L'Olimpia, il doppio play e il terzo quarto. Quinta in fila a Valencia
Un finale al cardiopalma conferma una gara che l'Olimpia ha fatto sua nel terzo quarto
L'Olimpia di oggi fa brillare gli occhi, gioca un'altra partita di buonissima qualità e intasca la quinta vittoria consecutiva. Valencia le prova tutte per ribaltarla in un vorticoso ultimo quarto, ma cede il passo per 88-84.
Il racconto della Fonteta merita come al solito una puntuale analisi in pieno stile Eurodevotion.
L'iniziativa valenciana, l'indecisione biancorossa
L'ingresso nella gara è certamente in salsa taronja, l'Olimpia fatica in attacco ed è indecisa in difesa. Le spaziature, riproposto il quintetto con Voigtmann-Melli, sono buone, ma le scelte e le percentuali non altrettanto.
Settimana scorsa avevamo parlato di come fosse stato grimaldello il reggiano in area, Valencia è molto attenta nell'evitare il cambio difensivo che Melli ama provocare, grazie ad un ottimo lavoro sulla di Chris Jones nel passare sopra il blocco. L'unica risorsa rimane la maestria del capitano nel gonfiare di falli gli avversari, ma le alternative realizzative paiono scarseggiare.
I ragazzi di Mumbrù invece riescono a trovare il canestro con continuità, senza troppi fronzoli attaccano sempre il punto debole della retroguardia meneghina. Spicca la situazione di pick and pop per Dubljevic, volta ad esporre Voigtmann, fonte privilegiata di attacco.
Dall'inizio del secondo quarto la difesa biancorossa diviene ancora più passiva e si apre alle scorribande su ritmi crescenti dei padroni di casa, è Davies a subire particolarmente Rivero, cosa che gli costerà l'impiego per il seguito del match. Non è evidentemente solo il contributo di un giocatore un po' disorientato nella riconfigurazione della rotazione lunghi milanese, tuttavia, ad incidere. Ma i binari in cui si indirizzava la partita hanno originato in questa fase il terreno fertile per una reazione biancorossa.
L'Olimpia bifronte e l'esaltazione del terzo quarto
L'Olimpia infatti, tenuta in piedi nel primo tempo da ottime percentuali, propone per la prima volta minuti con il doppio play Napier-Pangos, che interpretano e gestiscono l'aumento del ritmo, e, inoltre, una difesa più oculata sul pop del centro montenegrino, grazie all'intervento di Melli o di Ricci (stupendo anche in attacco, dove si farà trovare sempre al posto giusto).
Questi elementi saranno caratteristici del terzo quarto biancorosso, una rinnovata esaltazione bacchica, rispetto a quella vissuta pochi giorni fa.
Il baccanale meneghino si struttura su una volontà di corsa indotta dalla partita, ma anche cercata e cavalcata. Il Giano bifronte biancorosso, un attacco che presenta i due volti dei sopracitati play, è una manna dal cielo per una squadra che ha passato un intero anno senza l'ombra di un nocchiere cestistico.
I due sono in potenza un moltiplicatore di possibilità offensive, che l'Olimpia non ha mai avuto, non solo quest'anno. Oltre alla gestione ispirata, sono anche frombolieri dirompenti (8 triple in due), sullo sfondo di una gara celestiale dell'americano, che firma 28 punti e 5 assist in stato di ebbrezza cestistica.
Il vantaggio è preso, poi allagato ed espanso. 26-13, Valencia è battuta di frequente, aperta sugli short roll, contenuta in difesa sulle penetrazioni sui cambi che tanto avevano fatto male in precedenza. Il killer? Con 8 folli punti nel quarto, è ancora Dioniso in calzoncini e canotta, Billy Baron.
La stretta difensiva taronja
Quando Valencia sembrava all'angolo, in una gara che ormai aveva assunto ritmi feroci, Mumbrù ha cominciato a studiare delle mosse per invertire l'inerzia. Aggressività sulla palla, per contenere il backcourt meneghino, emergenza da allarme rosso.
Prima Lopez-Arostegui sul play milanese, in un assalto difensivo che si avventa molto vicino alla metà campo, poi Claver, scongelato nell'ultima frazione, a prendersi lo stesso impegno - giocatore prezioso, che Jasi usò su Micic e Scariolo su Doncic proprio per versatilità e intelligenza -, infine una sorta di zona 2-3 mascherata.
L'Olimpia si perde un po' e con l'abbassamento delle percentuali consente il rientro. Harper si scalda, il finale è una girandola rovente, in cui i biancorossi si affidano ai propri riferimenti tecnici della gara.
Pangos, Napier e Melli. Sono gli ultimi due a mettere un punto su una sfida che Jones e Puerto avevano provato a prendere in mano. Un capitale rimbalzo d'attacco del secondo e la freddezza dalla lunetta del primo e sigillano il tripudio dell'EA7.
Speranze playoff? “Nessuna praticamente." Ettore Messina è netto a fine match, nonostante gli entusiasmi siano normali per un'Olimpia che da tempo avremmo voluto vedere così spregiudicata e grintosa. La realtà dice che servono almeno 8 vittorie nelle prossime 9 e tra queste ci sono Partizan, Real, Barça e Fener, ovvero quattro delle migliori sette d'Europa.
Sognare non costa nulla, rispettare il gioco al meglio di sè è poi dogma supremo. La situazione è in evoluzione, a cominciare dagli equilibri di organico che, nella notte del ritorno in EL di KP e SS, richiederanno nuovi assestamenti.
Photo credit: Olimpia Milano e Valencia Facebook