«Ibon tiene un plan» recita l'orami famoso coro della tifoseria malaguena, la migliore della penisola iberica se non dell'intero continente per il mix unico di passione, rispetto e correttezza.

E quel piano è funzionato molto bene nell'isolare le fonti di gioco rivali, separandole dal resto della squadra, almeno sino a metà terzo quarto. Poi un calo, probabilmente fisiologico in questa fase della stagione, prima di rimettere le mani sul manubrio della gara.

Malaga ha tanti giocatori che possono essere decisivi ma è l'impatto del sistema squadra, in grado di distribuirne il protagonismo, che fa la differenza. E qui la mano del Coach si vede.

MVP

Senza se e senza ma è Tyson Carter, che da tempo riteniamo essere il più classico dei "baby face killer".

Arietta angelica, quando c'è da colpire la vittima diventa letale. Non è la prima volta che lo vediamo in questa veste, non sarà l'ultima.

Ed i numeri, anche questo succede spesso, non gli rendono giustizia e parlano soltanto di 12 e 2 assist ma è il peso specifico delle sue giocate che andrebbe misurato.

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