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Si arrivava a Casale Monferrato sul 2-0 per la Virtus Bologna: per la Bertram Tortona è il più classico dei "win or go home". Dopo due gare equilibrate ma perse, la squadra di De Raffaele era chiamata ad allungare la serie.

Così accade. La Bertram parte fin da subito col piede giusto, mettendo grande intensità e precisione al tiro, e vince la partita 91-81. La Virtus, al contrario, non riesce mai ad entrare in partita, lasciando gli avversari andare in fiducia in attacco e non trovando mai punti con continuità.

Percentuali dall'arco

Tutto ribaltato rispetto alle prime due gare. Tortona parte con quattro triple nei primissimi minuti e indirizza subito la partita. Bologna, invece, non riesce mai a trovare fluidità nella manovra offensiva che, soprattutto dal ferro, si è stampata sul ferro anche su situazioni aperte.

Il 6/26 dall'arco (23%) per la squadra di Banchi: parla da sé. E' dato insufficiente per vincere qualsiasi partita; a maggior ragione se dall'altra parte c'è una squadra in fiducia. Se poi gli avversari, in una serata di grazia e transagonistica, tirano col 51.5% da due e il 41,7% da tre allora la partita prende una direzione chiara.

La Virtus ha provato a sopperire, soprattutto nel primo tempo, con i rimbalzi offensivi (già in doppia cifra dopo il primo quarto) e i viaggi in lunetta. Ma se quelle seconde o triple possibilità hanno proseguito a finire sul ferro, allora le speranze sono sempre state ridotte a qualche strappo e tentativo di rimonta a cui è sempre mancata continuità e che Tortona ha puntualmente rintuzzato con rapidi contro-parziali. La partita non è mai passata dalle mani di Bologna.

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La sopravvivenza piemontese

Le triple iniziali di Weems, l'energia di Ross, la grinta di Dowe, l'intelligenza di Radosevic fino alle triple da campione di Tommaso Baldasso. L'ex Olimpia e Fortitudo nel finale di partita si traveste da killer come lui sa fare e trafigge in continuazione le ultime speranze di rimonta bianconera.

Ma lo sforzo profuso da tutta la Bertram è encomiabile per l'energia, la continuità di rendimento e la caparbietà che gli uomiini di De Raffale hanno messo sin dall'inizio. Negli occhi avevano fame di vittoria.

Quintetti e difesa Virtus

L'assenza di Lundberg è pesata tantissima, così come quella di Dobric - contando che anche Shengelia era ancora a mezzo servizio. Senza il danese la Virtus perde manovra offensiva, possibilità di battere in palleggio gli avversari e tiro dall'arco. Proprio la mancanza di quintetti in grado di colpire da tre punti è ciò che ha aiutato a condannare le vu nere, nonostante gli errori su tanti tiri aperti.

D'altra parte, però, la Virtus ha sofferto anche quando non ha avuto un centro di ruolo in campo. Certo, avere quintetti più atletici e dinamici ha permesso di raccogliere tanti rimbalzi offensivi, ma la presenza di Zizic, per esempio, garantiva a Bologna una forte presenza sotto canestro che spesso si tramutava nella possibilità di creare un vantaggio e attaccare i lunghi piemontesi, di tonnellaggio inferiore rispetto al croato. Con Mickey da "5", invece, Radosevic e Zerini riuscivano ad accoppiarsi bene sia nell'inseguimento sull'arco sia in area, non concedendo mai vantaggio.

Tra 48 ore a Bologna servirà soprattutto un'energia diversa, a partire da una fase difensiva che se concede oltre 90 punti regala automaticamente la partita agli avversari. Bologna vince se tiene gli avversari sotto gli 80 punti: è stato l'assioma di tutta la stagione ed è ancora validissimo per queste battute finali.

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