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Ettore Messina ha incontrato la stampa nella giornata di ieri e le sue parole ci hanno lasciato diversi temi di riflessione, soprattutto riguardo Devon Hall e Nik Melli.

Ettore Messina protagonista dell'incontro con la stampa nella giornata di ieri al Forum.

Tanti i temi trattati (vi abbiamo riportato i più significativi in un unico articolo) ma ciò che ha creato maggior interesse nell'ambiente biancorosso e non solo sono state le parole riguardo gli addii eccellenti, principalmente quelli di Melli e Devon Hall.

Tutto molto diretto, sebbene ci restino due questioni che aiuterebbero a comprendere sino in fondo entrambe le situazioni, che in fondo sono semplici mosse di mercato le quali, proprio come dice Messina, sono successe, succedono e succederanno in ogni ambiente di lavoro.

Prima di entrare nel dettaglio è bene chiarire una cosa: l'Olimpia, e quindi Messina coi suoi pienissimi poteri, ha tutto il diritto di scegliersi i giocatori così come quello di scegliere quelli da cui separarsi. Avviene ovunque, non c'è nulla di anomalo e quindi non vi è modo di accusare il dirigente milanese di alcunché in questo senso. Sono scelte ed il solo campo, giudice supremo, ci dirà se giuste o meno.

Così il plenipotenziario milanese sull'americano.

«Avremmo voluto che rimanesse con noi ma è stato mal consigliato».

La nostra semplicissima domanda riguarda questo cattivo consiglio: da chi è arrivato? Cosa intende il Coach? Perchè se si parla di procuratori allora è tutto quasi normale, questione di modalità di svolgimento del proprio lavoro e di scelte, mentre se l'allusione riguarda altri, allora siamo su un altro piano, molto più sgradevole.

Portare la questione a livello di quella frase dello stesso Hall a Fenerbahçe Tv cui disse di aver chiesto consiglio a Datome e Melli è riduttivo e francamente ben poco corretto. Devon ha giustamente chiesto a chi sulla sponda asiatica del Bosforo c'è stato con grandi risultati e lo ha fatto dopo aver ricevuto l'interesse dei gialloblu. Non è certo andato prima da Gigi e Nik a chiedere "dove posso andare lontano da qui, al Fener? Che ne dite, me lo consigliate?"... Suvvia non scherziamo.

Noi abbiamo seguito la vicenda Devon Hall sin dallo scorso settembre, quando le sue quotazioni milanesi non erano all'apice, per usare un eufemismo, e le proposte di rinnovo erano per così dire "tiepide" perfino nella forma. Erano i giorni di Kendrick Nunn, non lo sapevamo ancora ma erano proprio i giorni in cui si decideva molto del titolo 2024 di Eurolega.

Se mai Ettore Messina volesse chiarire a chi e come era rivolto quel "mal consigliato", oltretutto quantificando quella volontà di trattenere il giocatore, saremmo felici di raccoglierne il chiarimento.

Ecco invece le parole su Nik Melli.

«Nicolò è un grande giocatore che ci ha dato moltissimo, è stato un punto di riferimento importante per noi. Però nella vita ci sono delle volte in cui le aspettative reciproche, e il come si vedono le situazioni, non collimano, e di conseguenza ci si separa. Non è, credo, né la prima né l’ultima volta che avvengono queste situazioni sia nel mondo dello sport che nel mondo del lavoro». 

Il dibattito sull'addio al Capitano, sancito dall'ormai celeberrima telefonata di 45 secondi (o 43?) da parte di Messina, è ovviamente aperto nell'ambiente meneghino. Chi è distrutto per la perdita di un grande giocatore fondamentale per gli equilibri della squadra nelle ultime stagioni e quindi accusa il Coach, chi invece ritiene che sia l'atleta ad aver voluto andarsene, imputandogli di averlo fatto addirittura "per soldi". Normale vi sia un tale dibattito vista il peso dell'addio, altrettanto normale provare a capire con dei punti fermi alla questione.

