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Vassilis Spanoulis
Vassilis Spanoulis

Mettere un esordiente su una panchina di Eurolega è, per definizione, una scommessa rischiosa. Ma quando l’esordiente si chiama Vassilis Spanoulis, allora la posta in palio è un’altra: non solo vincere, ma farlo nel segno di un carisma che ha già scritto pagine leggendarie da giocatore. Ora, da allenatore, Spanoulis ha trasformato la curiosità del debutto in certezze. Sei partite alla guida del Monaco e finora le aspettative sono state non solo rispettate, ma addirittura superate.

L’effetto Spanoulis

L’avventura di Kill Bill inizia nella tempesta: il Monaco esonera Sasha Obradovic, leader indiscusso degli ultimi tre anni, uomo legato alla squadra e, soprattutto, a Mike James. Il numero 55, talento ribelle e spesso ago della bilancia dei monegaschi, sembrava spaesato. Ma è stato proprio Spanoulis, con il suo pragmatismo e la sua capacità di leggere il gioco, a ricucire i rapporti e a dare nuove certezze al playmaker americano. “Prima col cronometro dovevo conviverci, prendere decisioni velocemente,” ha detto James. “Ora ricevo la palla prima, sono più regista e meno preoccupato. È un’altra storia.”

Un’altra storia, sì, e i numeri lo dimostrano. Al debutto, il Monaco ha battuto gli eterni rivali del Panathinaikos in un OAKA infuocato. Poi è arrivata la prova di forza contro il Fenerbahçe, un dominio da +30 che grida al mondo la nuova identità della squadra. Ieri con la vittoria contro Efes Istanbul, il Monaco è primo in classifica (insieme all’amato Olympiakos) e l’Eurolega guarda con ammirazione - e un pizzico di timore - all’effetto Spanoulis.

Spanoulis e Jaiteh

Cambiamenti e numeri

Il primo, enorme cambiamento è nella mentalità difensiva. Prima sesta per defensive rating, ora il Monaco è la seconda miglior difesa d’Europa. Ma l’impresa più grande è stata mantenere l’efficienza offensiva: dall’ottavo al quarto posto, con un salto evidente nel gioco corale. La squadra ha alzato il numero di assist e ridotto le palle perse. Mike James stesso è una prova vivente del cambiamento: doppia cifra di assist nelle ultime gare e leadership ritrovata.

Non meno importante è stato il coraggio di Spanoulis nelle rotazioni. Addio ai due lunghi in campo insieme: ora c’è più spazio per piccoli efficaci, con Brown e Blossomgame a interpretare il ruolo di ala forte con dinamismo e atletismo. Monaco è spesso “piccolina” in campo, come direbbero i puristi, ma questa piccolezza è un’arma: la squadra non ha paura della fisicità altrui e risponde colpo su colpo.

Il metodo Spanoulis

Diretto, essenziale, focalizzato. Nei timeout, Spanoulis non spreca parole. È chiaro, deciso, e questo approccio ha fatto breccia nei suoi giocatori. Ogni dettaglio è curato: il coach ha introdotto sessioni video individuali per ciascun giocatore, essendo consapevole del poco tempo a disposizione per gli allenamenti. Eppure, per quanto ami l’attenzione ai dettagli, Spanoulis ha le idee chiare sul talento: “Non guardo molto le statistiche,” ha dichiarato. “Mi piacciono i giocatori di talento.

Ma non si ferma qui. Il coach greco vuole ancora migliorare la difesa, vuole aggiungere nuove varianti tattiche perché, a suo dire, il Monaco ha ancora margini di crescita. E se lo dice Spanoulis, c’è da credergli.

Un 2025 da capolista

Il primo posto conquistato ora porta la pressione e l’attenzione tutta su di loro.

Diciassette partite alla conclusione, cinque vittorie per assicurarsi i play-in e un 2025 che inizia al comando in Eurolega insieme all’Olympiakos.

Esami decisivi per capire quanto sia profondo il cambiamento e fino a dove questa squadra possa arrivare.

Spanoulis, in panchina, ha lo stesso sguardo di quando giocava: concentrato, implacabile, predatore. Mai sottovalutare Vassilis Spanoulis. E mai sottovalutare questo Monaco.

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