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Eurolega comunica che il CEO Marshall Glickman terminerà definitivamente il suo mandato alla scadenza di fine luglio. Quale futuro?

Marshall Glickman non sarà più CEO di Euroleague Basketball. Arriverà al 31 luglio 2023, data di scadenza del suo mandato, dopodiché terminerà la sua attività. La conferma arriva dal comunicato ufficiale di EB.

Come anticipato nei giorni scorsi, tema di cui vi abbiamo già parlato ieri, che il futuro di Glickman fosse in serio dubbio era abbastanza scontato. Nel momento in cui una lega è già disorientata dal suo essere spaccata in due ed anche chi ha voluto il cambiamento non crede più nella persona che aveva indicato, è chiaro che la faccenda diventi ancor più complicata.

Va purtroppo detto che è da quel novembre 2021 in cui ebbe luogo la riunione "carbonara" di Atene che le cose hanno preso una direzione poco chiara a livello di management e si corrono grandi rischi dovuti all'incapacità di aver una visione comune.

La pandemia ha accelerato ed accentuato la crisi di una manifestazione che sul campo è straordinaria ma fuori fatica ad essere un prodotto che rende, anche per politiche dirigenziali dei singoli club che già faticano in proprio, figuriamoci se si parla di visione d'insieme.

Ci sono voluti mesi e mesi, quasi un anno, perchè i club che decisero che se le cose non funzionavano era tutto dovuto ad una cattiva gestione di Jordi Bertomeu scegliessero un nuovo CEO, affiancandolo alla Presidenza di Dejan Bodiroga, figura in cui si vedeva soprattutto la possibilità di avviare quel dialogo con la FIBA da sempre fermo, dichiarazioni di facciata a parte.

E dopo meno di un anno ecco che arriva questo ufficiale "steps down" riferito al nuovo CEO, un passo indietro che riporta tutto al punto di partenza. Con la differenza che non c'è un Bertomeu a gestire i complicatissimi equilibri tra club che hanno visioni opposte. Che poi per alcuni parlare di visioni è abbastanza difficile...

Da quel novembre 2021 in cui si esautorò il creatore e fondatore della manifestazione non è successo sostanzialmente nulla ed i problemi reali restano semplicemente irrisolti, in un silenzio comunicativo che nel 2023 pare, o meglio è assurdo.

Ad oggi il cambiamento forzato da Maccabi, Olympiacos, Panathinaikos, Olimpia Milano e Zalgiris in primis, con il saltuario appoggio di Cska ed Efes, non ha portato niente, se non la frattura totale nei confronti di Barcellona, Baskonia, Fenerbahçe e Real Madrid, club in una sorta di opposizione che oggi è rafforzata dal fallimento di chi prima ha voluto il ribaltone al "governo" e poi ne ha sancito il repentino fallimento.

Il dialogo con la FIBA non esiste, a giugno inoltrato ci sono squadre che non sanno se giocheranno la prossima Eurolega, con tutte le conseguenze negative possibili sul mercato, c'è una vincitrice di Eurocup che si interroga se valga la pena parteciparvi e non è chiaro chi eventualmente la dovrebbe sostituire.

Non si è udita una sola parola dai dirigenti sui fatti di Madrid e si è parlato per mesi di espansione, di Dubai, di Londra e di Parigi per poi mettere tutto nel cassetto, dopo che si sono udite ipotesi di "conference " e tanto altro.

Non si è mai toccato il tema della fuga dei giovanissimi talenti in direzione NBA, cosa che comporta una pericolosissima assenza di ricambio in una manifestazione dove dominano ancora il Chacho, Sergi, Rudy, Nando, Kyle etc. Qualcuno si è mai chiesto quale sarà il livello qualitativo del gioco quando tra un paio d'anni, forse prima, questo campioni lasceranno, o comunque non saranno più ovviamente quelli di prima?

E sul Cska che vota a pieno titolo e partecipa a tutte le commissioni in cui è divisa la gestione dei vari temi in discussione? Non una parola.

Bayern ed Asvel hanno pieni diritti e sono finalmente inclusi nel gruppo degli 11 con licenza pluriennale? In pratica sì, ma se non andiamo errati manca una comunicazione ufficiale. Sa quanti mesi (anni) questa situazione non è chiara?

La lista è lunga, potrebbe continuare, ed oggi leggiamo il comunicato nel quale apprendiamo che si valuterà nelle prossime settimane se inserire Glickman in un ruolo di consulenza, mentre si dovrà scegliere una nuova figura di CEO.

Sullo sfondo Dejan Bodiroga, i cattivi rapporti col quale sono indicati da molti come una delle ragioni dell'uscita di Glickman. Se uscirà rafforzato o meno dalle decisioni di ieri lo capiremo quando sapremo chi sarà il nuovo CEO.

Ecco, a proposito di quella scelta, lo abbiamo scritto ieri e lo ribadiamo: dovesse la scelta cadere sul nome di un dirigente di uno dei club licenziatari sarebbe soluzione disastrosa. Almeno quello, visto che si guarda alla NBA così spesso, dovrebbe essere chiaro.

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