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Era dal 1998 che l'Italia non centrava i quarti di finale di un Mondiale: questa volta batte Portorico 73-57 e torna tra le migliori otto del mondo al termine di una partita giocata con grande concentrazione e lucidità.

Il racconto della partita

L'inizio dell'Italia è contratto, ma la contrazione dura poco: Spissu e soprattutto Tonut alzano il livello e si apre un parziale tutto azzurro di 15-0. E' l'Italia a fare la partita, così come con la Serbia. Ma i portoricani, con voglia e sacrificio e soprattutto con le giocate di Waters, rimangono a galla non permettendo all'Italia di prendere la fuga.

Ottimo l'impatto anche del secondo quintetto italico, ma manca qualcosa per dare un segnale forte alla partita. Tanti rimbalzi offensivi, tantissime buone cose ma qualche tiro lasciato di troppo. Portorico quando ha l'occasione punisce e Waters può fare canestro in qualsiasi modo. Come con la Serbia il +3 all'intervallo sta un po' stretto all'Italia, ma energia e scelte sono quelle delle partite giuste.

Il terzo quarto è più confusionario. L'Italia perde fluidità in attacco e trova un solo punto nei primi 6' e allora Portorico ne approfitta e trova il primo vantaggio della partita sul 43-41. La costruzione dei tiri è pure buona, ma è la stessa musica sentita prima della Serbia: i tiri non entrano, soprattutto da tre. Ma ci sono ancora Datome e Fontecchio a segnare canestri importanti a fine terzo quarto.

Il +10 con le triple di Datome e Ricci sono l'allungo che serviva a inizio quarto. Le triple di un Ricci solidissimo e ancora le giocate di Severini nel quarto quarto: l'Italia sembra aver preso il controllo della partita. A fare le giocate decisive sono Melli e ancora Ricci: 20-3 punti per l'Italia sulle seconde chance; un dato che dice molto della partita. Con grande solidità e concentrazione gli azzurri si prende una larga vittoria e centra un grande risultato!

Rimbalzi e seconde opportunità

Due dei grandi fattori che hanno deciso la partita. I rimbalzi in primis: 48-29 è un divario enorme e incolmabile che ha fatto la differenza in modo importante per tutta la partita.

i 19 rimbalzi offensivi azzurri contro i soli 5 di Portorico sono un dato forse ancora più pesante perché hanno regalato tantissime seconde opportunità all'Italia. E le seconde opportunità, spesso, sono rassicuranti: perché ti danno la possibilità di correggerti e riprovarci dopo aver commesso un errore e perché danno senso sicurezza.

Il grande lavoro a rimbalzo annovera il solito Melli del quale non smetteremo mai di ricordare la grandissima intelligenza su un campo da basket (sa leggere il gioco come pochissimi), un Fontecchio meno jordaniano che ha lavorato più sottotraccia (12 rimbalzi a testa per questi due), ma anche i 13 complessivi raccolti da Pajola e Spissu.

Certo, la zona portoricana e la loro difesa pasticciona a tratti hanno aiutato, ma la caparbietà azzurra è stata davvero tangibile nell'essere sempre presente nelle piccole cose che fanno la partita.

L'Italia a trazione Olimpia

Sì, è stata un'Italia molto milanese. Certo, come abbiamo ripetuto, lo sforzo va ripartito equamente in tutti gli interpreti: tutti decisivi nel creare quel gruppo coeso e compatto che sta facendo la differenza rispetto ad altre nazionali e che ha raggiunto un altro traguardo importantissimo nella storia recente di questa squadra.

Però Melli, Datome, Ricci e Tonut sono quelli che oggi hanno fatto le giocate decisive. Melli lo fa sempre, Datome pure - com'è normale che sia: sono due campioni - e Ricci e Tonut lo stanno facendo sempre più spesso.

L'Ex Venezia è stato un fattore per tutta la partita come per gran parte di Mondiale: quando mette giù palla l'Italia produce alcuni dei suoi attacchi migliori e in difesa la sua presenza è fondamentale. Ricci, invece, ormai ha preso gusto nel dire la sua nei periodi finali e anche oggi, oltre alla presenza mentale, ha dimostrato di avere una versatilità di opzioni offensive, unite al coraggio, che hanno dato tanta sicurezza e tanto margine all'Italia. Proprio loro due, non a caso, sono i topo scorer di giornata con 15 punti a testa.

Poi, come abbiamo detto, c'è la forza centripeta di una squadra unita e compatta emotivamente come pochissime altre. Una squadra che, per la voglia e il senso di appartenenza, si merita di sognare e si merita questi quarti di finale.

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