Il Baskonia corre, corre e raggiunge i playoffs. Alla Virtus non riesce ancora l'impresa
Il Baskonia si dimostra fatale per la Virtus: a Bologna non riesce la seconda impresa in una settimana e cede 89-77 alla Buesa Arena, dopo aver lottato per poi essere sopraffatta dall'energia straripante dei baschi.
A sfidare il Real Madrid sarà quindi la squadra di Dusko Ivanovic. Le vu nere escono a testa alta, dopo aver battagliato in lungo e in largo, spesso andando oltre i propri limiti, e mancano per una manciata di dettagli i playoff.
La partita
Inizio ben diverso da settimana scorsa, con le difese che vogliono essere fin da subito presenti. I baschi iniziano con un Sedekerskis in gran fiducia sia dall'arco che in area (11 punti per lui). Dall'altra parte Belinelli vuole subito incidere la gara con grande aggressività e ne fa 10. Baskonia che è avanti, ma dalla panchina V un ottimo segnale viene da Cordinier: smarrito nelle ultime uscite, parte benissimo segnando e dando ritmo all'attacco. Le seconde linee bianconere, come a Istanbul, danno subito un ottimo impatto e chiudono il quarto avanti 22-21.
Bologna gioca bene, anzi gioca meglio, Lundberg incide fin da subito, il neo sono le solite palle perse; Costello, dall'altra parte, con caparbietà, tiene a contatto i suoi. Il Baskonia insiste continuamente con Howard, approfitta di un po' di fortuna su situazioni di rimbalzo e palle vaganti, mentre le vu nere offrono una grande difesa, intaccata da qualche persa sanguinosa. Hackett segna due triple pesanti, Howard risponde non appena ricava un centimetro di spazio in più. La Segafredo è migliore, ma qualche dettaglio va in senso opposto. All'intervallo è 41-41, palla al centro.
Parziale di 10-0 firmato dalle magie di Markus Howard e le accelerazioni di Miller McIntyre; il 51-43 è vantaggio consistente in una partita del genere. A Baskonia tutto va nel verso giusto, va sul +12 e ora c'è il difficile per Bologna. I baschi volano sulle ali della fiducia, Howard segna due triple oltre l'immaginabile ed è improvvisamente 63-47, pesantissimo. La Virtus reagisce, ma un brutto fischio ridà l'inerzia ai baschi che, in fiducia totale, arrivano all'ultimo quarto con un comodo +15.
La Virtus non ha la forza di creare una reazione di tale portata alla fine di un doppio turno giocato tutto in trasferta al termine di una stagione regolare lunga e stancante. Il Baskonia non rischia nulla, gioca sul velluto, controlla il punteggio e si prende la post-season.
I rimbalzi offensivi, il ritmo, la transizione
Partita molto simile a quella giocata sette giorni fa alla Segafredo Arena e anche l'esito è lo stesso, col Baskonia vincente.
Primo tempo in cui la Virtus gioca meglio, è molto fisica e registrata in difesa, in attacco attacca con pazienza, commettendo il solo errore di lasciare qualche palla persa di troppo. I baschi, come a Bologna, si affidano tutti al talento di Howard, sfruttando ogni piccola imprecisione degli avversari e restando così attaccati alla partita.
Nella seconda parte dell'incontro, bastano pochi istanti in cui Bologna lascia il manico dell'incontro perché Vitoria inizi a correre, prenda fiducia, Howard si accenda con due triple sontuose, McIntyre trovi le sue scorribande e quindi tutto inizi inesorabilmente a sfuggire dalle mani di Bologna. Il Baskonia, in pochi attimi, diventa un fiume in piena e, per una Virtus che mostra segni di stanchezza dopo una settimana di questo tipo, diventa impossibile reggere quei ritmi e contenere l'entusiasmo di casa.
Ad essere letali, pensando proprio a quel primo tempo in cui le vu nere potevano raccogliere qualcosa di più, sono stati i tanti rimbalzi offensivi concessi ai baschi e le troppe palle perse, di cui alcune banali, che hanno permesso a Howard e compagni di correre a loro piacimento.
Poi, appunto, c'è il talento di Howard che, quando è in serate del genere, diventa oltremodo polarizzante per le difese e, quando sbaglia un tiro ma gliene arriva un altro in mano dopo una carambola più o meno fortunosa non sbaglia una seconda volta, lasciando sconforto nella difesa che vede svanito tutto lo sforzo fatto in precedenza. 28 punti con 8/19 dall'arco.
Poi, a spostare l'ago della bilancia, sono state le prove, soprattutto offensive, di Costello e Sedekerskis, nella serata in cui mancava Moneke. Rispettivamente 19 e 16 punti con sei triple combinate. La vittoria passa dalle loro prove.
Per la Virtus è capolinea con onore
La partita, e quindi gli errori commessi dai ragazzi di Luca Banchi, li abbiamo scritti sopra. Nel secondo tempo, poi, le energie fisiche e mentali sono venute comprensibilmente meno, quando Vitoria ha iniziato a correre a ritmi insostenibili.
Quel rapporto di 11 assist e 16 perse dice tanto. Anche nella sconfitta di sette giorni fa gli assist erano stati ben superiori alle perse. Stasera la fase offensiva ha funzionato bene nei primi 20 minuti, per poi smarrirsi completamente nel secondo periodo, creando solo tanta confusione e soluzioni personali estemporanee.
Troppo poco il 32% dall'arco per competere con la squadra di Ivanovic. Nella giornata in cui è stato recuperato Cordinier, è mancato Pajola così come sono mancate alcune triple di Polonara e Abass che nelle ultime uscite erano state fondamentali tra la vittoria e la sconfitta.
Hackett (13+3) e Shengelia (16+7) sono i migliori, quelli che non mollano mai. Ma la gara, dall'intervallo in poi, prende una direzione che Bologna non può percorrere.
Finisce l'Eurolega della Virtus; ci sarà tempo per le riflessioni. Il cammino europeo della Segafredo rimane di alto livello, con momenti di altissima pallacanestro e altri meno. Anche il play-in è stato affrontato nel modo migliore, con un grande trionfo a Istanbul e la battaglia di Vitoria. C'è rammarico per dei playoffs che sono mancati per un soffio.
Il prossimo anno si proverà ad alzare l'asticella, acciuffando la post-season e migliorandosi di nuovo. Come è stato fatto e raggiunto quest'anno.