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Gara dall'alto livello tecnico e dall'alta carica adrenalica quella andata in scena alla Segafredo Arena tra Virtus Bologna e Olympiacos.

Ad uscire trionfanti sono i greci, col punteggio finale di 83-85 al termine di una gara che hanno comandato per lunghi tratti ma che hanno sudare per vincere dopo che si era ristabilito un grande equilibrio nei minuti finali.

La gara

Pronti via e Hackett prende antisportivo per un colpo troppo irruento contro Walkup. L'Oly sembra subito partire col piede giusto con un parziale da 10-0. Per la Virtus sembra il solito primo quarto difficile, ma la squadra si riassesta in fretta, soprattutto con l'ingresso del solito fondamentale Milos Teodosic. 22-22 dopo i primi dieci minuti con una tripla folle di Teodosic fuori equilibrio.

La Virtus tiene a rimbalzo rispetto alle precedenti uscite, ma perde qualche pallone di troppo mentre i reds non mordono più del necessario e sbagliano qualche tiro aperto. Il terzo quarto continua sulla stessa linea d'onda finché l'Olympiacos non dà una spallata alla partita che sembra poterla indirizzare in modo deciso. Poster clamoroso di Walkup e seguente 49-62 che è massimo vantaggio greco con la sensazione che possa essere il parziale che decide la contesa.

La Virtus però è caparbia, continua a lottare e lentamente ma con costanza rientra. Addirittura trova il vantaggio sul 70-69 con una tripla per aria ancora di Teodosic. A più di 5 minuti dalla fine dei 40 minuti la gara è tornata ad essere sul filo del rasoio e l'intensità delle giocate alla Segafredo Arena diventa sempre più elevata e trascinante.

Nell'equilibrio generale arriva un fallo fischiato a Ojeleye su una palla vagante raccolta prima di Papanikolau: il pubblico e la panchina bolognese sono furibondi. Effettivamente, rivedendo le immagini, il fischio sembra veramente inconcepibile. Gli arbitri, a quel punto, perdono la bussola della partita. Intanto Teodosic, ormai innervosito, prende il secondo tecnico e viene espulso. La partita sembra così essere ormai conclusa, ma le vu nere continuano a lottare: Ojeleye segna un insperato 2+1, poi compie una stoppata clamorosa su Larentzakis che dalla lunetta fa 0/2. Lundberg, sull'azione seguente, ha il tiro che può valere il pareggio o la vittoria, ma sbaglia l'appoggio al ferro.

Un po' di numeri. La Virtus ha tirato meglio dall'arco (36.4% v 32.4%), ha vinto sorprendentemente a rimbalzo (35 v 33) e ha distribuito più assist (21 v 19). Però ha perso molti più palloni (14 v 8) ed è andata molto meno in lunetta (13 tentativi contro i 25 dei greci). Dei dati che messi insieme portano all'equilibrio e infatti la gara è stata decisa dai dettagli, purtroppo anche arbitrali. Resta però il fatto di aver assistito a un grande spettacolo di pallacanestro.

Olympiacos, una qualità cestistica davvero strabordante

Per i greci quella di oggi era una gara affatto semplice dopo aver perso a Monaco giocando non benissimo e soprattutto approcciandosi alla sfida senza Sloukas (problemi di stomaco) e con un Vezenkov tutt'altro che al meglio (anche lui problemi di stomaco).

Eppure gli uomini di Bartzokas hanno giocato la solita grande partita. Non senza soffrire, ma regalando lampi di grande e cristallina pallacanestro. Soprattutto in fase offensiva la velocità con cui si muove la palla dei greci è impressionante tra gli alti/bassi e il movimento intorno al perimetro di un pallone che è sempre alla ricerca dell'uomo libero e del tiro a più alta percentuale.

La forza di questa squadra (secondo chi scrive la più completa insieme al Real Madrid) si vede dalla sua profondità e dalla sua esperienza. Una squadra che si può permettere di avere un grandissimo giocatore come Shaquille McKissic come terzo portatore di palla dietro a Sloukas e Walkup.

Per lunghi tratti McKissic domina la partita con quel pick&roll centrale che è un grande rebus per la difesa virtussina. 21 punti, 4 rimbalzi e 4 assist. In stagione aveva giocato 15.5 minuti di media a partita; stasera ne ha giocati quasi 30. Da questi aspetti si vede la qualità della compagine greca. Che si può permettere di avere in fondo alle rotazioni gente come Bolomboy e Black.

Nonostante i problemi intestinali, Vezenkov, quasi in ciabatte, mette a referto 22 punti e 10 rimbalzi: MVP di questa competizione, se ci fossero stati ancora dubbi. Grande prova di solidità per capitan Papanikolau che difende con la solita compattezza e anche in attacco, quando ci sono da mettere canestri importanti, li sa mettere.

Insomma, ad oggi, questa è la squadra che in Europa esprime la migliore pallacanestro.

Virtus: peccato per esserci arrivati vicino, ma la strada è quella giusta

La partita della Virtus conferma quello fatto vedere dalle vu nere per tutto il mese passato. Ovvero che questa squadra gioca un'ottima pallacanestro su entrambi i lati del campo e che è in grado di vincere contro qualsiasi altro team. Molto semplice. La qualità delle partite degli uomini di Scariolo viene data dai numeri.

Solo in dato le vu nere stavano facendo malissimo: i rimbalzi. Questa volta si è fatta un'ottima prestazione anche da quel punto di vista e forse l'unico neo di serata sono state le palle perse. Per il resto si trovano solo tante cose positive nella prestazione bianconera, come ha sottolineato Scariolo nel post-partita.

La Virtus è 8-11, è in lotta per i playoffs e ha dimostrato di essere cresciuta enormemente dall'inizio dell'anno come qualità di gioco espressa e come consapevolezza. Passo dopo passo i progressi sono costanti. E, allora, senza piangere sul latto versato bisogna pensare che ci sono ancora 15 partite da giocare in cui potenzialmente si può vincere contro chiunque perché si è dimostrato di avere le carte in regola per farlo.

Poi, ovviamente, gli ormai arcinoti problemi ci sono. Ovvero che questa è una squadra che dipende totalmente da Milos Teodosic: senza di lui in campo la squadra si spegne e spesso si incarta in passaggi a vuoto che possono compromettere le partite. Non a caso il coach bresciano è stato costretto a tenere il campo il mago serbo per 24.40 minuti. Poi ci sono tanti giocatori che devono ritrovare la migliore condizione (Shengelia, Hackett, Cordinier) e altri che devono ritrovare fiducia (Lundberg, Jaiteh).

L'impressione netta, però, è che la Virtus Bologna sia decisamente una squadra con la esse maiuscola. Per capacità di soffrire, lottare e rimanere uniti. Pensando all'ultimo ottimo mese giocato contro le migliori squadre d'Europa, non si può che guardare al futuro della competizione con consapevolezza e fiducia.

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