Liga Endesa | Jornada 23: Il Real non si distrae. Battuto Baskonia
Vittoria e rientro di Deck. Due motivi per chiudere bene il weekend per il Real, che soffre, regge e poi controlla nel finale Baskonia.

Brutto, cattivo ma vincente. E' questa la formula del Real in versione Liga Endesa. Nella Jornada 23 a Madrid le merengues superano Baskonia 83-77, di certo non brillando, ma conquistando l'undicesimo successo consecutivo in Acb, che vuol dire testa della classifica in solitaria.
La cronaca del match
Basta l'annuncio dei quintetti per regalare un sorriso ai tifosi madridisti. Torna Gaby Deck, e al netto del comprensibilissimo ritardo di condizione, è un'aggiunta non da poco per le rotazioni di Chus Mateo. Meno di quindici minuti in campo per il Tortuga, con i minuti contingentati in quella che è stata la prima partita del suo 2025 dopo l'infortunio nel clasico.
L'inizio è quasi nostalgico, sa quasi di rivalsa per i protagonisti del primo parziale. Musa è caldissimo e il tema della sua costanza, forse è una delle ragioni della stagione in chiaroscuro del Real. 11 punti senza errori dal campo e 3 inusuali stoppate, per far sperare in una serata agevole. Dall'altro lato sono Howard e Sedekerskis a rinverdire fasti della stagione passata, rispettivamente con 5 e 7 punti personali a far sperare Pablo Laso in un dolce ritorno alla Movistar Arena in Liga Endesa.

Baskonia, pur senza Moneke, accetta il ritmo della gara imposto dal Real e sfrutta la mole di palle perse dei padroni di casa (9), per provare addirittura ad allungare arrivando anche sul +7. La squadra di Chus Mateo si trova a suo agio approfittando delle transizioni veloci dal vangelo secondo Campazzo, ma problema atavico stagionale, è quanto questa squadra possa sopportare questo approccio. Senza fare filosofia serve un 13-1 di parziale (7 consecutivi di Hezonja) per rimettere le cose a posto e tornare punto a punto.
La partita resta equilibrata. Baskonia chiude avanti di 1 all'intervallo, ma al rientro è il Real a forzare ancora la mano e il ritmo. Non ne giova in realtà lo spettacolo, con transizioni eccessive e faticando a trovare soluzioni, accontentandosi di tiri contestati. Equilibrata, intensa, fisica ma non spettacolare.
Non si segna per i primi 2' e per oltre 4' totali, con il Real che trova un caldissimo Abalde (16 per lui) bravo a raccogliere liberi e punti, attaccando sempre e comunque Howard, e a declinare il concetto di lavorare tra le pieghe della partita. E' il primo momento vero di difficoltà per i baschi che subiscono il -8 e non segnano letteralmente con nessuno che non si chiami Luwawu-Cabarrot (10 su 13 totali del quarto e anche dei 13 personali finali), fino alla solita schiacciata da highlight di Hall.
La sirena del terzo periodo segna il ritorno al canestro di Deck, con la tripla che segnerà anche la fine dei vantaggi di Baskonia, che non riuscirà più a scavalcare Madrid. Baskonia riuscirà solo a stare in scia dei padroni di casa, che conquistano la vittoria per una volta trovando grandi risorse dal supporting cast (Campazzo solo 1' nel finale) e buone prove di Feliz e Llull (8 a testa nel quarto) autori di giocate importanti per seppellire le velleità della squadra di Vitoria.
Le chiavi per il Real
La Liga Endesa ci regala un Real capolista solitaria e fa strano trovarlo li in un'annata così tribolata e che la vede invischiata nella royale rumble dell'Eurolega a caccia almeno dei play-in. Ma anche la vittoriosa prestazione domenicale è rivelatrice e sincera rispetto a questa versione merengues.
Le certezze ci sono, sono chiare. Ritmo alto, Campazzo leader assoluto ed Hezonja ad intervenire quando le cose prendono una piega più complessa. In Spagna è rimasta sempre viva la fiamma della grinta del Real, portando quasi sempre a casa partite anche sporche, brutte e cattive come per lunghi tratti è stata quella con Baskonia.
Sorprendente o paradossalmente sistemica è la discontinuità. Musa immarcabile nei primi 10' sparisce senza spiegazioni apparenti rimanendo a guardare tutto l'ultimo periodo. Il tiro dall'arco, non la freccia prediletta, ha funzionato benissimo all'inizio (5/11) per poi esser accantonato (0 su soli 2 tentativi) e poi esser ricercato nel terzo periodo (9 tentativi). Tanti punti in area ma coinvolgendo anche poco Tavares (4 tutti nell'ultimo parziale). Insomma correnti alternate che trascinano la squadra.
Ma stasera la grande nota positiva arriva dalla panchina. Finalmente, direbbe qualcuno. Ibaka e Rathan-Mayes in borghese, Ndiaye solo 22'' e allora escludendo Hezonja (16+10) ma panchinaro fantasma, è tangibile e anzi decisivo l'apporto di Llull (13) e Feliz (8 tutti nel quarto finale) oltre alla beneficiata di Abalde da 16. Soprattutto un contributo che permette di non dover sempre chiedere ai soliti noti di non rifiatare al di fuori di stint brevissimi.
Il lato del Baskonia
Baskonia torna in terra basca dopo aver dato filo da torcere al Real, ma mai lasciando davvero l'impressione di poter andare fino in fondo. Come poi di fatto è stato. Le note liete riguardano Howard e Sedekerskis, più coinvolti seppur lontani parenti dei giocatori che l'anno scorso rientravano in discorsi per premi personali in Euroleague.
Troppo incosistente nel pitturato, con Hall (positivo e al solito attivissimo al ferro) e Diop utili nel contrastare Tavares, ma difficilmente credibili nel minacciarlo nella metacampo offensiva. Buon impatto di Baldwin (12) e di TLC che conferma ancora una volta la sua solida stagione.
Baskonia dovrà conquistarsi altrove le chance di playoffs e riprendere quell'identità un po' smarrita che oggi ha saputo mostrare a sprazzi e non è di certo un caso, nella notte in cui, sempre a tratti, si è rivisto il vero Markus Howard (15).