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Alla Salle Gaston Medecin la squadra di Monaco, priva del sospeso Mike James, ha la meglio della Virtus Bologna trionfando col punteggio di 81-68 al termine di una gara cestisticamente non esaltante che ha messo in luce pregi e difetti noti delle due compagini.

La gara

Pronti via e Blossomgame si trova solo sotto il canestro, ma Abass recupera e completa una stoppata di energia pura. Entrambe le squadre riescono a muovere bene la palla in attacco, così l'equilibrio regna e il punteggio si fa subito alto con Teodosic che si prende già la scena per le vu nere. Dall'altra parte sale di tono John Brown col tiretto dalla media e la stoppatona su Bako. Poi le difese si sistemano fino al 21-22 di fine primo quarto con un ottimo impatto del secondo quintetto virtussino.

Shengelia brilla in versione assist-man e innesca i compagni: la Virtus prova un mini-allungo sul 26-31. La Segafredo, poi, tiene bene a rimbalzo e avrebbe l'occasione per provare a scappare ma dei buoni tiri dall'arco non entrano e allora l'occasione sfuma. Monaco di certo non brilla, ma le vu nere non trovano più la via del canestro e allora i monegaschi piazzano un parziale di 9-0. I padroni di casa però non hanno la forza di scappare e chiudono il primo tempo solamente sul 41-37.

L'avvio di ripresa è ancora nel segno di Abass che fa muovere la retina con due triple consecutive di cui la seconda da otto metri. Le vu nere segnano con continuità dall'arco e ritrovano il vantaggio sul 47-48 con le giocate di un ritrovato Jordan Mickey. Ma Monaco riprende il comando e sulla tripla di Strazel prova nuovamente una mini-fuga (58-51), mentre inizia ad esserci una certa confusione arbitrali tra antisportivi fischiati e poi revocati, e chiamate sovrapposte. Una tripla di solo talento di Loyd e i rimbalzi offensivi concretizzano la fuga del Monaco che va per la prima volta sul +10 a fine terzo quarto.

Il quarto periodo inizia molto in sordina con gli attacchi che faticano a costruire, e a Monaco, tutto sommato, va bene così. Il parziale del quarto dice ancora 2-2 quando si raggiungono quasi i 5 minuti alla fine con le vu nere che non riescono a innescare una rimonta. Tra palle perse, poca intensità ed errori al tiro la Virtus sprofonda fino al -14 con Monaco che si limita a prendere falli con Okobo dal pick&roll centrale. Lo stesso francese poco dopo si inventa una stoppata pirotecnica su Shengelia continuando a segnare dalla parte opposta del campo e facendo così scendere i titoli di coda sul match fino all'81-68 finale.

A Monaco bastano i rimbalzi e Okobo

Monaco ha giocato una gara tutt'altro che brillante ma è stata solida e cinica nello sfruttare i passaggi a vuoto delle vu nere. L'assenza di Mike James inevitabilmente si sente: oltre che per la qualità incommensurabile dell'ex CSKA, ma anche perché non averlo significa inserire in rotazione Strazel con tanti minuti, ovvero uno che su questo palcoscenico può essere più che attaccabile.

I monegaschi hanno avuto qualche picco qualitativo quando sono riusciti a giocare in transizione sfruttando la velocità e l'atletismo dei vari Brown, Hall e Moneke. Con la difesa schierata la squadra di Obradovic ha dimostrato di fare molta più fatica, ma dall'altra parte c'era una squadra con difficoltà anche maggiori.

Ai padroni di casa per vincere la partita è bastato prevalere nettamente a rimbalzo in virtù delle qualità fisiche dei suoi lunghi e cavalcare in attacco le doti in uno contro uno di Loyd e soprattutto Okobo. Tutto qua; niente di speciale.

La mole di rimbalzi raccolti da Monaco è impressionate: 39 contro i 24 virtussini. E ancora più impressionante è il dato dei rimbalzi offensivi: ben 16 (!) contro i 5 avversari. In una gara equilibrata che non vede nessuna squadra giocare meglio dell'altra è una statistica che fa tutta la differenza del caso. Perché che Monaco non abbia espresso una gran pallacanestro lo dimostra anche il dato assist/palle perse: 18/16 insieme allo scarso 27.8% dall'arco.

E poi è bastato un Okobo ispirato che è riuscito a battere costantemente il suo uomo e a creare costantemente vantaggio dal pick&roll centrale (uno dei grandi talloni d'Achille della stagione bianconera). Per lui a fine partita: 21 punti, 5 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate, 1 stoppata e 27 di PIR.

Così ha vinto Monaco. Né più né meno.

Virtus, il solito passaggio a vuoto e il solito andamento

La Virtus nei primi 25 minuti di partita, secondo chi scrive, ha disputato una buona partita. E' stata a contatto, è andata in vantaggio e solo per qualche tiro ben costruito che non è entrato non è riuscita a fare un allungo.

Poi - e ormai è realmente una costante della stagione europea virtussina - il solito passaggio a vuoto. Dal 51-51 a 5'01" del terzo quarto al 69-55 a 5'27" del quarto periodo. Con solo 4 punti segnati in 10 minuti.

Basterebbe questa lettura numerica per constatare la sconfitta bianconera oltre al dato dei rimbalzi sopra menzionato. Però, a ben vedere, si tratta di un'altra sconfitta che è difficile spiegare razionalmente. Perché non si comprende cosa succede alla squadra in certi momenti dopo che di fatto stava conducendo una più che buona partita e sembrava perfettamente capace di avere la meglio di un avversario tutt'altro che brillante.

Perché proprio in quei 10 minuti in cui le vu nere hanno segnato solo 4 punti, si è visto onestamente da entrambe le parti poca buona pallacanestro: palle perse a volontà, tanti errori e tante forzature. Il che è un aggravante per la squadra che era sotto, che doveva rimontare e in teoria lottare per continuare ad alimentare le speranze playoffs.

Speranze playoffs che onestamente, anche aldilà della matematica, sembrano finite alla luce anche delle vittorie di Maccabi e Partizan.

I soliti problemi da ricercare nella gara, come in tutta la stagione, sono in un reparto centri che a determinati livelli fatica drasticamente e non riesce quasi mai a creare o dare vantaggi. Oggi Jordan Mickey ha risposto molto bene, ma era praticamente solo nel reparto contando anche le condizioni precarie di Shengelia al rientro dalla varicella.

Insomma, la sconfitta bianconera è, a modo suo, lo specchietto per diversi aspetti, di quella che è stata la stagione europea virtussina. Una sorta di "vorrei ma non posso".

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