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Satoransky contro Granca

Il recap di Gran Canaria-Barça

Si gioca a ritmi alti, come da attesa. Parte forte Mike Tobey, con 6 punti di fila a punire il quintetto piccolo del Barça con Metu da centro. Le cose che si vedono sono pressoché le stesse: i blaugrana attaccano a casaccio affidandosi alle iniziative personali, Gran Canaria muove la palla e costruisce tanti buoni tiri.

Poi la difesa ospite sale di fisicità e concede solo 3 punti ai padroni di casa nei restanti 5' del quarto: nessuna fa più canestro, tanti errori e forzature, la partita si fa divertente quanto imprecisa. 

Il secondo quarto, poi, è decisamente a tinte blaugrana con la difesa di Penarroya che sale ancora di tono e fa la differenza, complicando ogni canestro isolano e forzando tante perse avversarie. Davanti basta un po' più di ordine e il fattore Metu - c'è un Barça con lui e uno senza - per chiudere l'intervallo sul +7.

Si riparte con 9 punti di fila di Punter, uno più bello dell'altro: il Barcellona vuole questa vittoria. Granca però non vuole cedere facilmente e dal -12, dopo il TO, parziale di 7-0 isolano. Gli uomini di Lakovic trasformano la gara in una baraonda senza soste; si corre forsennati da una parte all'altra. Il Barça rimane avanti con delle percentuali da tre altissime, ma prima dell'ultimo quarto è solo +5 e la Gran Canaria Arena è ribollente.

Uno straordinario Joe Thomasson, in difesa con le sue lunghe leve e in attacco con la sua faccia tosta, ridà il vantaggio ai canarini: 67-65 con 7' da giocare. Intanto Abrines va negli spogliatoi dolorante per un infortunio al ginocchio. Il Barça, fiutando lo psicodramma, l'ennesimo, si affida ancora una volta a Punter e il fenomeno ex Partizan non delude: 5/5 da tre e 20 punti quando mancano 3' alla fine. 

Granca pasticcia, trova una tripla di tabella di Albicy, ha il possesso del pareggio ma lo stesso Albicy commette un fallo in attacco. Il Barça quindi resiste e si porta a casa, col punteggio di 74-77, una vittoria fondamentale per classifica e morale. 

Nunez affronta Albicy

Le chiavi della partita

Il Barça resiste, continua a convincere poco, va a corrente alternata, ma reagisce alla crisi vincendo prima nel Principato in modo convincente e poi su un campo difficile come quello di Gran Canaria.

Due buone risposte, due buone reazioni e soprattutto un modo per evitare l'esonero di Penarroya che sembrava nell'aria. 

Per farlo i blaugrana offrono una grande prova difensiva, fisica, asfissiante, tanti raddoppi e molta densità. Da lì era necessario ripartire dopo le partite con troppi punti subiti. 

L'attacco rimane a corrente alternata, a volte efficace, più spesso troppo legato alle iniziative personali, prima di Chimezie Metu (18) e poi a quelle di un Punter che quando c'è da risolvere la contesa si fa trovare sempre pronto.

Serve migliorare nella metacampo offensiva anche se sarà difficile farlo con continuità senza un play vero che possa affiancare Nunez. 

Si è visto comunque un Barça migliore del solito, meno pasticcione nel finale, e con alcuni momenti di ottima circolazione del pallone. Può essere l'inizio di una inversione di tendenza? Ancora non ci fidiamo, ma osserviamo curiosi. 

Così, intanto, l'accesso alla Copa del Rey è più vicino. Non era partita da sbagliare e i blaugrana non l'hanno sbagliata. E' già un buon segnale, rispetto ai brutti scivoloni patiti contro Badalona e Girona.

I giocatori del Barça festeggiano la vittoria

L'MVP di Gran Canaria-Barça

Kevin Punter. Si sapeva che era il go-to-guy di questo Barça, ma l'ex Milano sta interpretando il ruolo ancora più di quanto si pesansse.

Quando c'è bisogno segna in ogni modo e mette triple di una pesantezza decisiva. 22 punti con 5/6 da tre punti e 22 di valutazione.

E' il giocatore che ti fa vincere più partite di quanto dovresti. Il Barça deve imparare a non chiedergli di portare troppo la palla in mano, ma di farlo solo in alcuni momenti cruciali. Così diventa un'arma letale e che può sancire la differenza tra una vittoria e una sconfitta, se viene sovra-utilizzato il giocatore perde la sua specialità.

 

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