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Non c'è stata partita: o meglio, è durata 5 minuti e poi i tarli dell'Italia hanno permesso a team USA di scavare un fossato che non è stato possibile guadare.

Il risultato finale di 63-100 fa male, malissimo. Ma il Mondiale dell'Italia rimane un torneo positivo. Sarà da valutare l'impatto emotivo che questo brutto KO avrà sull'organico.

Il racconto della partita

L'Italia c'è, le polveri americane sono bagnate ma gli USA dominano a rimbalzo offensivo. Non mancano confusione e frenesia che per ora sono sinonimo di equilibrio, ma sulla tripla di Haliburton c'è la prima mini-fuga a stelle e strisce (14-8). Le triple avversarie iniziano a entrare con facilità ed è un problema. L'attacco azzurro fatica a trovare le spaziature giuste ed è +10 America dopo 10'.

Nella metacampo offensiva le difficoltà dell'Italia sono altissime e allora gli americani iniziano a giocare più tranquilli e sul velluto. La luce azzurra è Nicolò Melli: monumentale a rimbalzo, in difesa e nelle letture. USA gioca tutto fuorché bene ma finché l'Italia non segna è sufficiente a mantenere un solido vantaggio. Gli americani toccano il +23 (18-41) con l'Italia che sparacchia 2/19 dall'arco e non trova mai la via del canestro. E' blackout: ora anche la difesa inizia a sfrangiarsi.

Non cambia la musica nel terzo quarto; anzi, ancora disattenzioni difensive e palle perse banali. L'Italia sembra aver spento la luce e gli USA sono troppo in fiducia per fermarli. Si galleggia intorno al +30 America e ora anche il linguaggio del corpo azzurro diventa arrendevole se non arreso. Sul 36-68 a 4'42" del terzo quarto i giochi sono già ampiamenti finiti e si prospettano 15 minuti di garbage time. Gli USA sono anche in esuberanza tecnica e fisica, sono ovunque e riescono a fare qualsiasi cosa. Per l'Italia è un tragitto finale un po' troppo duro e spietato.

Italia USA

USA, vittoria rotonda e spietata

Era semplicemente l'avversario peggiore che potesse trovare l'Italia davanti a sé: squadra atletica e molto fisica sugli esterni in grado di cambiare su chiunque - oltre ovviamente al margine tecnico che è ben noto.

Per il resto l'Italia non è mai riuscita ad entrare sottopelle agli americani. Rimanere a contatto, mettere più il fisico addosso agli avversari al limite del fallo e rendere loro difficile le cose: queste erano le cose da provare a fare. Gli azzurri lo hanno fatto per i primi 5 minuti e poi non sono più riusciti a farlo.

Con l'Italia che non è più riuscita a fare canestro e che ha iniziato a crollare dal punto di vista mentale, poi è stato tutto più semplice per gli americani che non si sono mai sentiti in difficoltà e hanno iniziato a giocare senza preoccupazioni potendo così mettere in mostra tutte le loro incredibili capacità tecniche e atletiche.

A quel punto il canestro è diventato una vasca da bagno per gli USA e anche la loro difesa è salita di livello con la pressione a metacampo che ha tolto ogni ritmo all'Italia. Niente di più: il talento infinito a disposizione di Steve Kerr ha banchettato e si è divertito (in certi istanti anche più del dovuto) a fare canestro.

Particolare menzione per Tyrese Haliburton che ha messo in mostra tutte le sue capacità realizzative e come assistman e per Mikal Bridges, giocatore tuttocampista che ai Nets ha anche scoperto le sue qualità da scorer.

Finale amaro per un Mondiale italiano che rimane altamente positivo

Peccato chiudere in questo modo, ma poteva capitare. Per l'Italia non c'è stato nulla da fare. Giocare contro gli USA dopo che questi erano stati bastonati dalla Lituania non era un vantaggio: questo ha fatto in modo che gli americani avessero molta fame di vincere e di stravincere.

Per gli azzurri l'unico modo di restare in partita era di avere buone percentuali dall'arco (18% finale con 7/38) e, in generale, di riuscire a trovare con continuità il canestro. E' successo l'opposto e allora da quell'aspetto è crollato poi tutto il castello di carte e tutte le possibilità italiane di sognare una vittoria o comunque una partita combattuta.

Poi per i ragazzi di Pozzecco è diventata una partita molto difficile in cui era diventato necessario difendere l'orgoglio e l'onore. E si tratta di una delle cose più complesse da fare quando capitano questo tipo di partite.

Lo stendardo, ancora una volta, è stato tenuto alto da Melli che, quando ancora c'era equilibrio, ha fatto ancora cose straordinarie. In ogni caso, il percorso degli azzurri rimane positivo: grande è stata la reazione contro la Serbia, squadra di cui anche oggi si è visto il valore. Ma, in generale, grande è stata la reazione dopo l'inciampo contro la Dominicana e la coesione e la forza di questo gruppo sono state encomiabili.

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