Il Real Madrid viene da tre sconfitte consecutive: alle 12.30 al WiZink Center contro Zaragoza non può esistere la parola sconfitta.

Sconfitta nella finale di Supercoppa contro Malaga, poi rocambolescamente alla prima giornata di Liga contro la neopromossa Coruna e all'esordio in Eurolega contro il Bayern Monaco. Non è partita nel migliore dei modi la stagione 2024/25 del Real Madrid. Tanti dubbi, tante incertezze: un roster corto, qualche elemento ancora non amalgamato, nuove sinergie da trovare. Contro Zaragoza, ovviamente, c'è solo la vittoria.

La partita

Si parte a ritmi alti, ma Zaragoza non li disdegna. Gli aragonesi segnano 14 punti i 5 minuti: la difesa del Real deve ancora registrarsi e i problemi madrileni sono ancora evidenti. Poi la qualità difensiva si alza, anche se l'attacco rimane falloso e singhiozzante. Dopo 10' è 23-20, ma la partita è apertissima.

Momenti di confusione, tante palle vaganti, perse, recuperi: prevale una pallacanestro confusionaria e poca qualitativa. Di certo l'ingresso di Serge Ibaka ha cambiato in meglio il Real con la sua mobilità. Intanto sono tre triple e 11 punti in 15 minuti per Marco Spissu ... l'azzurro sembra gradire la nuova sistemazione. Da una parte le prodezze di Llull e Hezonja, ma anche Dubljevic e Slaughter sono letali dall'arco (complice una difesa di casa disattenta). All'intervallo è 47-46: Zaragoza è una squadra di valore e il Real deve essere migliore per non portarsela dietro fino ai possessi finali.

Spissu continua a essere straordinario: altra tripla (è 4/4) e sfondamento preso su Campazzo. Il Real, però, finalmente trova continuità e produce una sequela di minuti condotti alla perfezioni e conclusi da due triple di Ndiaye: è +10 madrileno, il primo vero vantaggio della partita. Seguono una enormità di palle perse da una parte e dall'altra: non è certo la partita dell'anno. La squadra di Mateo riesce quantomeno a bloccare la vena creativa dei soliti aragonesi e quindi controllare il punteggio.

Il Real non riesce mai a chiuderla, Zaragoza ci crede, inizia a cavalcare Bell-Haynes e torna così a -2 a circa 6' dalla fine. Tutto da rifare per i blancos. Nei minuti finali, in una situazione d'equilibrio, Madrid fa valere l'esperienza e il tonnellaggio: gli uomini di Mateo vanno a lottare vicino al canestro e si guadagnano una quantità considerevole di viaggi in lunetta che permette loro di portare a casa la vittoria col punteggio finale di 101-95. Una vittoria tutt'altro che semplice; anzi complicata, così come questo periodo del Real.

Rotazioni e scelte

In un momento della stagione non certo semplice al Real serviva assolutamente una W dopo le tre sconfitte consecutive. Per ottenerla Mateo si è affidato ai suoi veterani. Hezonja, Campazzo, Llull e Tavares oltre i 20 minuti di impiego; Deck addirittura oltre i 30'. Nonostante la confusione, Andres Feliz fa una partita perfetta al tiro nei 14 minuti in campo.

Nemmeno 5 minuti per Rathan-Mayes: c'è già aria di bocciatura? Così sembra. Del resto i minuti concessigli nelle recenti uscite erano stati considerevoli. Sicuramente all'interno del front office madrileno si stanno facendo valutazioni. E si stanno attenzionando diversi profili.

Il Real, in ogni caso, è sembrato ancora una squadra in cerca d'identità. Difesa spesso scollegata e attacco non raramente pasticcione: la continuità di rendimento è ancora tutta da trovare. Del resto, molti equilibri sono cambiati e molte pietre angolari se ne sono andate: era normale aspettarsi una situazione di assestamento, anche se forse non in queste proporzioni.

Ancora lavori in corso.

MVP

Palma di MVP condivisa da Dzanan Musa e Gaby Deck. Sono due dei pretoriani di coach Mateo e, nel momento di difficoltà, hanno risposto "presente". Il bosniaco ha registrato 18 punti, 7 rimbalzi e 3 assist, mentre l'argentino 14 punti, 2 rimbalzi e 2 assist.

Ancora fuori condizione Edy Tavares; ancora confusionario Facundo Campazzo, non certo nel miglior momento di forma.

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