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Napoli celebra un trionfo storico, Milano si inchina ancora

La storia oggi ha il volto della Pallacanestro Napoli. L'ennesima pagina di folle poesia scritta dalle Final Eight, che hanno premiato una squadra capace di grande merito in questa competizione e non solo.

Piange ancora l'Olimpia, che ascrive un'altra delusione al suo percorso. La storia di Napoli si dipinge in quattro cifre: 77-72.

Napoli sapeva quello che voleva

Milano inizia con aggressività e Melli come al solito è faro nei primi minuti, la difesa però si mostra sospettosamente pigra e disattenta e Napoli si mette in partita attaccando senza paura.

L'Olimpia non segna per oltre due minuti e Napoli costruisce il suo vantaggio. Un vantaggio che non se ne andrà mai via, o quasi.

La squadra di Miličić è capace di impattare presto l'azione con ritmo, di entrare in fretta nei giochi e di trovare buoni tiri.

L'Olimpia invece soffre la determinazione difensiva napoletana e balbetta nella costruzione della sua manovra, mostrando poche idee. La squadra prova a servirsi di Mirotić per riprendersi dal punto di vista realizzativo, grazie agli sforzi del montenegrino agguanta il -2.

Un disavanzo quasi immeritato per la differenza nel gioco espresso, che però in chiusura di quarto Ennis pensa a puntellare, scoccando la sua conclusione dall'arco.

Per la guardia ex Fenerbahçe però è solo un piccolo antipasto. L'americano continua a triturare la difesa dell'Olimpia in apertura di secondo quarto, Napoli cerca le difficoltà difensive di Mirotić, le punisce e allunga.

Le scarpette rosse incassano, ma provano a rispondere. Imbroccano due attacchi in fila, poi serrano i ranghi in difesa. La fase della partita appare particolarmente bloccata, Milano non brilla, ma asfissia gli avversari e impedisce quella fluidità d'attacco trovata in precedenza attaccando nei primi secondi dai partenopei, quindi rompe loro il ritmo: Napoli non segna per oltre 2' filati, è 7-0 milanese.

La squadra allenata da Miličić non si scompone troppo, lascia passare la mareggiata e conserva il piccolo margine. Così, la personalità di Pullen, che prende per mano Napoli, tiene davanti i suoi con energia nel finale di quarto e mette pressione a Milano, sotto all'intervallo.

Tira e molla

Capitan Melli annusa molto bene le difficoltà dei suoi e sa di doversi prendere la squadra sulle spalle. Il reggiano si presenta in campo con grande responsabilità, incide fortemente, anche e soprattutto in attacco, all'avvio dell'ostilità.

L'Olimpia però non riesce a schiodarsi dalla scia di una Napoli che non ha intenzione di rinunciare a sé stessa. Si apre una fase concitata della gara, con i ragazzi di Messina che ci provano, abbracciando un Melli iperattivo, mentre Napoli sporca il suo gioco offensivamente. Lo fa però senza che questa situazione sia in grado di creare una vera e propria reazione organica milanese.

Il terzo quarto si chiude con gli scambi dei campioni. Pullen, quindi Mirotic rendono frizzanti gli ultimi secondi e aprono al gran ballo dell'ultimo quarto.

La gara torna a essere presto pesantemente bloccata, entrambe le squadre non riescono a segnare. L'Olimpia esegue male, Napoli non trova più limpidezza e chiarezza nelle proprie proposte offensive.

L'EA7 cerca di uscirne sfruttando lo short roll di Melli, cercato come un faro, ma, anche per meriti di Napoli, questa situazione non sempre riesce a produrre il giusto innesco offensivo.

Tariq Owens perfora ancora l'Olimpia, il lungo di Napoli schiaccia e galvanizza i suoi. Il giochino della gara rimane sempre il solito tira e molla, con Milano che insegue e non riesce mai a far saltare il banco.

Ennis tira fuori ancora dal cilindro un'incredibile jumper dal mid range, l'Olimpia risponde con Mirotic dall'angolo, poi abbraccia Shields, che infila una tripla di grande personalità da casa sua, dopo aver commesso una valanga di errori.

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Il danese è spaziale e punisce nuovamente dal mezzo angolo, trovando inspiegabilmente il vantaggio biancorosso a 1' dalla fine, in puro spirito rocambolesco da Final Eight. Pullen, però, è posseduto da quello spirito delle Final Eight: secca Hall, quindi arretra, sposta il pallone da una mano all'altra con ritmo elettrico e detona la tripla della vittoria.

Gli ultimi secondi infatti sono concitati, ma mettono poco in discussione la sostanza del risultato. Napier perde palla e sbaglia male l'ultimo tiro libero: Napoli festeggia una vittoria di mille colori.

"Sappiamo di aver fallito"

Questo è Ettore Messina in purezza, che commenta in conferenza stampa la finale persa, dopo l'ennesima mestizia di questa stagione. Una delusione che riesce a essere quasi più amara di quella dell'anno scorso, dove la fuoriuscita era arrivata ai quarti.

L'Olimpia tradisce sé stessa, di fronte a un avversario meritevolissimo, che però era infinitamente meno attrezzato. E non può che tornare a interrogarsi.

Napoli ha ruotato in otto - e otto è dir tanto - ma ha ricevuto un contributo molto diffuso e i propri protagonisti hanno saputo prendersi i giusti momenti della gara a turno. Così, hanno vissuto e hanno regalato un sogno.

L'Olimpia vive invece il suo perpetuo incubo. Mirotić e Melli fanno 39 punti in due, ma costruendoli in momenti diversi e alternativi, molto spesso. Napier è poco preciso e poco lucido, non da oggi.

Manca un po' Shields, che sbaglia tanto da tre e arriva troppo tardi. Ma l'Olimpia è sempre totalmente dipendente dal tiro dall'arco e quindi non può stupire ancora che, quando, come oggi, produce una percentuale inferiore al 30% dall'arco, non è capace di costruire vere alternative.

La cosa ancora più grave, poi, è lasciar dettare tutta la gara lo spartito agli avversari. Senza incidere sulla struttura della partita, cercando reazioni di volontà e non organiche. In una finale da favoriti, dopo una stagione già molto deludente.

A rimanere è solo, meritatamente, la bellezza di Napoli.

Photo credit: Pallacanestro Napoli e Olimpia Milano Facebook

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