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Sterling brown contro Grazulis

Il copione è un po' lo stesso delle ultime partite. La Virtus Bologna parte bene, spesso anche meglio degli avversari. Poi però la qualità dall'altra parte aumenta e soprattutto cambiano le motivazioni.

Il Partizan, infatti, alza il tono, scava il fossato, attutisce il tentativo di rimonta bolognese e poi bissa il trionfo nei minuti finali con le armi ormai note: difesa, fisicità e durezza. 

Partizan, missione play-in

Lo stop in casa contro la Stella Rossa non poteva essere protratto. La squadra di Obradovic riparte da dove aveva lasciato quella cavalcata che dal 2-8 di record (lo stesso della Virtus) li ha portati ora a lottare per un posto ai play-in.

Il coach serbo ha rimodulato questa squadra su difesa (con quella pressione alta e quei raddoppi immediati che tanto hanno fatto male anche a Milano al Forum), fisicità (vedasi il tanto usato quintetto grande con Davies e Jones insieme contemporaneamente) e la durezza totale. I corpi che può schierare il Partizan non li ha probabilmente nessun altro.

Poi le gerarchie sono molto variabili, soprattutto in attacco. E vanno a seconda di chi è in serata. Certo che in cima rimane invariato il ruolo di Carlik Jones, metronomo e vero orchestratore del gruppo - 19 punti per lui. Sempre più decisivo sta diventando poi Sterling Brown (20 con 4/5 dall'arco) che con quel corpo e quella facilità di tiro dall'arco è una delle ali piccoli migliori della lega.

Aggiungici che Jones, d'ufficio, fa 12+12 e che la percentuale globale da tre punti è stata del 61.1%. Semplicemente era una partita che il Partizan non poteva e non voleva perdere.

Virtus, l'esordio di Holiday e le altre sensazioni

Ovviamente alcuni degli occhi dei tifosi bianconeri erano su Justin Holiday. Che è entrato in campo e ha giocato i primi minuti in maglia Segafredo. Però in 10 minuti registra uno 0 in tutte le voci. 

Il giocatore è in fase di rodaggio. Non è questa la partita per giudicarlo. Da vedere se ci sarà qualcosa di diverso già venerdì contro Parigi in modo da valutare il suo eventuale impatto in Coppa Italia.

Sul resto della gara Virtus onestamente non c'è molto da dire. E' la stessa gara che la Virtus gioca da settimane. Volenterosa, collettiva e generosa; ma che prima o poi deve fare i conti con i propri limiti. Prima qualitativi, poi in termini di profondità e infine emotivi. Banalmente perché l'Eurolega non ha più niente da dare a Bologna quest'anno e allora, nel finale, gli altri hanno sempre qualcosa in più per cui lottare.

Shengelia è il solito titano mai disposto a cedere (16+5+8), Cordinier lo accompagna, da tutti gli altri arrivano cose buone ma comunque altalenanti. La difesa è per lunghi tratti ottima, i problemi maggiori sono in attacco, e non è certo una novità.

Ma questo sarà così da qui fino all'inizio di aprile. Ora però c'è da pensare alla Coppa Italia e lì sì che devono esserci le motivazioni, perché - senza volerlo negare - le vu nere hanno la mente su questo obiettivo sin da quel doppio turno casalingo perso malamente contro Alba Berlino e Stella Rossa che aveva chiuso già di fatto ogni velleità europea.

Cordinier contro Jones

 

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