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La sala stampa di Magro e Ramondino dopo il trionfo di Brescia

La Leonessa ha ruggito nella sua arena e si è sbarzzata d Tortona, proviamo quindi a raccontare come l'hanno vissuta i due allenatori più in rampa di lancio del basket italiano, a confronto.

Ramondino

Ramondino non fa nessuno sconto al Derthona ed è molto chiaro sulla natura della prestazione offerta dalla sua squadra. La spiega in un batter d'occhio. "Brescia ha dominato, il nostro è stato un approccio superficiale, molto soft. Come sempre, quando si gioca così soft, tutto ha un peso accentuato e diventa tutto molto difficile."

"Penso che il problema sia avere tanti buoni giocatori, ma ancora non c'è una gerarchia definita, l'idea che debba essere qualcun altro a prendere l'iniziativa. Ma ci sono degli standard sotto i quali non si può scendere, al di là di tutto. Siamo a settembre, non c'è niente di definitivo o di fatale, però è un dato di fatto che sia stata una partita inadeguata."

La prima parte di gara è stata un tripudio casalingo nell'esaltazione in transizione. Così abbiamo provato a introdurre delle spiegazioni tecniche all'analisi più che altro attitudinale del coach. Ramondino ha risposto con la sincera voglia di parlare di basket, anche dopo una pensante sconfitta: umanamente super!

"Il gioco della pallacanestro è uno dei più interessanti perché le due fasi del gioco si influenzano. Puoi fare una buona transizione difensiva , se giochi come si deve in attacco. Se giochi male in attacco, non costruisci, fai palle perse, una squadra come Brescia è pronta a correre. E poi, se non trovi continuità in difesa, ogni pallone pesa di più in attacco. Credo sia una commistione di più aspetti e non semplicemente uno."

Magro batte Ramondino

Tocca quindi a Magro, che sottolinea da subito quando Brescia sia arrivata carica a quest'appuntamento. "C'era grande aspettativa, dopo un lungo precampionato. Volevamo arrivare pronti a quest'evento davanti ai nostri tifosi. Ci siamo guadagnati l'occasione di giocare una finale."

Una finale che giocherà contro Luca Banchi, l'uomo con cui ha condiviso tanti anni a Siena. "Lo speravo, siamo amici. Mi fa piacere che abbia avuto quest'occasione, si merita di essere dov'è, di allenare una grande squadra. Ha già vinto tanto nella sua carriera, quindi..." (ride, ndr)

Ramondino

Ma si aspettava una carica del genere, quella che ha generato un 16-2 ne primi minuti contro Tortona? "Ci speravo. Questa squadra può essere efficace contro le migliori solo se prova a dare tutto quello che ha nella metà campo difensiva. In attacco abbiamo avuto momenti di difficoltà, ma abbiamo giocatori in grado di trovare iniziativa."

Un attacco che rimane sullo stile della consueta Brescia di Magro, ma ha anche caratteristiche molto nuove. Ad esempio, passare da una manovra totalmente dipendente dalle iniziative degli esterni ad una struttura più bidimensionale.

"Siamo un po' old school basketball, con pochi tiri da tre punti e tanto la palla dentro. Non si smette mai di imparare, se ami questo sport continui a studiare. Abbiamo cercato di intraprendere un'altra strada quest'anno e ogni giorno scopro qualcosa di nuovo anche io."

Traspare con forza proprio quanto si prendano sul serio questi due coach e quanto siano devoti al gioco, gli emergenti della scena nella pallacanestro italiana. Genuini, entusiasti e pronti a rosicchiare tutto quello che Milano e Bologna si lasciano alle spalle.

Photo credit: Lba.it

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