Da quanto ci risulta ed abbiamo potuto verificare più e più volte da differenti fonti (curioso che la maggior parte di esse siano estere, a testimonianza dell'importanza della questione) ad inizio della scorsa stagione Messina informò Melli della volontà di una proposta di rinnovo, chiedendo quale fosse la formula più gradita, anche a livello di durata contrattuale considerando l'età del giocatore. Tutto normalissimo, quasi naturale.

Da quel momento in poi non vi è stata più alcuna proposta reale fino agli ultimissimi giorni di aprile, quando è stata presentata un'idea di accordo agli agenti del giocatore durante un incontro fissato.

Proposta al ribasso rispetto al contratto in scadenza? Pare proprio di sì, ma non è questione fondamentale. Tutto ciò che ne è seguito è stato l'ovvio sviluppo di una trattativa che fondamentalmente non è mai decollata.

La domanda che secondo noi è fondamentale per fare definitivamente chiarezza è semplicissima: se il rinnovo fosse arrivato entro il 31 dicembre 2023 sarebbe rientrato nel cosiddetto "Decreto Crescita" venendo così a pesare decisamente meno in termini di costo aziendale all'Olimpia, permettendo di conseguenza un'eventuale retribuzione netta maggiore al giocatore?

Perchè diciamo questo? E' il punto chiave di tutta la faccenda ed è quanto non è mai stato sottolineato sino ad oggi per capire se ci fosse reale volontà di rinnovare da parte del club, visto che da più parti si è indicato proprio il costo aziendale eccessivo come la ragione per cui non è stato possibile continuare assieme.

Se quel rinnovo eventuale entro il 31.12.2023 potesse rientrare in quella fattispecie allora è chiaro che la mancanza di spinta in quella direzione da parte del club stesso fosse dimostrazione di una limitata volontà di accordarsi per il rinnovo, mentre se invece il contratto anche siglato entro quei termini non potesse comunque rientrare nelle regole del famoso decreto, allora le cose sarebbero diverse.

Una volta chiarito tutto ciò allora diverrebbe ben più semplice comprendere una serie di eventi che hanno portato alle scelte finali, senza puntare il dito in una o un'altra direzione.

Ad oggi noi possiamo limitarci a sottolineare di nuovo, come già fatto, che Ettore Messina ha semplicemente esercitato i suoi diritti nello scegliere, che se la proposta di rinnovo al Capitano in scadenza è arrivata solo a fine aprile pare che tutta sta fretta di riaverlo non fosse così palese e infine che chi sostiene che Nik Melli abbia scelto il Fenerbahçe per soldi è del tutto fuori pista, ma di tanto.

Ribadiamo la nostra disponibilità ad ospitare ogni forma di chiarimento da parte di qualunque soggetto coinvolto.

Purtroppo, e non è solo colpa di Olimpia ma responsabilità condivisa dei soci di Eurolega: tutto ciò che riguarda i contratti nonchè, soprattutto, il loro valore ed il costo per le squadre non è noto e quindi si rincorrono voci, quasi sempre senza senso, con cifre ed indicazioni bizzarre sulle rispettive tassazioni nazionali. Pensate d'esempio ai paesi in cui alcuni giocatori vengono contrattualizzati in parte anche riguardo ai diritti d'immagine, con costi ben diversi... Ecco che quindi parlare con cognizione di causa di queste cose diventa impossibile e chi lo fa si dota di una certa fantasia.

Chiarire queste due situazioni definitivamente in fondo porterebbe in dote a Milano l'acquisto più importante, ovvero quella dose di empatia e di serenità che nelle ultime stagioni è stata ben lontana dall'essere protagonista e che invece ora, nell'ennesima ricostruzione, stavolta in direzione più giovane, è totalmente irrinunciabile.

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